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Capitano dentro e fuori dal campo. É così che si potrebbe riassumere la vita di Andrea Robbiati, giovane promessa del Monza Primavera, al quale il club ha deciso di affidare la fascia di capitano per guidare la squadra in questo inizio di campionato di Primavera 2. Andrea è un classe 2002, nasce a Saronno e proprio nella sua città inizia a tirare i primi calci al pallone. L’Amor Sportiva Saronno lo accoglie all’età di 6 anni e lo accompagna nei primi anni di vita calcistica, ma ben presto per lui arriva la chiamata della Pro Patria, prima squadra professionistica nella quale ha giocato. Senza nemmeno rendersene conto, dopo appena due anni dal passaggio alla Pro Patria, il Milan si accorge delle qualità del giovanissimo centrocampista e decide di aggregarlo ad una delle proprie formazioni giovanili. A Milano rimane per quattro anni e sembra che il quinto sia ormai dietro l’angolo, ma a fine stagione, all’età di 16 anni, viene ceduto in prestito al Monza, dove viene inserito nella rosa dell’U17. Questo evento lascia sicuramente dell’amaro in bocca ad Andrea, il quale dopo aver vissuto buona parte della propria crescita calcistica con i rossoneri si ritrova a dover lottare per un posto da titolare in una nuova società, ad appena una trentina di chilometri di distanza dal luogo nel quale aveva giocato per quattro anni, Milano, e ancor meno da Saronno, la città dove ha sempre vissuto e nella quale vive tutt'oggi.

L'apparente declassamento, ossia il passaggio da una società rinomata come il Milan ad una società sicuramente emergente come il Monza, ha segnato in realtà un punto di svolta nella sua carriera. Infatti, proprio questi ultimi due anni e mezzo trascorsi al Monza hanno fatto emergere le sue caratteristiche, tra cui ricordiamo in particolar modo la capacità di far valere la propria fisicità e l’attitudine ad impostare l’azione dal basso, visto il nuovo ruolo di difensore centrale al quale si è dovuto adattare per scelta del mister. Un gioco propositivo, quindi, che si sposa appieno con le sue doti calcistiche alle quali si aggiunge un carattere esemplare dentro e fuori dal campo, che gli ha permesso di guadagnare la fascia di capitano da inizio campionato e la piena fiducia di tutta la società. Probabilmente è proprio grazie a questa esperienza che sono venuto fuori le sue specificità, segno che Andrea non si è mai lasciato abbattere e che la tenacia e la voglia di non mollare lo hanno accompagnato nel guadagnarsi il posto da titolare anche quest’anno. In tutto questo la famiglia gli è stata da sempre vicino, poiché lo ha sostenuto non soltanto quando tutto andava bene ma anche quando ha attraversato momenti apparentemente più difficili, cioè quelli in cui si è dovuto rimettere in gioco, come in occasione del passaggio dal Milan al Monza dopo quattro anni in rossonero. Anche in occasione di prestazioni al di sotto delle sue capacità la famiglia lo ha sempre incoraggiato anziché distruggerlo con commenti e critiche che spesso, in certi casi, fanno più danni che altro, segno che il sostegno morale non è mai mancato da parte degli affetti più vicini. Questa nuova esperienza, quindi, rappresenta per lui anche una rivincita personale, un’occasione d’oro per poter dimostrare il proprio valore a chi, solo qualche anno fa, non lo ha ritenuto adatto ad altri palcoscenici. Al Monza ha ritrovato anche alcuni dei suoi compagni del Milan, riuscendosi ad ambientare in fretta e a concentrarsi al meglio durante gli allenamenti anche se, per sua stessa ammissione, ritiene di dover migliorare ancora molto sotto l'aspetto mentale, soprattutto negli ultimi 10-15 minuti di gara dove il calo psicologico è quasi inevitabile.

Riguardo all’inizio di stagione della sua squadra rimane il dispiacere per i risultati che non sono sempre arrivati, anche se va evidenziato che il campionato è appena cominciato visto che sono state giocate appena tre partite. Il Monza ne ha perse due su tre, contro il Parma e contro il Venezia, seppur quest’ultima sconfitta sia arrivata di misura, mentre si è imposto per 3-2 nella gara contro l’Udinese. La sospensione del campionato fino all’inizio del nuovo anno arriva quindi in un momento dove la squadra non ha certo brillato: questo permetterà ai biancorossi di mettere a punto alcuni meccanismi di gioco non ancora rodati alla perfezione e di recuperare le due sconfitte nei mesi successivi, dove le gare saranno molte più concentrate rispetto all’inizio della stagione. Riguardo al club si segnala che Andrea si è già allenato con la prima squadra nel periodo di ottobre, anche se ha dovuto fermarsi dopo pochi allenamenti per un infortunio al ginocchio. Non possiamo dire che il ragazzo speri nella prima convocazione ufficiale con la prima squadra, perché questa è già avvenuta in occasione della partita Pordenone – Monza di Coppa Italia in data 27 ottobre 2020. Ad oggi manca ancora l’esordio ufficiale in prima squadra, ma siamo fiduciosi che entro la fine della stagione Andrea avrà modo di calpestare il terreno di gioco della serie B per la prima volta, magari davanti a suo nonno al quale è molto legato. Quest’ultimo, infatti, lo ha da sempre appoggiato e sostenuto insieme alla famiglia e non gli ha mai fatto mancare il suo supporto in ambito sportivo e non anche se, purtroppo, a causa di impegni lavorativi non ha potuto seguirlo quanto avrebbe voluto durante gli ultimi anni trascorsi tra Milano e Monza.

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