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Atalanta: Vavassori alla prima convocazione in Under 21, ma la prima squadra…
Dominic Vavassori premiato da Baldini con la prima convocazione in Under 21. Eppure, con l’Atalanta è in un pericoloso limbo…
Vavassori e il paradosso Atalanta
A pochi centimetri dal paradiso, ma con la sensazione di non riuscire mai a toccarlo concretamente: Dominic Vavassori è alla sua stagione della consacrazione, ma l’Atalanta sembra girarsi dall’altra parte. Ad accorgersi del suo exploit è stato Silvio Baldini, che lo ha premiato con la prima convocazione in Under 21, ma la prima squadra appare all’orizzonte come un miraggio ancora lontano…
I numeri con l’Under 23 come certificato di garanzia
Alla seconda annata in Under 23, il tema della crescita di Dominic Vavassori è sempre più centrale. Anzi, sembra creare una forte dissonanza con lo spazio praticamente nullo in termini di minutaggio con la prima squadra. Agendo da seconda punta, a supporto dell’attaccante e galleggiandogli intorno, il 19enne è comunque accentratore e principale innesco del gioco, nonché capocannoniere per distacco della squadra. Nelle prime 12 uscite ha prodotto 7 gol e 2 assist, con una partecipazione attiva al 41% delle realizzate dall’Atalanta in campionato. Un apporto tale giustificherebbe di per sé un attestato di stima maggiore dai piani alti, eppure Juric ha seguito la linea tracciata già da Gasperini nella scorsa stagione. Prima squadra? No grazie, doppio zero nelle caselle delle convocazioni e dei minuti giocati.
Poco importa se l’incidenza in termini di punti ispirati dalle sue giocate è impressionante: si parla di 9 punti su 17 totali; in sostanza più del 50% della classifica dei bergamaschi ha impresso a fuoco il marchio del destro di Vavassori. La gestione del fantasista sta assumendo le conformazioni di un caso. Una deriva pericolosa sia a livello concettuale che tecnico, viste anche le difficoltà nella produzione offensiva di un reparto avanzato che, unendo 7 bocche di fuoco di primissimo ordine, ha ottenuto soltanto 9 gol e 5 assist in Serie A. Eppure, i rapporti ormai logori con Lookman e le prestazioni sottotono di De Ketelaere, Scamacca, Krstovic e Maldini non sembrano essere abbastanza per regalare una chance ad un ragazzo che sta dominando la Serie C.
Il segnale lanciato da Baldini
In questo scenario, la prima convocazione con l’Italia U21 arriva come una manna dal cielo. Rappresenta un segnale di vicinanza, un attestato di stima che dà fiducia per continuare il proprio processo di crescita. A 19 anni, l’opportunità di alzare il livello, quantomeno in Nazionale, è fondamentale. In più, è un modo per raccogliere i primi frutti di un lavoro che altri, al momento, non sembrano avere la forza di vedere. I prossimi due impegni, contro Polonia e Montenegro, saranno due banchi di prova importanti: ci giochiamo il primato nel girone di qualificazione ai prossimi Europei di categoria, e con una doppia vittoria potremmo aver messo sotto chiave il pass per Albania-Serbia 2027.
Da Juric a Palladino: il passaggio di consegne aprirà a Vavassori le porte della prima squadra?
In linea generale, un cambio in panchina porta sempre delle novità, nonché un rimescolamento nelle gerarchie. Raffaele Palladino, oltre ad essere un abile conoscitore del calcio giovanile, porta con sé un pedigree di tutto rispetto nella crescita di talenti oggi ai vertici della Serie A. Nei suoi anni a Monza, ci ha restituito un Nicolò Rovella pienamente consapevole del suo potenziale, dandogli le chiavi del centrocampo e trasformandolo in un regista da Nazionale Maggiore, ormai tassello fondamentale della cabina di regia di Sarri alla Lazio. Il tecnico campano ha anche dato credibilità all’ascesa di Warren Bondo, che oggi dà sostanza alla mediana della Cremonese dopo una fugace apparizione al Milan. In Brianza inoltre, abbiamo assistito alla miglior versione di Valentìn Carboni, talento classe 2005 ancora alla ricerca della sua identità, che in biancorosso aveva trovato 32 presenze, 2 gol e 4 assist.
Nella singola stagione a Firenze invece, spiccano gli exploit folgoranti di Micheal Kayode, terzino classe 2004 oggi inamovibile al Brentford, e Pietro Comuzzo, centrale classe 2005 convocato anche da Spalletti in Nazionale. In sostanza, ci troviamo di fronte ad una personalità che non chiude le porte ai giovani, anzi spesso trova la chiave di lettura giusta per esaltarli e accompagnarli nella propria crescita. Una figura che per Dominic Vavassori potrebbe essere provvidenziale, quantomeno per aprirgli una finestra sulla prima squadra.
Luca Ottaviano
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