Nazionali Giovanili
Dalla roulette al sogno: il Messico U17 si salva col fair play, abbatte l’Argentina e ora punta il Portogallo
Dai ripescaggi al colpo con l’Argentina: Messico U17 agli ottavi ai rigori. Ora il Portogallo. Gamboa decisivo, Lopez eroe dal dischetto.
Dalla roulette al sogno: agli ottavi per il Messico U17 c’è il Portogallo
Il percorso del Messico U17 in Qatar è già una piccola epopea. Dopo i gironi, una sola vittoria e il destino appeso al punteggio di fair play, la Tricolor sembrava fuori. L’eliminazione dell’Arabia Saudita ha riaperto tutto e spinto la squadra ai sedicesimi. “La partita del Mali è stata una vera ancora di salvezza…” ha ammesso il ct Carlos Cariño, raccontando la tensione nel ritiro. Il giorno dopo, la paura scampata si è trasformata in energia: 2-2 con l’Argentina e qualificazione ai rigori.
La notte di Luis Gamboa
L’immagine simbolo è Luis Gamboa in lacrime. L’esterno dell’Atlas ha firmato la rimonta con una doppietta di tecnica e coraggio, ribaltando l’1-0 albiceleste prima del pari in extremis di Closter. Sugli spalti c’era sua madre, e per Gamboa questa notte ha il sapore del sogno realizzato. A 17 anni è passato da giocatore di sistema a volto copertina del Messico U17.
Lopez, dall’errore all’eroe
L’altra faccia è quella di Santiago Lopez. Sul 2-2 un’uscita sbagliata sul cross regala all’Argentina il pareggio, ma il portiere non crolla. Nella serie dal dischetto para un rigore e trasforma quello decisivo. “Capita di sbagliare, ma non puoi rimuginarci… devi pensare a ciò che viene dopo”, ha spiegato. Sapeva che avrebbe calciato il quinto rigore e ha scelto di prendersi la pressione per trasmettere calma ai compagni.
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L’idea di gioco di Cariño
Il merito del Messico non è solo emotivo. La Tricolor ha una struttura chiara: linee compatte, esterni aggressivi, letture rapide nella transizione offensiva. Quando può correre fa male, quando deve soffrire resta dentro la partita. È il manifesto tattico di Cariño: restringere il campo agli avversari e allargarlo appena riconquista palla.
Un paradosso che fa la forza
La storia del torneo vive su un paradosso: la sopravvivenza è passata dal fair play, poi il percorso è stato cementato da personalità e nervi saldi. Due qualità che raramente convivono in squadre così giovani. Per questo il Messico, pur arrivando dai ripescaggi, oggi si percepisce competitivo contro chiunque.
Ora il Portogallo
Ora arriva il Portogallo, macchina da gol da 15 reti e banco di prova altissimo. La chiave sarà tenere ordinata la prima pressione per disturbare l’uscita palla lusitana, proteggere meglio l’area sulle palle laterali e continuare a colpire in campo aperto. Serviranno il Gamboa devastante visto con l’Argentina, il Lopez glaciale dal dischetto e il lavoro “oscuro” di chi allunga la squadra in avanti e la compatta dietro. Nello spogliatoio la sensazione è che il peggio sia passato e il meglio debba ancora arrivare: questa Tricolor, nata dal fair play, ora non vuole più guardarsi indietro.
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