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Il calcio dei grandi

Dal braccio di ferro con lo Sporting al “caso fidanzata”: Gyokeres è sempre più vicino all’Arsenal

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Gyokeres

Gyokeres, un lieto fine ad una storia dall’epilogo pittoresco

Come un thriller che sembra uscito dalla follia creativa di Alfred Hitchcock, il finale della storia tra Sporting Lisbona Victor Gyokeres stava per assumere toni abbastanza spaventosi. La sterzata arriva proprio in un’estate rovente: dai primi segnali di addio, ad uno strappo definitivo con il club lusitano che si consuma come ormai spesso accade nel calcio moderno.

Viktor Gyokeres

Viktor Gyokeres (screen)

Dalla rottura con lo Sporting… a quella con la fidanzata

Dopo l’ennesimo exploit in un campionato che francamente cominciava a stargli stretto, Gyokeres ha deciso di adottare delle misure sicuramente opinabili per manifestare la propria volontà di tagliare i ponti con il Portogallo. Il nativo di Stoccolma infatti, ha prima cercato in tutti i modi di andare via prima della deadline, fissata al primo luglio; in un secondo momento però, è passato alle minacce di non presentarsi al ritiro con lo Sporting. Un punto di non ritorno, al quale purtroppo va legato un episodio della sua vita privata. Per non lasciare alcun legame con la terra lusitana, lo svedese ha chiuso anche la relazione con la sua ex fidanzata, Isabela Aguiar. Segno di una rottura totale e della sua voglia di cambiare totalmente contesto, ma con modalità rivedibili e scelte alquanto brusche.

Uno squalo è pronto a mordere la Premier League

Per lui sarebbe a tutti gli effetti un lieto ritorno: è stato proprio il calcio inglese, in particolare il Brighton, la sua prima esperienza lontano dai confini del suo paese. Lo svedese però, a distanza di due stagioni dall’ultima partita giocata in Championship con il Coventry, torna con la fame degna del suo soprannome. “Il Cannibale” è pronto ad affettare le difese della Premier League, dopo aver terrorizzato il Portogallo segnando con una regolarità spaventosa. Soltanto snocciolando una semplice statistica, si può capire la portata del suo impatto con lo Sporting: in Liga Portugal ha collezionato più reti che partite disputate, per l’esattezza 68 centri in 66 apparizioni. Tradotto: con lui in campo, i biancoverdi partivano da un 1-0 ideale; bisognava soltanto capire quando sarebbe arrivata la prima stoccata.

Ricorda qualcuno da vicino? Esattamente, proprio quell’Erling-Braut Haaland che con lo stesso killer instinct ha mantenuto medie simili con Dortmund e City. E’ nell’ultima stagione però, che tutti i potenziali dubbi sulla reale caratura del giocatore si sono dissolti, nel vento forte che sferza nella terra incastonata tra Oceano Atlantico e Mediterraneo. L’unico che si è materializzato negli incubi di Mbappé per la corsa alla scarpa d’oro: alla fine, è arrivato secondo dietro il francese per 3,5 punti. C’è solo un piccolo dettaglio che diventa centrale e determinante: tra Mbappé e Gyokeres balla una forbice di 8 gol… a favore dello svedese; è il coefficiente però a consegnare il titolo al 9 del Real, visto che la Liga ha un 2x mentre il campionato portoghese un 1,5x.

39 centri e 8 assist in 33 presenze, numeri che hanno poco a che fare con la realtà e che ci restituiscono la dimensione di una furia tecnica pronta ad abbattersi sulla Premier.

Gyokeres e l’esultanza… che divide

Il cinema e il calcio si richiamano nuovamente. In particolare, è l’esultanza di Gyokeres a collegare due mondi solo all’apparenza molto distanti. Quelle mani unite quasi a serrare le sue fauci, in un primo momento fanno pensare ad Hannibal Lecter, il killer che si muove tra toni horror e paura data anche dalla propria assenza ne “Il silenzio degli innocenti”.

Gyokeres esultanza

L’iconica esultanza di Gyokeres (screen)

Non è Anthony Hopkins però la reale fonte di ispirazione del “Cannibale” svedese: come ha chiarito proprio il classe 1998, citando delle linee di dialogo del personaggio, l’esultanza è legata a Bane. Il villain di Batman apparso nel capitolo finale della trilogia cinematografica di Christofer Nolan, ha agito infatti con il favore delle tenebre e si è nutrito dell’indifferenza delle persone per crescere. “A Nessuno importava di chi fossi, fino a quando ho messo la maschera”. Oggi si direbbe: “Aura”.

Luca Ottaviano

 

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