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Il calcio dei grandi

Strasburgo, strada tracciata per il futuro: dalla sinergia con le Big di Premier ai giovani come motore del cambiamento

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Strasburgo esultanza

Una notte da Re al Parco dei Principi

Hanno sfiorato un’impresa storica, dimostrando in ogni caso di aver tracciato una linea netta, perfino divisiva. Dietro il 3-3 dello Strasburgo contro il PSG c’è la storia di un club che ha cambiato rotta, fidandosi delle proprie idee e non negoziandole per un semplice ma vuoto risultato sul breve periodo.

Dall’Alsazia spira vento di cambiamento

Dal 1974 ad oggi, lo Strasburgo ha affrontato il PSG 77 volte. Eppure, ieri stava riscrivendo la storia del doppio confronto, andando a tanto così da un blitz esterno al Parco dei Principi che di fatto gli alsaziani non hanno mai effettuato. Qual è il catalizzatore biologico del sogno dal quale si sono bruscamente svegliati soltanto al minuto 79? Un investimento ben calibrato, graduale e costante, sulla crescita dei giovani.
Ieri sera, l’undici schierato da Rosenior aveva un’età media di 21,54 anni, con dieci undecisimi nati dopo il 2000. Insomma, la strada tracciata dal PSG con l’avvento di Luis Enrique, ha trovato un primo discepolo che sembra tradurre in campo quei concetti di freschezza e ricerca del talento, ottenendo risultati finora impressionanti.

E in molti in questa stagione hanno abbandonato il proprio vestito da guerrieri e mestieranti, destinati ai bassifondi della Ligue 1, per abbracciare l’ambizione di respirare il profumo della vetta. Nel Parco dei Principi, sono stati tre i protagonisti principali, che hanno indossato lo smoking da gran gala: Diego Moreira, incisivo e con lo sguardo sempre puntato verso i pali, nonché autore del momentaneo 1-2. Joaquin Panichelli, che ha freddato due volte Chevalier e ha legato il gioco con sponde intelligenti. Infine, Julio Enciso con i suoi continui impulsi di talento e Valentin Barco, con quello scavetto geniale per disegnare l’assist dell’1-2. Con una leggerezza quasi spaventosa, al cospetto dei campioni di tutto come fosse la cosa più naturale del mondo.

E soprattutto, con un solo elemento come paradigma di base: il talento capace di sgretolare qualsiasi preconcetto. Lo Strasburgo infatti è l’ennesimo esempio che certifica una sacrosanta verità: si può vincere e ripartire dai giovani.

La sinergia con le Big di Premier League

Sgombriamo il campo dal primo equivoco: lo Strasburgo non è un club satellite di nessuno, ha una sua identità e sta cercando di costruirla grazie ad un percorso delineato. La ricerca della freschezza, del dinamismo e dei colpi di qualità, le giocate risolutive. Il tutto, trovando materiale nella propria accademy e in giro per l’Europa. La sinergia con club come il Brighton o il Chelsea, solo quest’anno ha portato in Alsazia profili del calibro del 2007 Kendry Paez (grande assente nella parata di stelline del Parco dei Principi) e dei 2004 Valentin Barco e Julio Enciso. Gli ultimi due con un’operazione dal costo totale di circa 20 milioni, una masterclass di mercato frutto di visione e programmazione.

La stessa linea che ha portato a vestire l’azzurro il forte centrale classe 2005 Mamadou Sarr (a proposito di prestiti dal Chelsea), il portiere Myke Penders (sempre a titolo gratuito dai Blues). O ancora Lucas Hogsberg, gigante della difesa classe 2006, arrivato dal Nordsjaelland per 15 milioni. La lista non finisce qui: Andrew Obamidele (roccioso mediano classe 2002), Rabby Nzingoula (interno di centrocampo classe 2006, prodotto del vivaio), Mathis Ahnigou (altro ex Chelsea, classe 2006), Stephane Mourabet (2005, fantasista proveniente dal settore giovanile). Concludiamo con Alex LeMarechal (strappato alla prestigiosa scuola Monaco per 6 milioni), Abdoul Ouattara (2005 del vivaio) e Julian Panichelli (capocannoniere della Ligue 1 con 7 centri e pagato 16,50 milioni all’Alaves).

Movimenti ambiziosi, che per ora stanno producendo un secondo posto in campionato e stanno dando profondità alla crescita degli ultimi anni, culminata con l’ingresso in Europa della scorsa stagione.

Luca Ottaviano

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