x

x

Storie di Primavera

Martinelli 6: leadership e senso del dovere che non dovrebbero appartenere ad un ragazzo così giovane. Totalmente estraneo da colpe sui gol.

Lucchesi 6,5: serve un antipasto al gol con una sponda di testa che pizzica la traversa. Quando può si spinge in proiezione offensiva, accompagnando spesso sulla fascia sinistra. Ciò non gli toglie energie mentali e fisiche per avere letture difensive molto intelligenti e puntuali. Peccato per l'ultimo duello ad alta quota perso su Keramitsis, che orienta la sfida. Dal 117' Nardi 5,5: subentra con i nervi già tesi, prendendosi un giallo ingenuo che fa perdere inerzia e secondi ai suoi.

Amatucci 7: gestisce tempi e spazi come un veterano, dando le sgasate giuste e dimostrando di saper riconoscere i momenti della partita in cui serviva allentare i ritmi. Il cioccolatino che Krastev scarta nei supplementari non vale solo per pareggiare i conti, ma è ossigeno puro che la squadra prende a pieni polmoni per rimettersi in partita.

Di Stefano 6: subito propositivo, regala fiammate di classe e forza atletica che fanno tirare il freno di stazionamento alla corsia di destra giallorossa. Con Favasuli, su quella fascia compone un binomio che assicura giocate e strapotere fisico. Si eclissa nei secondi 45 minuti, mostrando qualche segnale vitale soltanto di rado. Male l'approccio ai supplementari, tra scelte sbagliate e poco smalto fisico.

Berti 6: la chiusura in extremis di Chesti gli strozza l'esultanza del vantaggio in gola. Macina gioco e spunti nell'inserimento, finendo in calando nell'ultima mezz'ora, quando si accende la spia della riserva. Dal 117' Presta S.V. 

Favasuli 6,5: una consueta spina nel fianco per la Roma, arriva sempre con i tempi giusti alla sovrapposizione e sembra essere a dei livelli di connessione mentale con Di Stefano disarmanti. I due lavorano di reparto, si dividono splendidamente gli spazi e dominano il confronto diretto sulla corsia per almeno 60 minuti. Dall'83' Vigiani 6: Aquilani gli chiede ordine e disciplina tattica, lui esegue senza soffrire in maniera esagerata.

Krastev 7: primo tempo a velocità di crociera, gestisce a vista gli attaccanti della Roma nei momenti in cui avverte la loro poca pericolosità. Quando c'è da impostare, è sempre un opzione percorribile; nel finale ha anche la palla del match point, ma non inquadra la porta con l'incornata. Al secondo tentativo va a bersaglio, con la frustata che pareggia il gol di Misitano. Da guerriero vero, esce dal campo con i segni della lotta, e con un ginocchio malconcio. Dal 114' Biagetti S.V.

Toci 6: partita all'insegna della battaglia senza frontiere. Gestisce bene il contatto fisico e spesso cerca anche la sponda per i compagni. Dal 93' Sene 6: subito consistente e presente nelle ripartenze viola. Non soffre l'impatto con la finale, mostrando buona propensione al sacrificio, anche spalle alla porta.

Kayode 7: punta l'avversario di fascia e lo domina, mettendolo a nudo e mostrando a tutti di poter essere la variabile impazzita per stappare la partita. Continua a sputare sangue e sudore sulla catena di destra, dimostrando di avere una capacità polmonare fuori dal comune; cambia fascia nei supplementari ma non cambia l'esito, è semplicemente incontenibile in progressione.

Comuzzo 5: cartellino evitabile intorno alla mezz'ora, replica nella ripresa e guadagna gli spogliatoi in anticipo. E' lui il grosso neo sulla partita convincente della Fiorentina fino alla sliding door, che arriva al 75'.

Harder 6: gioca sul velluto nei primi 45, finisce la benzina nell'ultimo quarto d'ora dopo una prestazione corposa e piena di spunti di valore, preziosi per alzare i ritmi di gioco. Dal 93' Capasso 5: entra nella mischia con un atteggiamento fuori dal contesto della partita, compassato e alla ricerca di minuti per spezzare il fiato.

Roma, Pisilli e una storia d'amore a tinte giallorosse
Primavera TIM Cup, Fiorentina-Roma: le autorità presenti