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Il calcio dei grandi

Yamal e i social trappola: il Clasico è una lezione a tutti i giovani. Ora l’educazione del talento

Tra social e provocazioni, il talento del Barcellona subisce l’ondata e non incide. Il Karma Real è una lezione per tutti i giovani

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Yamal Real Barcellona

C’è una scena, nel film The Social Network, in cui il giovane Mark Zuckerberg crea un sito per puro divertimento, senza immaginare che in poche ore avrebbe scatenato un uragano. È la perfetta metafora della generazione che vive con un telefono in mano: un clic, una battuta, un post possono cambiare tutto. Nel bene e nel male. E nel calcio, dove ogni parola pesa come un gol, la leggerezza di un ragazzo può trasformarsi in un caso nazionale. È quello che è successo a Lamine Yamal, 18 anni appena compiuti, talento scintillante del Barcellona, travolto da una polemica che racconta meglio di qualsiasi statistica quanto sia difficile crescere sotto i riflettori, con un microfono sempre acceso. Premessa: è fortissimo e continuerà a togliersi soddisfazioni, ma non può sottovalutare il mondo esterno.

Troppa libertà, troppo presto: il caso Yamal in Kings League

Tutto è cominciato lontano dal prato del Clasico, in un contesto “leggero” come la Kings League, il torneo creato da Gerard Piqué che unisce calcio e intrattenimento. Yamal, presidente de La Capital, ha concesso un’intervista che è diventata benzina per il fuoco. “Sono come i Porcinos… rubano, sì. Rubano e si lamentano, ha detto riferendosi al Real Madrid. Una frase che, pronunciata da un ragazzo qualsiasi, sarebbe passata inosservata. Ma Lamine non è un ragazzo qualsiasi: è il simbolo del nuovo Barcellona, il futuro della Spagna.

Le parole hanno scatenato una tempesta mediatica in Liga, con giornalisti, tifosi e dirigenti divisi sulla liceità di certe dichiarazioni da parte di un professionista. Il Real ha reagito con silenzio e rabbia, mentre in casa Barça è scattato l’imbarazzo. La libertà concessa ai giovani campioni sui social e nei media alternativi sta diventando un’arma a doppio taglio: la generazione dei “nativi digitali” non conosce filtri, ma il calcio professionistico non perdona le leggerezze.

Il Clasico e la resa dei conti: “Parli troppo”

Il destino ha un senso dell’ironia tutto suo. Nel Clasico, pochi giorni dopo quelle parole, Yamal si è trovato davanti a chi aveva chiamato “ladro”. Il Real Madrid ha vinto, e in campo Carvajal e Vinícius Jr. hanno colpito due volte: prima con i gol, poi con il gesto universale del “parli troppo”. Una risposta simbolica, pesante, e ancor più significativa considerando che il terzino è anche il suo capitano in Nazionale. Yamal, invece, è apparso nervoso, contratto, lontano dalla brillantezza che lo contraddistingue.

Ha sbagliato scelte semplici, ha cercato giocate complicate, e non è mai riuscito a incidere. La pressione esterna, alimentata dalle sue stesse parole, lo ha travolto. E la lezione è arrivata sul campo, nel modo più crudo e visibile possibile, come confermano le statistiche.

Yamal, una stella da proteggere: il Barcellona e la maturità da costruire

Il Barça ora si interroga: come tutelare un talento così giovane in un’epoca in cui i social sono un’estensione della propria identità? La società catalana dovrà decidere se mettere dei paletti, se filtrare interviste e contenuti, o se lasciarlo crescere attraverso l’errore. Yamal è già finito sotto i riflettori anche fuori dal campo: dalle feste estive con nani e influencer alle storie delle fidanzate, la sua vita privata è diventata un reality non richiesto. Ma è proprio qui che si gioca la partita più importante. Le stelle che brillano più a lungo sono quelle che sanno dosare la luce, non quelle che accecano subito.

Gestire la fama, imparare a tacere, sapere quando spegnere il telefono: sono queste le nuove skills del calcio moderno. Yamal ha tutto per restare in cima per 15 anni, ma dovrà imparare che la partita più difficile non si gioca al Bernabéu o al Camp Nou. Si gioca fuori dal campo, davanti a uno schermo, con milioni di occhi pronti a giudicare ogni parola. Il Clasico è stato un campanello d’allarme. Ora tocca a lui dimostrare di aver capito la lezione.

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