Nazionali Giovanili
Italia U17, dalla semifinale mondiale un assist per il futuro: i talenti da tenere d’occhio
Mondiale, il bilancio sull’Italia U17… e un occhio al futuro
Il verdetto ormai lo sappiamo da circa 24 0re: l’Italia U17 dovrà accontentarsi della finale meno prestigiosa, quella per un bronzo ideale da contendere al Brasile. Eppure, il Mondiale è stato una vetrina importante per molti profili che hanno alzato il livello, mostrandosi al mondo a suon di giocate e colpi interessanti. Proviamo dunque a tracciare un bilancio e a spostare lo sguardo, osando anche più in là della linea dell’orizzonte.
Italia U17, gli attori principali del Mondiale… e una triste constatazione
Parliamo dalla nota negativa, che riflette fedelmente la chiusura del nostro calcio di fronte ad un argomento molto delicato. Del gruppo che Massimiliano Favo ha gestito con lucidità e consapevolezza, soltanto due giocatori hanno una finestra aperta verso la prima squadra. Si tratta di Samuele Inacio e Luca Reggiani. Cosa li accomuna? Molto semplice, il club di appartenenza e il fatto che entrambi abbiano sfondato il muro dei confini nazionali per giocarsi appieno le proprie chance. Il Borussia Dortmund infatti, ha puntato le proprie fiche sui due maggiori esponenti dell’Italia “mondiale”, come aveva già fatto con Filippo Mané in passato. A proposito del centrale classe 2005: la programmazione ben calibrata dai tedeschi ha permesso al nativo di Magenta di sgretolare qualsiasi vuoto pregiudizio, arrivando a fare minuti in prima squadra.
Ed è un’equazione che ottiene un’altra dimostrazione se applicata al caso di Andrea Natali, nel passato recente un leader tecnico e carismatico dell’Italia U17, fuori invece dall’orbita del calcio nostrano da quando ha 12 anni e oggi all’Az Alkmaar, in prestito dal Bayer Leverkusen. Tutti gli altri protagonisti della spedizione in Qatar dovranno invece abbattere un muro importante: quello dei passaggi intermedi che congestionano il processo di crescita dei giovani nel nostro paese. Ecco una rassegna dei talenti più scintillanti della Nazionale Under 17 azzurra, da tenere d’occhio per un futuro (si spera) da protagonisti.
Da Inacio a Longoni, c’è talento in ogni posizione
Un attacco pieno di stelline pronte a brillare
Su Samuele Inacio c’è ormai poco di nuovo da aggiungere: restituisce le vibrazioni dei classici numeri 10 del passato, ed è per questo dannatamente fuori tempo massimo in un calcio in cui il paradigma di riferimento è la capacità atletico e il tempo sui 100 metri. Eppure, trasforma questo suo essere fuori contesto nella sua più grande forza: ha il senso della giocata, sa mandare in porta i compagni, illeggibile tra le linee e incisivo nell’ultimo terzo di campo. Non vi basta? Aggiungiamo anche i 4 gol e 2 assist messi a referto finora in 7 partite al Mondiale, dove ha recitato il ruolo di attore principale, di innesco della proposta offensiva ma anche di fine ultimo della manovra.
Nella porzione offensiva del campo, il fantasista non è solo: Thomas Campaniello è salito in cattedra dagli ottavi in poi, mettendo sotto chiave la vittoria con l’Uzbekistan con una doppietta e siglando il gol vittoria contro il Burkina Faso. Con lui, ci si attende molto anche da Destiny Elimoghale e Antonio Arena, i due classe 2009 che hanno lanciato qualche segnale interessante confezionando le vittorie con Repubblica Ceca, Sud Africa e Bolivia. Chiude il reparto Simone Lontani, top scorer con il Milan Primavera e nel Mondiale usato come coltellino svizzero da Favo per la sua capacità di legare il gioco e di saper attaccare anche la profondità.
Centrocampo, tra scoperte e conferme
Quella di ieri è solamente una nota stonata in uno spartito quasi perfetto: Andrea Luongo rimane un prospetto da seguire con attenzione. Il numero 7 è un formidabile equilibratore di gioco, che abbina transizione offensiva a ottime scelte nella prima costruzione. 1 assist per lui nella rassegna mondiale, ma anche tanto lavoro sottotraccia. Vincenzo Prisco invece ha aumentato i giri del motore, sfilando le chiavi della cabina di regia dalle tasche di Baralla e confermandosi come ottimo indicatore della temperatura di squadra. Detta tempi e spazi, ma soprattutto non perde quasi mai il possesso del pallone.
In difesa, l’Italia U17 ha due colonne portanti
Togliamo dall’equazione l’unico inciampo dell’intero torneo, ovvero lo scivolone ieri contro l’Austria. Luca Reggiani porta leadership e presenza, mentre De Paoli sta crescendo moltissimo nelle letture ed è roccioso sul piano fisico. Sulle corsie, Iddrisa e Mambuku (1 gol nella competizione per il primo, 1 assist per il secondo) offrono progressione e frequenza di passo, mentre nella propria metà campo c’è ancora qualche dettaglio da sistemare, specialmente in copertura. Infine, tra i pali c’è Alessandro Longoni, ennesimo prodotto del vivaio del Milan, che quando si tratta di portieri è una garanzia. 4 clean sheet nel torneo per lui, con tante ottime parati e una comunicazione (anche non verbale) che mette sicurezza al reparto.
Luca Ottaviano
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