Nazionali GiovaniliIl calcio dei grandi
Italia-USA, tra Coverciano e Little Italy: da Sinatra a Del Piero, la sfida che intreccia due mondi
Un confronto storico e sportivo che unisce le radici italiane e americane, con gli azzurrini pronti a sfidare una squadra USA in forte crescita e ricca di influenze italiane.

New York e Napoli, Los Angeles e Roma, Chicago e Palermo. Da “Il Padrino” a The White Lotus, da Frank Sinatra a Laura Pausini, da Martin Scorsese a Paolo Sorrentino, Stati Uniti e Italia sono due mondi che si attraggono da sempre. Una relazione fatta di contaminazioni culturali, artistiche e sociali, che va ben oltre i confini geografici. E ora, quella stessa storia si intreccia ancora una volta… su un campo da calcio.
Agli ottavi di finale del Mondiale U20, gli Azzurrini sfideranno gli USA n una sfida che sa di presente e futuro, ma affonda le radici in un passato ricco di legami, passioni condivise e influenze reciproche. Gli Stati Uniti non sono più una comparsa nel panorama calcistico giovanile: la vittoria contro la Francia lo dimostra. E in questa sfida, a rendere tutto ancora più speciale, ci sarà anche il filo invisibile ma resistente che unisce le due culture.
Da Pirlo e Chiellini a Del Piero presidente: le radici italiane del “soccer”
Negli ultimi due decenni, il calcio statunitense ha vissuto una crescita costante, strutturata e ben programmata. E una parte del merito, anche simbolico, è italiano. L’arrivo di Andrea Pirlo nei New York City FC, o quello più recente di Giorgio Chiellini ai Los Angeles FC, ha dato al movimento visibilità, credibilità e – soprattutto – un tocco di scuola italiana, apprezzata in tutto il mondo per rigore tattico e mentalità vincente.
Ma c’è anche chi, come Alessandro Del Piero, ha seminato ancora più a fondo. Nel 2016 l’ex capitano della Juventus ha fondato la LA 10 FC, società dilettantistica con base a Los Angeles, ispirata al numero di maglia che lo ha reso leggenda. Proprio lì è nata una piccola rivoluzione culturale: per la prima volta nella storia del calcio dilettantistico californiano, una squadra ha schierato in campo una formazione mista con due calciatrici – entrambe ex bianconere – sfidando barriere e stereotipi. Anche questo è calcio. Anche questo è Italia in America.
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Non solo pallone: uno scambio culturale che dura da sempre
Il legame tra Italia e Stati Uniti non si limita allo sport. Secondo il rapporto Open Doors 2021/22, l’Italia è la prima destinazione al mondo per gli studenti americani che decidono di studiare all’estero: oltre 30.000 giovani ogni anno scelgono Roma, Firenze, Bologna o Milano per vivere un’esperienza formativa e culturale indimenticabile. Parallelamente, molte famiglie americane conservano nel cognome e nelle tradizioni le proprie radici italiane. Basti pensare che nella rosa USA che sfiderà gli azzurrini, ci sono almeno due giocatori con legami diretti con l’Italia.
Benjamin Cremaschi del Parma, che ha origini italiane e argentine, e Luca Bombino, attaccante nato in America ma con sangue siciliano, precisamente di Siracusa. Un’ulteriore testimonianza di quanto profondamente intrecciate siano le due culture. E anche al di fuori del calcio non mancano gli esempi: da Frank Sinatra, voce italiana d’America per eccellenza, alla moda di Armani sfilata sulle passerelle di New York, fino ai film di Scorsese, Coppola o Tarantino intrisi di estetica e immaginario italico, viste le loro origini. I due Paesi hanno sempre trovato terreno comune su cui dialogare, influenzarsi, arricchirsi a vicenda.

Cremaschi, Usa, Parma
Sfida mondiale, cuore italo-americano
Quando Italia e Stati Uniti si affronteranno agli ottavi del Mondiale U20, sarà molto più di una semplice partita. Sarà una celebrazione di un legame profondo, che parte dai marciapiedi di Little Italy fino ai campi in erba sintetica della periferia romana, passando per i college, le accademie, le scuole calcio e le famiglie che da una costa all’altra dell’Atlantico si tramandano storie e passioni comuni.
Gli USA arrivano alla sfida contro la squadra di Nunziata in crescita, organizzati e consapevole, come il loro movimento. La vittoria contro la Francia non è stata un colpo di fortuna, ma il frutto di un lavoro lungo anni, sostenuto da investimenti, programmazione e una rinnovata mentalità. Ma dall’altra parte c’è un’Italia che ha già mostrato il suo potenziale e che, nei grandi appuntamenti, sa esaltarsi. E allora sarà calcio, certo. Ma anche cultura, storia, identità. Sarà USA–Italia, ancora una volta. Dentro e fuori dal campo.
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