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Lo strano caso di Niccolò Pisilli: da leader in Under 21 a oggetto misterioso con la Roma

Niccolò Pisilli e un momento fatto di estremi
Robert Louise Stevenson ha ideato una figura letteraria, entrata poi nell’immaginario collettivo, che definisce perfettamente il profilo attuale di Niccolò Pisilli: come ne “Lo strano caso del Dr. Jekyll e Mr. Hyde”, il classe 2004 sta vivendo di estremi, di potentissimi picchi di pericolosità alternati a momenti di vuoto. Alla Roma appare molto indietro nelle gerarchie, ma non appena cambia pelle riacquisisce quello sguardo famelico, trasformandosi nel “fattore X” di un’Italia U21 di cui è assoluto accentratore. Proviamo dunque a mettere ordine, ricercando i potenziali motivi dietro questa curva di rendimento pressoché inspiegabile.
Il minutaggio è la chiave?
Il discorso è ovviamente legato a doppio filo ad un impiego già di per sé agli antipodi: se per Baldini e la sua Nazionale U21 Pisilli rappresenta un tassello imprescindibile, per Gasperini è invece un puro e semplice rincalzo. Nella Roma infatti, figura come il penultimo per impiego in questo inizio di stagione: 63 i minuti accumulati in 3 spezzoni di gara tra Serie A ed Europa League; dietro di lui soltanto Jan Ziolkowski (28 giri di lancette). In sostanza, nonostante 4 posti disponibili tra trequarti e mediana, l’azzurrino parte dietro chiunque nelle gerarchie dell’ex tecnico dell’Atalanta: Baldanzi lo ha (quasi) doppiato, con 121 minuti giocati; El Aynaoui è arrivato a quota 273; perfino Lorenzo Pellegrini, ostracizzato dalla piazza, ha collezionato 294 minuti marchiando a fuoco il derby. Inarrivabili infine, Cristante e Koné, rispettivamente a 596 e 630 giri d’orologio.
In poche parole, se molti possono affermare di aver giovato dall’arrivo del “Gasp”, per il classe 2004 la scalata verso l’undici titolare sta assumendo le conformazioni di un Gran Premio della Montagna. Pendenza ripidissima, ma soprattutto pochissime chance per mettersi in mostra.
La dissonanza tra gli ideali e il giudizio prodotto dal campo
“Le squadre pro selezionano regolarmente in base alla statura, alla struttura fisica. Vuol dire che non si guarda più all’abilità, alla destrezza, alla coordinazione”. Ebbene, si tratta di uno dei passaggi più interessanti in una recentissima intervista di Gasperini, che certifica come il lavoro di ricerca e valorizzazione del talento vada ricalibrato, orientato nuovamente verso altri parametri, più tecnici e meno incentrati sulla struttura fisica. Eppure, nel caso della sua Roma, il campo sta producendo un verdetto quasi agli antipodi rispetto alle sue parole. Il tecnico al momento preferisce una mediana con muscoli, dinamismo e presenza, relegando ai margini invece l’estro e la creatività di alcuni profili. Insomma, se si fosse davanti ad un prodotto cinematografico potremmo affermare come manchino dei raccordi di montaggio.
C’è qualcosa che ci sfugge, dei passaggi intermedi in un processo che al momento collega le dichiarazioni di cui sopra alla gestione di Pisilli e altri suoi compagni.
Baldini se lo coccola
Chi invece è già stato travolto in pieno dal potenziale di Niccolò Pisilli è Silvio Baldini. Il nuovo corso dell’Italia U21 è tutto nel cambio di passo e di status all’interno della squadra da parte di quello che ad oggi è leader tecnico e carismatico. È lui il primo ad alzare le linee di pressione, a guidare la riaggressione, spesso anche a concludere verso la porta. Tre presenze in questo nuovo disegno tattico, da interno con licenza di sganciarsi in avanti, e il risultato è stato detonante: ottimo impatto con Montenegro e Macedonia, doppietta che ha mandato al tappeto la Svezia.
Adesso, la palla passa nuovamente a Gasperini, che deve ancora trovare la chiave di volta per coinvolgerlo nel suo progetto tecnico. Anche perché relegare ai margini un talento di questo calibro, sarebbe veramente un peccato, considerando il ruolo che potrebbe avere da legante con l’ambiente. Romano, romanista e da sempre nella scuderia dei giallorossi: un erede ideale dei più grandi.
Luca Ottaviano
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