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“Non siamo outsider”: McDonnell gela il suo Canada e accende il sogno dell’Irlanda U17

Grady McDonnell decisivo: Canada ko ai rigori 9–8. Irlanda U17 agli ottavi del Mondiale in Qatar, ora sfida alla Svizzera.

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“Non siamo outsider”: McDonnell gela il suo Canada e accende il sogno dell’Irlanda U17

Grady McDonnell ha vissuto una notte che non dimenticherà mai. Nato e cresciuto in Canada, ma con un nonno irlandese e il cuore tinto di verde, il centrocampista del Club Brugge è stato uno dei grandi protagonisti del passaggio della Repubblica d’Irlanda agli ottavi della Mondiale U17 in Qatar, eliminando proprio il Canada ai rigori dopo l’1-1 dei tempi regolamentari. Freddo dal dischetto in una serie infinita (9-8), non ha tremato nel momento più pesante. A fine gara, con ancora l’adrenalina addosso, ha raccontato: “È stato pazzesco. Conosco circa tre quarti della squadra del Canada… ma il cercare di vincere è l’unica cosa a cui penso. Rappresentare l’Irlanda a un Mondiale significa tantissimo”.

Dal Vancouver al Club Brugge

Il 2025 era già l’anno della svolta nella sua carriera: a gennaio l’addio al Vancouver FC – dove aveva debuttato a 16 anni – e la firma con il Club Brugge, uno dei migliori trampolini in Europa per i giovani. Dinamico, instancabile, capace di coprire campo e di inserirsi con tempi perfetti, in Qatar aveva già lasciato il segno con un gran colpo di testa nel 2-1 all’Uzbekistan. Contro il Canada ha aggiunto un’altra prova di maturità e tenacia in una gara accesissima: vantaggio irlandese firmato da Michael Noonan (terzo gol nel torneo), pari nel finale di Sergei Kozlovskiy e poi la lotteria dal dischetto.

Glaciale dal dischetto

Nonostante il peso emotivo della sfida, McDonnell si è presentato sul dischetto con una calma quasi disarmante. Quel gesto, però, nasce da tanto lavoro nascosto. “Io e mio padre ci allenavamo tantissimo sui rigori ai tempi di Vancouver”, ha spiegato. “Mi sono immaginato di essere di nuovo su quel campo. Sapevamo cosa avremmo fatto ai rigori, siamo rimasti fedeli al piano”. Una routine mentale precisa, costruita negli anni, che lo ha aiutato a trasformare un momento di enorme pressione in un gesto naturale, da giocatore già formato.

Un leader umile per un’Irlanda ambiziosa

L’allenatore Colin O’Brien ne tratteggia il profilo con parole importanti: “Grady è con noi da quando aveva 13-14 anni. È un giocatore totale, dà sempre tutto. È umile e si integra alla perfezione nel gruppo”. Ora arrivano gli ottavi contro la Svizzera, con l’Irlanda che non vuole più sentirsi outsider. Parola di McDonnell: “Credo che stiamo facendo girare molte teste. La gente può vederci come outsider, ma non lo siamo affatto. Io sono convinto che arriveremo fino in fondo”. A dare un’ulteriore spinta, anche l’eco dell’impresa della Nazionale maggiore: “È stata una bellissima notizia con cui svegliarsi stamattina!”.

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