Nazionali Giovanili
Dal Mondiale U20 all’Italia di Gattuso: Dimarco, Pio Esposito… e i nomi per il futuro
Il Mondiale U20 è da sempre una vetrina importante per i giovani: dal passato diversi ragazzi hanno raggiunto la chiamata dell’Italia e in futuro potrebbero essercene altri.

Italia, il Mondiale U20 come vetrina per la Nazionale Maggiore?
Parliamo ormai da anni della crisi del nostro calcio nel produrre talenti, e di quanto questa narrazione sia in genere alimentata da una mancanza di coraggio negli ultimi step del percorso di crescita. Così, il Mondiale U20 diventa banco di prova piuttosto attendibile per tutti quei ragazzi che, in un futuro, possono ambire all’Italia di Gattuso. La Nazionale Maggiore ha un disperato bisogno di ricambio generazionale, che può partire proprio dal lavoro di Nunziata e del gruppo stasera impegnato contro gli Stati Uniti per un posto ai quarti di finale.
Dall’Italia U20 ai “grandi”: il salto è possibile
Nel mirino c’è il Mondiale 2026, mentre il presente parla di un girone di qualificazione complicato dai risultati di una Norvegia che sta assumendo le conformazioni di una corazzata. L’Italia di Gattuso però, non può permettersi di fallire il terzo appuntamento consecutivo. Per raggiungerlo, nell’immediato futuro c’è bisogno di un catalizzatore biologico del cambiamento: serve che il talento dei giovani salga in cattedra, a partire dai protagonisti nel Mondiale U20. Nelle attuali convocazioni per i due impegni di ottobre della Nazionale Maggiore, sono 7 i componenti passati per la rassegna continentale Under 20. Forti tinte nerazzurre, visto che 4 giocatori provengono dall’Inter: Pio Esposito era presente nel precedente assalto di Nunziata al Mondiale nel 2023, con la finale persa contro l’Uruguay. Nicolò Barella e Federico Dimarco si fermarono al terzo posto nel torneo del 2017. Infine, Frattesi arrivò alle porte della finale, chiuse però dalla sconfitta contro l’Ucraina nel 2019.
Con loro, anche Marco Carnesecchi (Mondiale 2019), Riccardo Orsolini (5 gol in 7 presenze nel 2017) e Matteo Gabbia (2019). Al momento invece, sono rimasti fuori dall’orbita Nazionale: Alessandro Buongiorno (Mondiale 2019, fermato da una noia fisica); Raoul Bellanova (componente del gruppo del 2019, anch’esso out per un problema agli adduttori); Gianluca Scamacca (semifinale nel 2019, oggi ancora alla ricerca della miglior versione di sé in termini di tenuta).
I papabili per riscrivere il futuro della nostra Nazionale
Partiamo dalla frase che devitalizza qualsiasi tentativo di costruire un dialogo: “In Italia non c’è talento”. Di fronte ad una pochezza di vedute di questo genere, si può rispondere solo con nomi e cognomi di quei giovani che un domani potrebbero diventare i simboli del cambiamento. Tra i pali, Pietro Torriani (costretto a saltare il Mondiale per infortunio) sta dando ottimi segnali al Milan. In difesa, le fasce promettono scintille: la qualità nelle scelte e le doti da regista aggiunto di Mattia Mannini, oppure lo strapotere atletico di Emanuel Benjamin; o ancora, la presenza offensiva di Christian Cama. Al centro della difesa, il primo ministro Andrea Natali, leader tecnico e carismatico che abbina qualità nella prima costruzione a dominio nelle letture e negli uno contro uno.
A centrocampo, intrigante il nome di Emanuele Sala, centrocampista dotato di una splendida doppia fase. Impossibile non citare anche Mattia Liberali, fantasista e genio creativo che può portare quella freschezza e quell’estro che ci manca da tempo tra le linee. In avanti, la coppia gol dell’Inter formata da Jamal Iddrissou e Mattia Mosconi: potenza, senso del gol e capacità nel raccordare il gioco e fluidificare la proposta offensiva. Terminiamo con un nuovissimo protagonista: Marco Romano, esterno d’attacco con dribbling e capacità di vedere la porta, autore di 4 reti in altrettante gare con il Genoa in Primavera 1.
Luca Ottaviano
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