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Italia U21, Pafundi: “Ho vissuto momenti difficili, ci ho messo un po’ a superarli”. Poi il consiglio a Camarda

Simone Pafundi protagonista con l’Italia U21: lascia il rigore a Berti, dimostra maturità e leadership. Le sue parole e la crescita personale.

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Simone Pafundi
Pafundi

Anche senza trovare la via del gol, Simone Pafundi è stato uno dei protagonisti più brillanti del match tra Italia U21 e Armenia, giocato a Cesena. A catturare l’attenzione, più che una giocata o una rete, è stato un gesto di grande maturità: ha lasciato il calcio di rigore a Tommaso Berti, all’esordio con la maglia dell’Under 21 e idolo locale, essendo cresciuto proprio nella città romagnola.

Un gesto non da poco, sottolineato anche dal ct Baldini al termine della partita. Ma è stato lo stesso Pafundi, intervistato da Rai 2, a spiegare il perché di quella scelta: “È stato un bel momento, penso che Tommaso meritasse questa gioia, era la sua serata ed è stato giusto così. Inizialmente non voleva tirarlo, per questo gli ho lanciato il pallone, bisognava dargli una spinta. Era destino che la palla entrasse, sono felice per lui”. Un atto di generosità che racconta molto della crescita di Pafundi, oggi più consapevole e maturo, pronto a mettersi a disposizione della squadra anche quando non è sotto i riflettori.

Una squadra vera: il gruppo costruito da Baldini

Oltre al risultato positivo, la prestazione contro l’Armenia ha confermato la bontà del lavoro portato avanti da Baldini, che sta costruendo un’Under 21 solida, unita e determinata. Lo spirito di squadra emerge chiaramente anche dalle parole dello stesso Pafundi: “Non siamo stupiti dei risultati, perché sappiamo di essere un gruppo forte. Stiamo lavorando bene con il mister, questo è solo l’inizio. Stiamo riuscendo a giocare con grande intensità, con principi di gioco chiari e per ora è andato tutto bene. Dobbiamo continuare così, anche con l’Armenia”.

Nonostante l’Armenia sia fanalino di coda nel girone, Pafundi invita a non abbassare la guardia: “Dobbiamo sempre dare il massimo, lo abbiamo visto col Montenegro, quando siamo andati sotto subito 1-0, o in Macedonia del Nord giocando 75 minuti in inferiorità numerica”. Un richiamo alla concentrazione, alla fame e alla mentalità vincente che Baldini sembra aver trasmesso efficacemente al gruppo.

La crescita di Simone: dal debutto con Mancini a uomo squadra

Il giovane talento della Sampdoria, oggi in prestito dall’Udinese, è cambiato molto rispetto al ragazzo che due anni fa stupì tutti debuttando nella Nazionale maggiore con Roberto Mancini. Pafundi stesso ammette di aver fatto un percorso di crescita personale importante, soprattutto nella gestione emotiva: “Sicuramente ero più irrequieto, oggi anche grazie alle esperienze che ho fatto sono più calmo, gestisco meglio le situazioni. Due anni fa il rigore a Cesena l’avrei calciato io” racconta con un sorriso.

Un cambiamento che passa anche per l’umiltà con cui ha accettato le decisioni tattiche, come accaduto nel match in Macedonia del Nord, quando l’espulsione di Moruzzi lo costrinse a uscire per esigenze di modulo: “Mi è ovviamente dispiaciuto uscire, ma l’importante era vincere: è stata una scelta giusta. Chiaramente ho voglia di essere protagonista con questa maglia, ma l’importante sono i risultati e una classifica che in questo momento ci sorride”.

La testa è ora focalizzata esclusivamente sul lavoro: “Sono cresciuto velocemente, sto capendo meglio il mondo dove sono e cerco semplicemente di essere una persona corretta che si comporta bene. Sono concentrato a far bene a Genova e in Nazionale, ho solo da dimostrare, quindi testa bassa e pedalare”.

Camarda e il peso della precocità

Durante l’intervista, Pafundi ha parlato anche del giovane Francesco Camarda, astro nascente del Milan e suo compagno di Nazionale giovanile. Entrambi hanno bruciato le tappe, vivendo esperienze precoci sotto i riflettori, ma in contesti differenti. “Sì, ne parlammo la prima volta un anno fa all’Europeo Under 19, anche se in generale abbiamo vissuto situazioni differenti. Io ho esordito in Nazionale, lui ha vissuto un ambiente come il Milan e penso non sia stato facile gestire la pressione”.

Pafundi si apre anche su un periodo non facile della sua carriera, offrendo un consiglio sincero al compagno più giovane: “Io ci ho messo un po’ a riprendermi: ciò che gli consiglio, se si troverà ad affrontare dei momenti difficili, è di non perdere mai la fiducia in sé stesso e di circondarsi di persone che gli vogliono bene”.

Parole di grande lucidità, che confermano la maturazione di un ragazzo che, nonostante la giovane età, ha già vissuto esperienze che lo hanno forgiato. E conclude con un pensiero affettuoso verso Camarda: “È un giocatore fortissimo, sta battendo ogni record e sono felice per lui: merita tutto questo”.

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