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Italia U21, la conferenza stampa di Baldini

È iniziata ufficialmente l’avventura di Silvio Baldini sulla panchina dell’Italia U21, con il raduno degli Azzurrini presso il Centro di Preparazione Olimpica di Tirrenia, a pochi chilometri dalla sua natia Massa. Domenica sera, il gruppo si è ritrovato per dare il via a questo nuovo ciclo, che ha avuto il suo primo momento sul campo nel pomeriggio di lunedì, con la prima seduta di allenamento.

Il primo test vero e proprio sarà già decisivo: venerdì 5 settembre alle ore 18.15, diretta su Rai 2, l’Italia affronterà il Montenegro allo stadio “Alberto Picco” di La Spezia, nel match inaugurale delle qualificazioni agli Europei di categoria. A seguire, martedì 9, la seconda sfida in trasferta, a Bitola, contro la Macedonia del Nord, sempre alle 18.15. Di seguito le parole del ct dell’Italia U21, Baldini, in conferenza.

Le prime defezioni e i volti nuovi

La preparazione non è stata esente da ostacoli. Baldini ha dovuto fare i conti con alcune assenze importanti: su tutte quella di Francesco Camarda, che ha lasciato il ritiro. Al suo posto è stato convocato il giovane Jeff Ekhator del Genoa. A ruota, si sono aggiunte anche le indisponibilità di Pietro Comuzzo e Michael Kayode, entrambi rientrati ai rispettivi club. La risposta della FIGC è stata pronta, chiamando in causa Gabriele Guarino, difensore dell’Empoli, che si è aggregato alla squadra per completare il reparto arretrato.

Un’emozione inattesa

In conferenza stampa, Silvio Baldini non ha nascosto l’emozione per questo incarico, definendolo un traguardo tanto sorprendente quanto significativo: “La chiamata della Nazionale alla mia età non me l’aspettavo. È un’emozione in senso positivo, sono felice di essere qui e di aver avuto questo incarico. Una bellissima sorpresa che mi ha riempito di gioia”.

Il tecnico toscano ha raccontato con intensità anche il momento del distacco dalla famiglia, descrivendolo come “unico e speciale”, ma ha sottolineato quanto per lui sia fondamentale non lasciarsi travolgere dalle emozioni: “Cerco di non pensarci, di non mostrarle a un mondo che spesso non lo merita. Certo, quando sarò alla Spezia e sentirò l’inno lo canterò col cuore, perché lì dentro c’è la storia che passa, di chi ha fatto di tutto per rendere l’Italia un paese libero e democratico”.

Cuore, responsabilità e identità

Come sempre accade con Baldini, il piano tecnico si intreccia con la dimensione umana e valoriale. L’allenatore ha parlato dell’importanza del senso di responsabilità e dell’approccio mentale dei suoi ragazzi: “Ho visto ragazzi felici e disponibili, ora dobbiamo far capire loro che abbiamo una responsabilità molto grande e in ogni gara dovremo dare delle risposte, giocando con il cuore. Il cuore è l’unico che indica la strada giusta da percorrere quando si fa un cammino”.

Baldini punta a trasmettere un’identità chiara, fatta di passione, dedizione e autenticità. Nessuno spazio per le maschere o i compromessi: “Ho visto ragazzi felici e disponibili, ora dobbiamo far capire loro che abbiamo una responsabilità molto grande e in ogni gara dovremo dare delle risposte, giocando con il cuore, senza cadere in banali stereotipi, ma il cuore è l’unico che indica la strada giusta da percorrere quando si fa un cammino. Ci tengo che i ragazzi riescano a capire questo concetto”.

Il calcio come arte e vocazione

Il tecnico ex Palermo e Pescara ha voluto ribadire la sua visione del calcio come espressione artistica e vocazione, non come strumento per il solo guadagno: “I calciatori devono comprendere che fanno il mestiere più bello del mondo non per i guadagni, ma perché il calcio permette loro di esprimersi per quello che sono, degli artisti che hanno la possibilità di fare ciò che hanno sempre sognato”.

L’obiettivo è dare vita a un’idea di squadra in grado di divertire, creare emozioni e far sognare i tifosi. La sua ambizione è chiara: “Possiamo far accadere qualcosa di positivo, possiamo andare lontano, vincere un Europeo e un oro alle Olimpiadi. So di espormi alle critiche dicendo questo, ma non mi arrenderò mai all’idea di dover rinunciare ai miei sogni e ai miei obiettivi”.

Gioco offensivo e pragmatismo

Dal punto di vista tattico, Baldini ha espresso una preferenza per i moduli più propositivi, capaci di esaltare le qualità offensive dei giovani azzurri: “L’Italia è piena di talenti, sta a noi avere pazienza e coraggio nel valorizzarli. Cercheremo di farlo anche in Under 21, anche se chiaramente il tempo per lavorare è poco: dovrò essere bravo nel trovare una sintesi al mio lavoro e riportarlo nella maniera più semplice possibile senza fare confusione, spiegando delle piccole regole di atteggiamento che possono premiarci. Siamo una squadra che può giocare 4-3-3 o 4-2-3-1, che reputo i moduli più offensivi in assoluto e quelli più utili a coprire di più il campo. Mi piace vedere giocatori che attaccano la profondità e vanno alla ricerca del gol”.

E, con un tono ironico ma deciso, ha aggiunto: “Quando in TV vedo una partita con 20-30 passaggi di fila senza cross o tiri in porta cambio e vedo altro”. Il messaggio è chiaro: il suo calcio non sarà attendista o conservativo, ma coraggioso, diretto e orientato allo spettacolo.

Con Gattuso per costruire un ponte verso i “grandi”

Quasi in contemporanea, a Coverciano è partita anche l’era Gennaro Gattuso sulla panchina della Nazionale maggiore. Baldini ha avuto modo di incontrarlo e di condividere subito un’intesa speciale: “Sono felicissimo di aver avuto modo di conoscerlo, è una persona bellissima, semplice, diretta, senza filtri, molto rispettosa e abbiamo avuto sin da subito un grande feeling”. Tra i compiti dell’Under 21, oltre ai risultati sportivi, c’è anche quello di formare i talenti in vista del salto tra i “grandi”. In questo senso, Baldini ha chiuso guardando al futuro: “Speriamo che in futuro possano esserci altri Giovanni Leoni o Francesco Pio Esposito”.

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