Il calcio dei grandi
Yildiz e i dubbi di Cassano. Il 10 risponde sul campo e la Juve segue una strada “pro giovani”
Le parole di Cassano contro Yildiz hanno fatto un po’ di rumore, ma la Juve sembra seguire una filosofia ben precisa e “anti-italiana”

In un Paese in cui il talento giovane spesso viene visto come un rischio, la Juventus sceglie di correre. Mentre Antonio Cassano boccia in parte Kenan Yıldız a Viva el Futbol – “Non ce lo vedo né oggi né domani a fare la differenza ad alto livello” – il campo racconta tutt’altra storia. Classe 2005, gol pesanti in Serie A come contro l’Inter, personalità da veterano e una maglia bianconera che non indossa solo per far numero. La Juve ha deciso di rompere con la tradizione italiana: niente paura dell’errore, ma fiducia e campo. Una piccola rivoluzione, silenziosa ma concreta.
L’Italia del “non è pronto”: perché abbiamo paura dei giovani
Da sempre il calcio italiano è prudente, quasi diffidente, con chi ha meno di una certa età. I giovani vengono spesso gestiti con la logica del “prima o poi arriverà il loro momento”, ma nel frattempo restano fuori, congelati tra promesse e panchine. La frase più ricorrente? “Deve ancora fare esperienza”. Tradotto: non gli si dà fiducia finché non dimostra di meritarla… ma senza giocare, come può dimostrarlo? Va fatta una premessa, non è il caso di Cassano, che spesso si è messo dalla parte dei ragazzi e ne esalta molti, ma alcune sue dichiarazioni su Yildiz sono andate un po’ più verso la strada della “filosofia azzurra”.
Il riflesso di una cultura fatta di giudizi rapidi, severi, quasi impazienti. Eppure, il turco sta crescendo ogni gara. E di 2005 migliori in Italia non se ne vedono. E soprattutto, convince chi conta: i compagni, l’allenatore, la dirigenza.
La nuova Juventus, da bianconera a… verde
La scelta della Juventus è chiara e non nasce per caso. Dopo anni di investimenti su big (spesso sbagliando), la società ha virato su un modello sostenibile e futuribile, appoggiandosi molto anche alla Next Gen. La stagione 2024-25 si è chiusa con la seconda rosa più giovane della Serie A, con un’età media di 24 anni e 288 giorni. Solo il Parma ha fatto meglio. Ma non si tratta solo di numeri anagrafici: la Juve nella scorsa stagione è stata la prima in Italia per minuti giocati da Under 21 tra le big (18%, unica nella top 20 in Europa), mentre club come Inter e Napoli sono rimasti indietro (ora i nerazzurri sembrano aver cambiato piano). Non è un dettaglio. Significa costruire valore tecnico, ma anche economico. Crescere in casa chi, domani, potrà valere tanto o diventare una bandiera. Al centro di tutto questo c’è proprio lui, Yıldız. Ha personalità, gamba, intelligenza tattica e non ha paura del 10 sulle spalle. Soprattutto, ha ricevuto dalla Juve una cosa rarissima nel calcio italiano: fiducia vera, non a tempo determinato.

Kenan Yildiz (screen)
Yıldız, volto di un calcio che può cambiare
Yıldız non è un semplice talento: è un simbolo. Rappresenta una Juventus che ha scelto di cambiare pelle, di non aver paura. Di credere nei giovani senza attendere garanzie. Una squadra che ha smesso di trattare l’età come una condanna e la considera una risorsa. Nel panorama italiano, non esiste oggi un altro 2005 con il suo impatto. Non solo gol e assist, ma leadership tecnica in una squadra che punta alla Champions e al titolo. E non si tratta di una meteora: in Europa già si parla di lui, e la Juventus se lo tiene stretto. Mentre altrove si discute se un ragazzo “è pronto”, a Torino Yıldız è già realtà. Cassano ci perdonerà, ma non siamo d’accordo con lui.
Continua a leggere le notizie di Mondo Primavera e segui la nostra pagina Facebook