Il calcio dei grandi
Torino, rottura Cairo-Vanoli: ma di chi sono le responsabilità più grandi?
Dopo il crollo con la Roma, il presidente Cairo attacca Vanoli. Rottura evidente: il tecnico ora è in discussione. Tutti i dettagli.

Dopo il crollo con la Roma, il presidente Cairo attacca Vanoli. Rottura evidente: il tecnico ora è in discussione. Tutti i dettagli
Il 3-0 subito in casa contro la Roma ha messo il punto – amaro e definitivo – a una stagione deludente per il Torino, e ha acceso i riflettori su una rottura ormai evidente tra il presidente Urbano Cairo e l’allenatore Paolo Vanoli. La sfuriata del patron granata nel post-partita e le parole caute ma amare del tecnico in conferenza stampa raccontano un finale di stagione intriso di delusione, recriminazioni e prospettive incerte. Ma dove iniziano le responsabilità di uno e finiscono quelle dell’altro? La contestazione dei tifosi è partita da tempo nei confronti del numero uno granata…

Vanoli Torino
Cairo attacca Vanoli
Cairo non ha usato giri di parole: “Mi aspettavo molto, sono deluso da Vanoli, faremo tutte le valutazioni del caso”. Un bilancio impietoso quello tracciato dal numero uno granata: due posizioni in meno rispetto alla scorsa stagione, 9 punti persi e, soprattutto, una frenata clamorosa nel momento decisivo. Alla 30ª giornata, ha ricordato Cairo, il Torino era a quota 39 punti, esattamente come l’ultima volta in cui aveva centrato l’Europa undici anni fa. Poi, il tracollo.
La goccia che ha fatto traboccare il vaso, forse, è stata anche una frase di Vanoli considerata poco rispettosa dal presidente: il tecnico aveva elogiato idee e progetti di Bologna, Atalanta e Como, suscitando l’irritazione del patron che ha replicato in modo piccato: “Il Bologna ha speso 300 milioni in 10 anni, e negli ultimi 13 anni è stato dietro di noi. Chapeau a loro, ma bisogna guardare le cose in maniera globale, non seguire le emozioni del momento”.
Le responsabilità di Vanoli
Dall’altra parte, Vanoli ha scelto una linea più diplomatica, ma non meno significativa. In conferenza ha ammesso le difficoltà e la flessione finale della squadra, sottolineando come la responsabilità sia soprattutto sua: “Non deve arrabbiarsi con la squadra, ma con me. Se non ci sono state motivazioni e fame, è giusto che sia io a essere chiamato in causa”.
Il tecnico non ha negato un incontro imminente con Cairo, “Domani ci troveremo, è una questione di rispetto e di salutarci”, ma ha evitato di sbilanciarsi sul futuro: “Ho ancora un anno di contratto e la società ha un’opzione. Da domani, sono pronto a pensare alla nuova stagione”. Le sue parole, però, tradiscono la consapevolezza che qualcosa si è rotto: “Se dirà a me quello che ha detto pubblicamente, gli darò spiegazioni. È giusto che sia deluso, lo sono anche io”.

Urbano Cairo
Qual è stato il punto di rottura tra Cairo e Vanoli
Dietro alla tensione esplosa nelle ultime ore c’è un rapporto che si è progressivamente logorato. Cairo ha investito sul mercato di gennaio, portando rinforzi come Casadei, Elmas e Biraghi per alimentare il sogno europeo. Vanoli, dopo una buona ripresa nella parte centrale del campionato, non è riuscito a tenere alta la concentrazione della squadra nelle ultime giornate. Infortuni e assenze hanno certamente inciso, ma il crollo finale ha lasciato pochi alibi.
Anche alcune dichiarazioni pubbliche del tecnico, percepite come poco allineate alla narrativa societaria, hanno incrinato i rapporti: “A volte le mie parole vengono strumentalizzate – ha detto Vanoli – ma con Cairo e Vagnati non ho mai avuto problemi. Se serve, chiariremo tutto faccia a faccia”.
Torino, un futuro da scrivere
Ora il futuro è nelle mani della dirigenza. Vanoli, nonostante un contratto ancora valido, rischia seriamente l’esonero. La sensazione è che la società voglia voltare pagina, specie dopo un’annata che ha lasciato l’amaro in bocca a tifosi e ambiente. La cessione possibile di Ricci, nel mirino del Milan, potrebbe aprire un nuovo ciclo tecnico e gestionale.
Intanto, il lavoro del tecnico resta segnato da alti e bassi, ma anche dalla valorizzazione di alcuni giovani come Gabellini, Njie e Perciun, piccoli segnali di una visione progettuale non del tutto assente. Il nodo resta uno: Cairo vuole un Torino protagonista, Vanoli voleva costruirlo. Ma qualcosa, evidentemente, non ha funzionato. E ora il tempo delle decisioni è già iniziato.
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