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Storie di Primavera

Diciassette anni dopo, Paolo Montero torna in bianconero. Difensore iconico e rude, l'uruguaiano ha fatto la storia della Juventus da giocatore e adesso fa ritorno a Torino, con l'obiettivo di crescere i giovani bianconeri del futuro. Dopo due anni di gestione targata Andrea Bonatti, la Primavera passa di mano e cambia volto, di pari passo con l'Under 23 che ha salutato Lamberto Zauli ed è pronta a ripartire da Massimo Brambilla. La Juventus ha deciso di affidare a Montero la panchina dell'Under 19, l'ultimo step del settore giovanile prima del salto – seppur agevolato – nel calcio dei grandi. All'ombra della Mole ritroverà un ambiente profondamente cambiato rispetto ai suoi trascorsi a cavallo tra gli anni novanta e duemila. Ma, al tempo stesso, ritroverà un grande amico come Gianluca Pessotto, suo ex compagno di squadra e oggi direttore sportivo della Primavera bianconera. Due icone del passato juventino che collaborano per la crescita dei talenti del futuro.

RITORNO A CASA

Montero lo ha detto senza mezzi termini: “Sono molto emozionato, contento di essere tornato dopo tanti anni. Ho sempre sentito la Juventus come casa mia”. Paolo ha vissuto a Torino ben nove anni della sua vita, dal 1996 al 2005. Quasi un decennio, condito da 277 gettoni con indosso la maglia della Vecchia Signora e soprattutto da ben 10 trofei, più uno, il noto Scudetto del 2004-2005, revocato dalla giustizia sportiva. Al netto di questo, nel palmares dell'ex difensore ci sono la bellezza di 4 campionati italiani, 3 Supercoppe italiane, 1 Coppa Intercontinentale, 1 Supercoppa Europea e 1 Coppa Intertoto. Una bacheca di tutto rispetto da giocatore, un bagaglio di esperienza enorme che il nuovo tecnico dovrà riuscire a trasmettere ai giovani prospetti del vivaio. Montero incarna i valori del DNA bianconero e ci ha messo un attimo per ricordarli: “Adesso non ci sono scuse, bisogna fare i fatti e bisogna lavorare”. 

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GLI INIZI IN SUDAMERICA E L'ESPERIENZA ALLA SAMBENEDETTESE

Il suo percorso da allenatore è più breve rispetto alla lunga carriera da calciatore, ma in pochi anni Paolo ha saputo costruirsi un percorso importante. Dopo gli inizi in patria nel Peñarol – il suo primo club anche da giocatore -, la “Pigna” ha fatto esperienza in Argentina, sulle panchine di Boca Unidos, Colón e Rosario Central. Poi, nel 2018, l'approdo in Italia e l'ottenimento della qualifica UEFA A, in quel di Coverciano. La Sambenedettese gli dà fiducia e Montero la ripaga in pieno. In due stagioni, intervallate da un breve esonero, il tecnico uruguaiano porta per due volte la squadra marchigiana ai play-off del campionato di Serie C. Molto rilevante soprattutto la qualificazione del secondo anno, con la società afflitta da un grave dissesto societario che la porterà poi al fallimento. Un'esperienza tosta ma formativa per Montero, che mette in mostra una squadra aggressiva, corta e concreta. Il suo è un calcio pragmatico, che rispecchia il suo carattere da ex difensore ruvido e senza fronzoli. Caratteristiche che sembrano cucite su misura per la panchina della Primavera della Juventus, la sua prossima sfida. 

OBIETTIVO AMBIZIOSO: VINCERE CON I GIOVANI

Il compito che gli richiede la Juventus è decisamente stimolante. Dopo essere arrivata ad un passo dalla finale di Youth League, la società bianconera vuole riprovarci. La doppia eliminazione in semifinale – sia in Europa che nella corsa Scudetto – ha tracciato la strada: in Italia, inoltre, la vittoria del campionato a livello di Primavera manca da ben 16 anni. Troppi, per un club come la Juventus che ha fatto della vittoria una ragione di vita. A rendere ancora più stimolante l'avventura di Montero si aggiunge il fatto che la Juventus, per linea societaria, non utilizza fuoriquota. Il gruppo dell'Under 19 sarà infatti interamente composta dall'intrigante annata del 2004, che già nella passata stagione ha acquisito un importante bagaglio di esperienza, e da tanti prospetti del 2005 tutti da scoprire. Montero dovrà essere bravo a far adattare il prima possibile i più giovani alla nuova categoria, valorizzando i migliori prospetti. Con l'obiettivo, chiaro e condiviso, di renderli pronti al salto nell'Under 23. Crescita e risultati di pari passo: è questa la missione di Montero nel suo ritorno a casa. 

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