Nazionali Giovanili
Italia U21, Ekhator guarda alle prossime partite: “Vogliamo vincerle entrambe”
In conferenza stampa, il giovane attaccante dell’Italia U21 Jeff Ekhator ha messo nel mirino sulle prossime due gare.

Jeff Ekhator, il 5 ottobre nel destino: due gol in Serie A nello stesso giorno
Ci sono date che diventano segni del destino, e per Jeff Ekhator il 5 ottobre è una di quelle che non si dimenticano. In appena due anni di carriera tra i professionisti, l’attaccante del Genoa ha già scritto un piccolo capitolo di storia personale: due gol in Serie A, entrambi segnati nello stesso giorno ma a un anno di distanza.
Il primo, nel 2024, nella roboante vittoria per 5-1 contro l’Atalanta. Il secondo, solo pochi giorni fa, contro il Napoli campione d’Italia: un colpo di tacco straordinario, da fuoriclasse puro, che ha fatto il giro del mondo. Un gesto “alla Bettega” o “alla Crespo”, a seconda dei gusti, ma che soprattutto racconta l’essenza di Ekhator: fantasia, istinto, coraggio e quella punta di incoscienza che appartiene solo ai giovani destinati a lasciare il segno.
Dall’oratorio Don Bosco alla Serie A
Dietro quel gol spettacolare si nasconde una storia di crescita, sacrificio e appartenenza. Jeff Ekhator, di origini nigeriane ma genovese d’adozione, ha cominciato a giocare all’oratorio Don Bosco, lo stesso dove un tempo muoveva i primi passi Andrea Cambiaso. Da lì, passo dopo passo, ha scalato tutte le categorie del settore giovanile rossoblù fino a guadagnarsi la fiducia di mister Gilardino e la promozione in prima squadra.
“Ho ricevuto tanti complimenti, soprattutto dalla mia famiglia – racconta – ma so che la cosa più importante per un centravanti non è come segni, ma riuscirci. Quel gol resterà speciale, però il mio obiettivo è continuare a migliorare e aiutare la squadra.”
Parole semplici, che riflettono la mentalità di un ragazzo che non si è mai accontentato. Chi lo conosce racconta di una dedizione totale, di allenamenti prolungati dopo la seduta ufficiale e di un rapporto forte con la città e i tifosi del Grifone, che hanno imparato a riconoscere in lui un simbolo del futuro.
Tra paragoni illustri e voglia di imparare
Il suo gesto tecnico ha inevitabilmente evocato paragoni pesanti. In molti lo hanno accostato a Bettega e Crespo, due maestri del colpo di tacco. Ma Ekhator mantiene i piedi ben piantati a terra: “Mi dicono che ricordo Crespo, ma penso di somigliare di più a Moise Kean. Cerco di studiarlo: ha movimenti simili ai miei e provo a imparare da lui ogni giorno.”
Per l’attaccante rossoblù, la cura del dettaglio è diventata una vera ossessione: “Sto lavorando molto sul primo controllo e sul gioco aereo. Voglio migliorare la mia capacità di legare il gioco e di dare profondità. Ogni allenamento è un’occasione per crescere.”
Un approccio maturo, quasi maniacale, che ha conquistato lo staff tecnico del Genoa e quello della Nazionale Under 21, dove Ekhator si è presentato con la personalità di chi sa di avere ancora tanto da dimostrare.
L’azzurro come orizzonte
Dopo la ribalta in Serie A, Ekhator ha raggiunto il ritiro dell’Italia Under 21 a Cesena, per preparare la doppia sfida di qualificazione agli Europei. La prima, contro la Svezia, si preannuncia tosta. “Abbiamo sensazioni molto positive – spiega – e siamo carichi per affrontare le prossime due partite. Con la Svezia sarà durissima, ma vogliamo vincere a tutti i costi. Giocare per l’Italia è sempre un’emozione, e promettiamo spettacolo.”
Le parole del ct Paolo Baldini, che ne ha elogiato mentalità e maturità, non lo distraggono: “Fanno piacere, ma devo restare concentrato. Cerco di essere utile dentro e fuori dal campo. La cosa più importante è la mentalità vincente del gruppo: tutti vogliamo crescere e migliorare ogni giorno”.
Maturità precoce e fame di futuro
Nonostante i soli 18 anni (ne compirà 19 l’11 novembre), Jeff parla come un veterano. La fame di chi ha visto il calcio come un’opportunità e non come un punto d’arrivo.
E mentre tanti suoi coetanei stanno ancora trovando spazio nei club, lui sogna di aggiungere un altro capitolo al suo “5 ottobre magico”: magari un gol in maglia azzurra, per rendere ancora più speciale una storia che, a giudicare dall’inizio, è solo all’alba.
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