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Il calcio dei grandi

Sucic-Bisseck, le due chiavi per dimenticare Inzaghi: Chivu e la costruzione di una nuova Inter

Chivu cambia copione all’Inter: Bisseck porta velocità e coraggio alla difesa, Sucic aggiunge fantasia e ritmo a centrocampo. Il nuovo corso nerazzurro riparte dal talento

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Inter Sucic Bisseck

C’è qualcosa di cinematografico nella nuova Inter di Chivu. Come in Inception, il tecnico rumeno sta riscrivendo i livelli più profondi dell’identità nerazzurra, sovrapponendo il vecchio e il nuovo, la solidità di Inzaghi e la voglia di rischio del futuro. Ogni dettaglio è una scelta di regia: pressing più alto, difesa più coraggiosa, costruzione meno prevedibile. E come in ogni film di rinascita, servono protagonisti giovani, capaci di portare energia e sfrontatezza. In questo ruolo, Yann Bisseck e Luka Sucic sono le due chiavi di volta: la forza e la tecnica, la calma e la fantasia. Due ragazzi che non stanno solo cercando di trovare spazio, ma stanno ridefinendo cosa può essere l’Inter post-Inzaghi.

Bisseck, il centrale moderno che libera la manovra

Contro la Fiorentina, Bisseck ha mostrato quanto possa essere importante avere un centrale veloce e aggressivo nel calcio di oggi. Sulle tracce di Kean (uno dei peggiori avversari per impatto fisico e profondità), il tedesco l’ha contenuto atleticamente e mentalmente (gli è scappato solo una volta nel finale), dando equilibrio e sicurezza a una retroguardia che contro il Napoli ha un po’ scricchiolato. Messo al centro della difesa, il classe 2000 gioca con tranquillità, protetto da due braccetti – Bastoni e Akanji – che si alzano in fase di costruzione. Proprio questa disposizione tattica consente all’Inter di avere più ampiezza e linee di passaggio pulite, con il tedesco che copre il campo con autorità e tempi perfetti. Rispetto ad Acerbi, porta un’altra dimensione: meno esperienza, ma più gamba, aggressività e coraggio. È il simbolo della difesa che cambia.

Sucic, l’inventore che illumina la manovra

Se Bisseck rappresenta la nuova solidità, Sucic è l’incarnazione della libertà. Contro la Fiorentina, un colpo di suola alla Luis Alberto ha mandato in visibilio San Siro: un gesto leggero, ma carico di significato. Chivu gli chiede di alternarsi tra le linee, di cercare spazi, di inventare. E il croato, con la sua tecnica e la sua freschezza, sta diventando il perfetto alter ego di Calhanoglu, capace di accendere la luce dove servono idee più che schemi. Mkhitaryan resta un punto di riferimento, ma Sucic offre quella scintilla che rende l’Inter meno leggibile e più viva. È l’imprevedibilità che mancava: gioca di prima, cambia ritmo, rischia la giocata.

Il dopo Inzaghi ha i volti del futuro

Chivu non vuole strappare la tela dipinta da Inzaghi: la sta colorando di nuove sfumature. Il suo obiettivo è una squadra più coraggiosa, più veloce, più verticale. E in questo nuovo copione, Bisseck e Sucic non sono comparse, ma attori principali. L’Inter del futuro non ha più paura di cambiare: costruisce, rischia, corre. E con due giovani così pronti, la transizione non è più un salto nel buio, ma l’inizio di un nuovo film.

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