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Yildiz e Vlahovic: lo yin e lo yang di una Juventus alla ricerca di sé stessa

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Yildiz Juventus

Juventus, Yildiz e Vlahovic i due estremi opposta della ricerca di sé

Il cartello “Lavori in corso” è ancora esposto fuori dai cancelli di Vinovo: una Juventus alla disperata ricerca di elementi che possano dare slancio verso il futuro, deve fare i conti anche con elementi meno promettenti. A partire dalla composizione di una squadra che ha bisogno di nuovi leader, ma è costretta a salutare vecchie promesse mantenute solo a metà.

Vlahovic

Vlahovic Fantacalcio

Un rinnovo e un addio dietro l’angolo

Juventus proiettata nel futuro

Lo yin e lo yang, due estremi concettuali che gravitano attorno ad un elemento fondamentale: la Juventus sta ancora cercando una rotta da tracciare per il futuro. Se da una parte arrivano segnali incoraggianti, come il rinnovo con adeguamento per Kenan Yildiz fino al 2030 (con opzione per il 2031), la situazione Vlahovic incarna invece tutti quei nodi ancora da sciogliere. A partire da un quadro dirigenziale abbastanza camaleontico, ancora in divenire in quell’opera di restyling cominciata quando sono stati tagliati i ponti con il passato recente.

Comolli è in carica come nuovo direttore generale da ormai quattro settimane, e come primo atto ufficiale ha scelto Francois Modesto per il passaggio del testimone dalle mani di Cristiano Giuntoli. Il nuovo direttore tecnico quindi potrebbe sbloccare un lavoro che si prospetta estenuante nella composizione della rosa. E il rinnovo di Yildiz è un ulteriore segnale di presenza: dopo un Mondiale per Club da trascinatore e accentratore assoluto, il turco è stato identificato come leader tecnico della Juventus che verrà. Le cifre lievitano fino a raddoppiare rispetto all’ultimo accordo raggiunto quasi un anno fa: si passa quindi da 1,5 3,5 milioni l’anno, con bonus per raggiungere i 4 milioni. Mossa di visione, nonché investitura importante per un talento che specialmente in questa stagione è chiamato a consolidare il suo status da perno centrale di una squadra che ha urgenza di trovare certezze.

Gli ostacoli verso la definitiva chiusura con il passato

L’altra metà della luna, quella più buia, parla di un addio che ormai è una questione di giorni, forse settimane. Dusan Vlahovic sta uscendo sempre di più dall’orbita Juventus, ma per gravitare verso altri lidi ha bisogno dell’offerta giusta, capace di risvegliare quel killer instinct soppresso in parte anche dalla gestione non sempre centrata da parte degli allenatori. Il serbo non vorrebbe rinunciare ai 12 milioni netti che percepirebbe fino al giugno 2026, ma è ormai entrato nell’ordine delle idee che per giocare il Mondiale 2026 da protagonista gli servirà un contesto che possa esaltarlo, non devitalizzarlo. La soluzione quindi potrebbe essere una risoluzione consensuale per cui ancora non c’è l’ok, viste le richieste da 10 milioni di buonuscita dell’ex Fiorentina.

In alternativa, a dire il vero abbastanza remota, il bomber potrebbe trovare una squadra pronta a trattare subito con la Juventus, ma dovrebbe accettare un ridimensionamento consistente delle sue pretese economiche. Oltre al nodo Vlahovic, c’è da definire ancora la questione Conceicao: il Porto sembrerebbe ancora fermo sulla sua posizione, non trovando di suo gradimento la proposta di prestito con obbligo di riscatto. In più, parallelamente alla situazione Vlahovic, si evolve anche la questione Kolo-Muani: il Psg fa ancora muro sulla formula del titolo temporaneo con diritto, per cui è logico aspettarsi che la parola “fine” (per entrambi i possibili esiti) sia ancora lontana.

 

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