Nazionali Giovanili
Mondiali U17: ecco l’Uzbekistan, il prossimo avversario dell’Italia agli ottavi di finale
Caratteristiche e identikit dell’Uzbekistan, prossimo avversario dell’Italia di Favo agli ottavi di finale del Mondiale U17
Alla scoperta dell’Uzbekistan, l’underdog per eccellenza sulla strada dell’Italia
I Mondiali U17 entrano nella fase clou: i sedicesimi hanno concluso la prima scrematura, con tante vittime illustri e alcune realtà insospettabili che hanno completato la metamorfosi da squadre cuscinetto a vere e proprie mine vaganti. Tra queste, inseriamo sicuramente l’Uzbekistan, che ha già tarpato le ali della Croazia e ora vuole un altro scalpo importante nella strada verso una leggendaria impresa.
“Bizning Jamoa”, un urlo di battaglia che riecheggia nel Mondiale U17
Come la “Haka” per la Nuova Zelanda, anche l’Uzbekistan U17 ha un suo motto. Una frase secca, concisa, ma allo stesso tempo significativa e profonda. “Bizning Jamoa”, tradotto in italiano: “La nostra squadra”. Ebbene, nel linguaggio universale di chiunque abbia fatto parte di uno spogliatoio, questo ti dà spirito di appartenenza, voglia di lottare per qualcosa di comune, che vada oltre il campo. È la squadra di tutti, anche di chi per primo non credeva nell’impresa di battere la Croazia ai sedicesimi di un Mondiale. L’essenza dell’essere underdog, di partire senza il favore dei pronostici e di costruire la propria storia partita dopo partita, inanellando una serie di risultati pazzeschi. In poche parole, l’Uzbekistan ci insegna nuovamente a dare il giusto peso ai “power ranking”, o più in generale alle previsioni dettate soltanto dai rapporti di forza sulla carta.
Il rettangolo verde è il luogo in cui, con spaventosa regolarità, gli asiatici stanno sovvertendo le aspettative. Superato il girone con 2 vittorie e 1 sconfitta, con 6 punti raccolti grazie a 9 gol fatti e 4 subìti, ma soprattutto con la consapevolezza di poter stupire ancora. Ed ecco la prima sliding door: vittoria al cardiopalma contro la Croazia, affondata ai calci di rigore dopo un match di resilienza, spirito combattivo e voglia di lottare. E forse è proprio questo il primo elemento da temere per l’Italia di Favo: l’entusiasmo dilagante che adesso avvolge la “Nazionale dei miracoli”. Adesso infatti, per l’Uzbekistan i sogni non pesano, e non costa nulla spostare lo sguardo sempre più in là. Non a caso, sono gli stessi che hanno vinto la Coppa d’Asia U17 da imbattuti, sbaragliando la concorrenza di Nazionali ben più rilevanti a livello mediatico come Cina, Giappone o Arabia Saudita.
Uzbekistan, la presenza social e il riscontro: una realtà che non arriva dal nulla
Ridurre tutto ad un colpo di fortuna, oppure ad un “semplice” miracolo, sarebbe soltanto superficiale. L’Uzbekistan U17 è una realtà fresca, dinamica, che accetta il cambiamento. Anzi, lo abbraccia per costruire le basi del proprio futuro. La presenza sui social è un segnale che va in questa direzione: la Nazionale Under 17 uzbeka ha un profilo Instagram ufficiale, seguito da circa 50 mila persone, nel quale si crea ancora di più quel contatto con il pubblico. Ebbene, un paese lontano dai radar del calcio che conta, spesso relegato ai margini nella discussione calcistica, ha fatto ciò che altre Nazionali non sono arrivate neanche a pensare. Un’iniziativa di sistema, che avvicinasse gli amanti dello sport ad una categoria per molti sconosciuta, e con risultati francamente sorprendenti.
I giocatori chiave dell’Uzbekistan e dove sono più vulnerabili
I due volti principali della selezione uzbeka si trovano nell’ultimo terzo di campo. Abubakir Shukurullaev e Sadriddin Khasanov, oltre ad essere i capocannonieri con 2 gol nel Mondiale, sono i leader tecnici. In particolare, l’esterno d’attacco classe 2008 è dotato di ottimi tempi negli inserimenti: con uno di questi ultimi ha affondato la Croazia ai sedicesimi, firmando la rete decisiva nell’economia del risultato finale.
Arriviamo al lato nero della luna: l’Uzbekistan infatti è tutt’altro che imbattibile, specialmente per una Nazionale attrezzata come l’Italia. Superata la prima pressione infatti, indietro scricchiolano e non hanno una tenuta difensiva affidabile. Sarà fondamentale quindi trovare gli spazi da attaccare oltre la linea, aggredendo la profondità grazie all’atletismo e all’esuberanza fisica di Elimoghale e compagni. In più, per la conformazione tattica del loro sistema, Inacio potrebbe rappresentare l’innesco fondamentale; quel giocatore che, galleggiando tra le linee, può ispirare le punte depistando i radar difensivi. Un’altra carta da giocare è la pressione sul portatore di palla, alzando i due terzini e costringendo gli esterni d’attacco ad un lavoro più di copertura che di proposta in avanti. L’ultima parola ora, come sempre, passa al campo.
Luca Ottaviano
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