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Quello tra la prima squadra della Juventus e la Next Gen è un rapporto che, anno dopo anno, è diventato sempre più stretto. Il club bianconero, da quando ha fondato la sua seconda squadra nel 2018, ha puntato sempre con maggior convinzione sui giovani del proprio settore giovanile. Una precisa linea di pensiero che, con l'avanzare delle stagioni, è diventata uno degli obiettivi principali della società piemontese. Lo ha confermato anche l'allenatore della prima squadra bianconera, quel Massimiliano Allegri spesso nel mirino della critica per il gioco proposto dalla sua Juventus. Il tecnico della Vecchia Signora ha parlato dei giovani, spiegando la linea guida impostagli dalla società al momento del suo ritorno a Torino. Di seguito le sue parole in una lunga intervista a The Athletic.

La Juventus e i giovani: le parole di Allegri

Quando sono tornato mi è stato chiesto di ringiovanire la squadra. L’obiettivo era quello di inserire tre giocatori Next Gen ogni anno, abbassare il monte salari e rendere la squadra sostenibile pur rimanendo competitiva. Quest'anno abbiamo tanti giovani e tanti nostri ragazzi giocano in altre squadre di Serie A. La società ha fatto un ottimo lavoro e il calcio italiano, per essere sostenibile, deve seguire questa strada. 

Massimiliano Allegri
Allegri durante un allenamento della Juventus

Inghilterra? Ormai è impossibile colmare il divario tra Premier e Serie A. Quindi dobbiamo andare avanti in questa direzione, cioè lavorare sullo sviluppo dei giovani, sulla Next Gen. Il Manchester United ha otto o nove giocatori del vivaio in prima squadra. Se hai cinque giocatori in prima squadra, che vengono dalla Next Gen, per otto anni, vuol dire che per otto anni avrai costi nettamente inferiori rispetto ad acquistare cinque giocatori. 

Gli alti e bassi dei giovani: Allegri su Miretti, Fagioli e Yildiz

Come si spiega il rendimento altalenante di alcuni giovani nel momento del salto in prima squadra? Allegri ne ha parlato nel prosieguo dell'intervista, facendo gli esempi di alcuni suoi giocatori. 

Kenan Yildiz
Kenan Yildiz, giovane “simbolo” della Juventus

Si cerca di sfruttare al massimo i bei momenti. Sai che dopo un po’ arriva il difficile. Tutti i giovani calciatori ci passano. Lo hanno sperimentato Miretti e Fagioli. Anche Yildiz lo farà. I giovani hanno alti e bassi, non si raggiunge la maturità prima dei 26 anni. Chi ha più forza mentale arriva prima. Il giocatore arriva al suo picco tra i 26 e i 30 anni e la cosa non è cambiata. E’ l’età migliore perché si ha più esperienza, si è maturati e migliorati. Era la stessa cosa 40 anni fa.

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