Nazionali Giovanili
Italia U21, Pafundi-Berti: quando i gesti valgono più delle parole… Baldini insegna

Italia U21, una vittoria che conferma dei grandi passi in avanti
Serviva una ripartenza, anche a livello concettuale e nella forma: la scelta di Silvio Baldini a capo dell’Italia U21 andava in questa direzione. Ebbene, dopo le prime tre giornate del girone di qualificazione agli Europei di categoria, il cambio di passo è a dir poco evidente. Il 4-0 alla Svezia è l’ennesima masterclass fornita dall’ex tecnico del Pescara: linee di pressione altissime, a mangiare campo in avanti; riaggressione sempre organizzata e palleggio rapidissimo e funzionale ad attaccare la porta avversaria con tanti uomini. Eppure, l’innesco della nostra analisi arriva al tramonto di una partita che era finita nella sostanza già nella prima mezz’ora. Il rigore consegnato a Tommaso Berti, sotto il suo cielo e nella sua casa (il Manuzzi di Cesena) è la dimostrazione chiara che il gruppo è unito sotto gli stessi ideali.
Il trionfo di una chimica di squadra inossidabile
Dove ricercare l’origine di questa coesione pazzesca, quasi improvvisa? Un nome e un cognome: Silvio Baldini. Il nativo di Massa ha preso in consegna l’Italia U21, l’ha ribaltata come un calzino che era stato messo a rovescio in lavatrice, e ci ha riconsegnato un contesto totalmente diverso. Famelici, con lo sguardo di chi può mordere la preda in ogni momento. Ma soprattutto, consapevoli del proprio talento e della strada tracciata da una filosofia di gioco propositiva, che non specula sull’avversario. In questo scenario, il 4-3-3 non è un mantra vuoto, o un puro e semplice puntiglio concettuale: il sistema è infatti ideato per valorizzare tutte le caratteristiche migliori di un gruppo che sa pensare in verticale, ma sa anche abbassare la temperatura e organizzare una prima costruzione meno frenetica.
Nella partita contro la Svezia, sublimazione tecnica di ogni principio innestato da Baldini nel suo gruppo, si sono viste entrambe le facce di questa scintillante medaglia. C’è stata un’Italia feroce, sempre protesa in avanti e con il linguaggio del corpo di chi è in pieno controllo del campo e dei ritmi della partita. Ma abbiamo visto anche degli azzurrini più calcolatori, in una parte centrale del secondo tempo in cui serviva allentare leggermente la tensione per alimentare la sfuriata finale.
Perché il rigore consegnato a Berti è un punto di svolta
Lo abbiamo già spiegato nell’introduzione: tutte le analisi sull’impatto determinante a livello tecnico e di temperamento, passano in secondo piano rispetto ad un particolare evento. Siamo al 93′ di un match che attende solo i titoli di coda, ma Fini ha dei piani diversi per il futuro: sgasa sulla sinistra e si fa tamponare in area. La palla la toccano un po’ tutti: Pafundi però, cerca con lo sguardo una persona in particolare e gli consegna il pallone, abbracciandolo e invitandolo a calciare. Si tratta di Tommaso Berti, anima del Cesena che aveva centrato la promozione in Serie B nell’estate 2024: così, sotto gli applausi scroscianti del pubblico, in quella che da ormai tre stagioni è la sua casa, l’ex Primavera della Fiorentina mette i lucchetti al match.
È un gesto che non passa inosservato. Lo stesso Silvio Baldini dalla panchina sottolinea come sia interamente frutto dei ragazzi in campo, esprimendosi con un eloquente: “hanno fatto una cosa meravigliosa”. Non possiamo aggiungere nulla di più significativo, a parte provare a mettere l’accento su cosa rappresenti un evento simile. L’Italia U21 si è finalmente compattata, sotto un generale che sa essere di ferro o anche più malleabile, ma intorno a degli ideali inossidabili. E con questa fiducia ritrovata, sognare non è più soltanto lecito, è un obbligo: all’orizzonte, gli Europei 2027 ancora da conquistare sul campo. Il punteggio pieno e i segnali offerti dalla squadra però, fanno ben sperare.
Luca Ottaviano
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