Il calcio dei grandi
Van Bommel, il generale di ferro con un gioco votato all’attacco

Parma, l’allenatore arriva dall’Olanda?
Un anno di inattività, ma anche tanta voglia di rimettersi in gioco: Mark Van Bommel è in pole per raccogliere l’eredità di Christian Chivu. Un Parma che potrebbe trovare nell’olandese una guida già esperta, forgiata da esperienze in campionati diversi e a modo suo vincente. Scopriamo come l’organico potrebbe adattarsi alle scelte dell’ex centrocampista.

Mark Van Bommel (screen)
Van Bommel, il 4-2-3-1 come marchio di fabbrica
Un trademark, qualcosa in cui rifugiarsi anche quando crollano tutte le certezze: per il Van Bommel allenatore, il 4-2-3-1 è una sorta di mantra da non abbandonare. Nella sua esperienza biennale all’Anversa (la più vicina cronologicamente e la più proficua in termini di vittorie), il modulo ha spesso fatto la differenza. Una media punti di 1,79 a partita su 107 incontri ufficiali; oltre a questo, la vittoria del Campionato 22/23, il trionfo nella Coppa del Belgio lo stesso anno e il successo in Supercoppa nel 23/24. Tre trofei che certificano una certa affinità alla vittoria, che abbinata al suo temperamento sicuramente carismatico, ne fanno un nome appetibile per tante panchine ancora vacanti, tra cui proprio quella del Parma.
Il gioco riflette inoltre le sue caratteristiche da giocatore: gestione dei tempi, centrocampo che ragiona su più frequenze e sa quando allentare la presa o stringere la morsa. In avanti, largo all’estro e alla creatività, con gli esterni d’attacco che spesso fanno da raccordo con gli interni di centrocampo e altrettanto spesso ricercano la profondità, per dare meno riferimenti alle difese. La punta centrale è il fine ultimo del gioco: per due anni consecutivi, il miglior marcatore dell’Anversa è stato Vincent Jansen (16 e 10 gol all’attivo), ma la produzione offensiva si nutre anche degli inserimenti delle mezze ali (Ekkelenkamp, altra conoscenza del calcio italiano, nel 22/23 aveva fornito 7 assist e realizzato 5 reti) e dalle giocate degli esterni (i 10 timbri di Muja in due anni sono emblematici).
Van Bommel: chi ritroveresti a Parma?
Si tratta di Mandela Keita e Jacob Ondrejka: i due classe 2002 arrivati proprio dall’Anversa nella sessione di gennaio, e che a Parma hanno già dato scosse forti con le proprie giocate. In particolare, il primo si è reso protagonista anche nella cavalcata del bis Campionato e Coppa, arrivando a toccare le 62 presenze con il club belga e segnando anche un preziosissimo gol durante i playoff scudetto, nella trasferta insidiosa contro l’Union Saint Gilloise vinta poi per 0-2. Nel caso dello svedese invece, Van Bommel ha già sperimentato la sua indole da “Super Sub”, da agitatore a partita in corso: nella stagione 23/24, l’esterno ha realizzato 5 reti e 2 assist in 14 presenze e su un minutaggio di circa 695 minuti.
Perché in fondo è quello che sa fare meglio: entrare, eseguire e dare un significato diverso ai finali di partita: anche a Parma ha cominciato a somministrare questo suo cocktail mortale, mordendo 5 volte a fronte di 12 gare disputate e con una media di 34,6 minuti per partita.
I punti fermi del tecnico e le potenziali sorprese
Va da sé che l’unico trait d’union con il passato, rappresentato da due giocatori in particolare, sarebbe fondamentale. Keita diventerebbe il suo “Van Bommel” nel rettangolo verde, un’estensione di sé in grado di abbinare fase di rottura e conduzione della transizione offensiva. Accanto a lui, un creativo, un regista capace di orientare il film della partita grazie alla sua visione e alle incursioni: Bernabé potrebbe completare la mediana, con Sohm o Hernani ad alternarsi sulla trequarti per dare fisicità e presenza in area.
In difesa, tutto passa dal mercato: Leoni, qualora i ducali resistessero agli assalti di mercato, diventerebbe un punto fermo con Valenti e Vogliacco a dividersi il ruolo di spalla. In avanti, il compito più urgente sarebbe quello di revitalizzare Dennis Man, fondamentale per dare imprevedibilità anche sulle corsie: Bonny infine, sarebbe quasi perfetto per presenza fisica e doti atletiche, da aumentare però la produzione in zona gol (solo 6 centri nella scorsa Serie A).
Luca Ottaviano
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