Bigica: "Chi ha qualità prima o poi arriva. Sul modello Sassuolo..."

Il Sassuolo sta vivendo senza dubbio una stagione caratterizzata da tante luci ed ombre. In Serie A, i neroverdi occupano il penultimo posto in classifica e, dopo 11 anni, sembrano ad un passo dalla retrocessione in cadetteria. A tenere alto l'orgoglio del Sassuolo, ci sta pensando la Primavera, in piena lotta per un piazzamento playoff. In un'intervista rilasciata a Il Corriere dello Sport, il tecnico dell'U19 Emiliano Bigica ha fatto un punto sulla stagione dell'U19, parlando anche del modello neroverde.

LA CRONACA DI SASSUOLO-BOLOGNA

Bigica racconta il modello Sassuolo

Il tecnico pugliese ha parlato del suo arrivo al Sassuolo: “Sono arrivato nel post covid grazie a Palmieri. È un ambiente giusto, una famiglia, un modello. E per un ragazzo c’è la possibilità di fare il salto breve dalla Primavera alla prima squadra”. L'U19 occupa il sesto posto nel campionato di Primavera 1 e si trova in piena zona play-off: “È il mio quarto anno in Primavera, l’anno scorso abbiamo centrato i play-off per la prima volta. Vogliamo provare a replicare. Mancano tre partite, abbiamo il destino nelle nostre mani”. 

Bigica, i giovani e le motivazioni

Le esperienze avute da calciatore sono utili a Bigica per dare degli insegnamenti alla propria squadra: “Non mi piace parlare di me. Ma porto esempi di campioni con cui ho giocato. Di come era cattivo Batistuta negli ultimi ventri metri in allenamento, per esempio. Per arrivare a sognare bisogna fare sacrifici”. Una considerazione generale sui giovani: “In Primavera i ragazzi diventano molto più egoisti, vedono la fine del percorso del settore giovanile. Pensano all’io. Invece io parlo di gruppo. Il singolo si eleva e si esalta se c’è un gruppo. Ognuno poi deve avere un obiettivo individuale dentro. Chi si distingue in Primavera prima o dopo arriva”. A detta del tecnico neroverde, il Sassuolo è una realtà differente dalle altre: “Qui conta il gruppo”. Diverse le strategie utilizzate da Bigica per motivare i suoi ragazzi: “In alcuni periodi mi sono ingegnato. Tipo: video di nostre partite o di parenti che ti parlano di una finale. Oppure cartelli appesi in albergo. Oltre alla tattica, naturalmente, che mi affascina”.