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Rimini, 11 giugno 2014: mentre tutti gli appassionati di calcio stavano attendendo l’inizio del “mondiale dei mondiali” in Brasile, 25 ragazzi in maglia gialloblù festeggiavano l’epica conclusione di una stagione indimenticabile. Un gruppo che ha compensato i propri limiti calcistici con determinazione e unità d’intenti, scompaginando gerarchie predefinite e scrivendo una delle più belle e incredibili pagine del calcio giovanile italiano.

Un traguardo storico, ma certamente non casuale e ottenuto grazie ad un percorso ricco di imprese contro avversari ben più blasonati. Proprio i suddetti squadroni erano considerati i favoriti per la vittoria finale ai nastri di partenza del Campionato Primavera 2013/14. Suddiviso nei tre gironi, il gruppo composto da Lazio (campione in carica), Roma, Inter, Milan, Juventus, Torino, Fiorentina e Atalanta era pronto a guerreggiare per il tricolore. Impossibile sedersi a quel tavolo? Non la pensa così il Chievo di Paolo Nicolato, tornato a guidare la Primavera clivense dopo una parentesi da vice di Eugenio Corini in prima quadra. I veneti sono reduci da un’ottima annata, conclusa in semifinale scudetto per mano della Lazio. L’obiettivo è di riproporsi ad ottimi livelli: impresa ardua, ma il Chievo è abituato per DNA a rendere possibili i traguardi più impensabili.

Le velleità da primi posti dei veneti vengono tradotte in una stagione veramente da urlo. La partenza, con 6 vittorie e 1 pareggio nelle prime 7 giornate, è stato il messaggio di benvenuto mandato dal Chievo alle avversarie. Una stagione di alto profilo, impreziosita da vittorie contro le dirette concorrenti per le finali, come il 4-1 ai danni dell’Inter e l’1-0 contro l’Atalanta. Risultati che, al termine della regular season, hanno collocato il Chievo al vertice della classifica del Girone B, davanti ad Atalanta, Milan e Inter. Traguardo ottenuto da una squadra compatta in difesa e cinica in attacco, messa magistralmente in campo da Nicolato con un 5-4-1 perfetto per interpretare le due fasi. Formazione in cui molti ragazzi si sono messi in mostra, ma nella quale ha brillato il talento di Victor Da Silva, attaccante brasiliano e capocannoniere del campionato con 19 gol.

Già così potrebbe essere un’annata storica per i gialloblù, ma il meglio deve ancora venire. Nel primo turno delle Final Eight, il Chievo è opposto alla Juventus. I bianconeri incutono timore anche a livello giovanile, ma i dirimpettai veneti sono ormai abituati ad affrontare avversari più blasonati e a sconfiggerli. Il match viene deciso da un guizzo di Alimi nel primo tempo e dall’eroica resistenza clivense che, soprattutto nel finale, respinge al mittente i numerosi assalti bianconeri. L’ultimo ostacolo prima della finale è rappresentato dalla Fiorentina, guidata da un tecnico preparato e che farà parlare di sé come Leonardo Semplici. La sfida tra gialloblù e viola è un autentico romanzo: la sblocca il solito Alimi, ma i viola reagiscono e ribaltano il punteggio con Madrigali e un rigore di Fazzi. A 9 minuti dalla fine Yamga, subentrato a Messetti, fissa il punteggio sul 2-2 portando il match ai supplementari. Madrigali illude i gigliati con il secondo gol di giornata, ma il Chievo non e vuole sapere di perdere la seconda semifinale consecutiva. Gli sforzi clivensi vengono premiati dall’autorete di Berardi: tutto verrà deciso ai rigori. Dal dischetto tutti i tiratori di entrambe le squadre sono glaciali meno Petriccione, che si fa parare la conclusione dal portiere veronese Moschin. Nicolato e i suoi ragazzi si stropicciano gli occhi, ma è tutto vero: il Chievo si gioca lo scudetto Primavera in finale contro il Torino.

Torniamo quindi a quell’11 giugno, con il Romeo Neri di Rimini colorato di granata e di gialloblù. La formazione di Nicolato arriva alla sfida più importante senza due pedine fondamentali ovvero Da Silva e Alimi, entrambi out per squalifica. Il tecnico clivense non fa una piega, proponendo Messetti nell’inedito ruolo di prima punta con Steffè e Yamga sulle corsie esterne. Il copione della finale è chiaro fin dai primi minuti: a farla da padroni sono l’equilibrio e la battaglia in mezzo al campo, più che lo spettacolo e le occasioni da gol. Dopo 120 minuti di puro agonismo, è ancora una volta la lotteria dei rigori a decidere il vincitore. Il Toro parte subito con il piede sbagliato, fallendo la prima conclusione con Gyasi. Il Chievo invece si mostra infallibile come contro la Fiorentina, andando in rete con Costa, Brunetti, Gatto e Yamga. Il talento granata Morra si prende la responsabilità di tenere accesa la speranza torinista, ma Moschin si oppone al suo tentativo confermandosi una vera e propria saracinesca. Il sigillo su un successo storico, che proietta il Chievo nel gotha del calcio giovanile italiano.

Un’impresa che spalanca le porte del calcio professionistico a molti talenti in maglia clivense. Il giocatore con più pretendenti era sicuramente Victor Da Silva, corteggiato all’epoca addirittura da Milan, Juventus e Manchester City. Corteggiamenti evidentemente non troppo convinti, visto che nell’estate 2014 il brasiliano finì al Pescara. Un brutto infortunio lo condizionò nella prima parte di stagione, portando il club abruzzese a puntare su altri elementi e a cederlo al Brescia nel mercato di gennaio. Da lì cominciò per Da Silva una serie di trasferimenti in Serie C senza mai trovare la consacrazione definitiva. Il talento con il curriculum più significativo è stato Filippo Costa. Il terzino classe ’95, dopo aver assaggiato il professionismo con il Pisa, provato una fugace esperienza inglese con il Bournemouth ed esordito in Serie A con il Chievo, è diventato un elemento in portante della Spal nella stagione del ritorno in A dei ferraresi (23 le presenze di Costa in campionato). Discrete anche le carriere del difensore Simone Aldrovandi, del centrocampista Malick Mbaye e dell’esterno offensivo Massimiliano Gatto: talenti che hanno giocato con buona continuità in Serie B. Ha avuto infine solo chance in Serie C (tra Pisa, Renate, Siena, Carrarese, Cuneo e Pro Vercelli) il portiere Simone Moschin che, con le sue parate soprattutto nelle varie lotterie dei rigori, ha inciso molto sul miracoloso – e meraviglioso – scudetto Primavera conquistato dal Chievo.

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