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Storie di Primavera

Omar Khailoti, difensore classe 2001 in forza al Bologna è per adesso sulla bocca di tutti. La sera di sabato 5 dicembre non la dimenticherà mai perché per la prima volta ha calcato i campi della Serie A, facendo il suo debutto tra i professionisti. Al minuto 63' il giovanissimo italo-marocchino è subentrato al compagno Hickey, facendo il suo ingresso alla Scala del Calcio nel match contro l'Inter; un inizio non banale per lui. Difensore centrale, capace anche di giocare come esterno di difesa, è cresciuto nella Sangiustese, per poi passare al Bologna nell'agosto 2018. Noi di Mondoprimavera, abbiamo inervistato Giancarlo Giannandrea, ex osservatore di Juventus e Parma, direttore sportivo, che fu uno dei primi a notare il ragazzo.

Nel marzo 2018 lei fa un report, alla società per cui lavorava, su un giovane difensore centrale classe 2001 "di ottima prospettiva, di struttura fisica e buona tecnica di base..." era Omar Khailoti:
"Quel Sabato, d'accordo con il mio capo scout, andai a vedere la gara Monticelli-Sangiustese perché sapevo di poter osservare da vicino questo difensore che avevo già notato e di cui avevo sentito parlare bene, dato che era stato convocato per il torneo degli under dell'Arco di Trento. Khailot, vuoi anche per la sua struttura fisica, era un calciatore che si notava e, per chi ha l'occhio allenato, si riusciva a capire che aveva qualcosa in più rispetto agli altri. Mi colpì subito la sua abilità nell'uno contro uno e la capacità di lettura nell'intervento; tra l'altro, in quella gara fece pure gol".

Ce lo descriveresti? 
"In quella partita giocava da centrale sinistro, è un mancino ma abile anche con il destro. È dotato di intelligenza tattica, riusciva a leggere in anticipo i movimenti degli attaccanti avendo ben chiaro quali movimenti fare per anticiparli. Mi ha colpito molto il suo tempismo e la tranquillità che mostrava. Tra le pecche segnalai la timidezza (anche per via dell'età) e sofferenza nell'affrontare calciatori molto rapidi. Tuttavia, fin da subito mi convinsi che aveva ampi margini di miglioramento e che un passaggio in una Primavera di una squadra professionistica lo avrebbe aiutato nella crescita".

Nonostante questa tua relazione non fu però acquistato.
"Purtroppo no, però nell'agosto dello stesso anno fu il Bologna a prenderlo".

Ci può dire qualcosa in più di lei e del suo lavoro?
"Sono un direttore sportivo e osservatore calcistico. Negli ultimi 4 anni, ne ho trascorsi due come osservatore per il settore giovanile della Juventus per le regioni Abruzzo e Marche e gli utlimi due anni come osservatore nazionale e internazionale per la prima sqaudra del Parma".

Come è cambiato invece il modo di lavorare a causa della pandemia in atto?
"Cito la mia ultima esperienza al Parma, trascorsa proprio a cavallo tra il periodo pre e post blocco causa Covid-19. Nel pre-Covid giravo molto per i campi, sia italiani che esteri, alla ricerca di giovani interessanti. Con gli stadi e i centri sportivi chiusi, vedevo tantissime partite in video. Arricchivamo il nostro database visionando gare italiane ed estere cercando di scovare qualche talento. Adesso, dopo aver rifiutato con gli emiliani il rinnovo di contratto, continuo a visionare in video tante gare di vari campionati, in particolare le serie minori e campionati giovanili, cercando di scovare non solo calciatori ma anche allenatori per arricchire il mio database personale".

In che modo si osservano gli allenatori?
"Conoscendo gli allenatori si può capire quali sono i profili di calciatori più congeniali al loro stile di gioco. Si osservano i moduli adottati, l'intensità, l'atteggiamento in campo delle loro squadre, il modo in cui dirige le gare e tante altre sfumature che, agli occhi dei più, sfuggono. Purtroppo, vista l'impossibilità di questi tempi, manca la parte importante degli allenamenti settimanali, per cui bisogna essere molto attenti a tutti i dettagli".  

Ambizioni e prospettive per il prossimo anno?
"Mi piacerebbe fare il direttore sportivo per qualche società, anche dilettantistica. Prenderei anche in considerazione il ruolo di capo scout in un club professionista".

Un nome per il futuro?
"Tommaso Galante, cresciuto nel Fano, milita nelle giovanili della Juventus (U-17), è un attaccante con un gran fiuto del gol. Ricorda un po' Ciro Immobile, sono sicuro ne sentiremo parlare in futuro".   

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