Il calcio dei grandi
Da Comotto a Liberali: come sta andando l’apprendistato in Serie B per i talenti U20?
Da Popov e Cissé fino a Comotto e Liberali: tra conferme e delusioni, la Serie B è davvero il trampolino giusto per i giovani U20?
 
																								
												
												
											La Serie B è davvero una rampa di lancio per i talenti U20?
Il discorso andrebbe applicato al mondo dei giovani in generale: stavolta però, restringiamo il campo su quei talenti U20 che ai blocchi di partenza promettevano molto, mentre si affacciavano alla prima avventura in Serie B. Il campionato cadetto e la fiducia ostentata in sede di mercato è stata confermata anche dal campo, oppure i giovani trovano ostacoli nel proprio percorso di crescita anche lì?
Bogdan Popov e Alphadjo Cissé: due voci fuori dal coro
Cominciamo con le note più positive, con due ragazzi che non stanno soltanto sfruttando il palcoscenico della Serie B, ma a tratti lo stanno dominando. Animali da palcoscenico, che si esaltano nei momenti di massima pressione: Bogdan Popov è il catalizzatore offensivo dell’Empoli, mentre Alphadjo Cissé è sempre più accentratore in un Catanzaro che ha puntato il mirino sui playoff. Partiamo dai punti di contatto: il numero di gol messi a referto (5), che riflette sicuramente un ottimo tempismo e il killer instinct di chi sa vivere e respirare l’area di rigore. Un altro tratto comune è la duttilità: l’ucraino parte come riferimento offensivo, ma è stato provato anche come seconda punta o come arma letale dalla panchina. L’italiano invece sposta volentieri il proprio raggio d’azione, dal centrocampo fino a diventare attaccante da ultimi sedici metri.
Ed è qui che cominciano i primi contrasti: Cissé non ne ha saltata una, griffando 7 dei 12 punti raccolti dal Catanzaro; incisività spaventosa, visto che il 58,3% del bottino in campionato dei calabresi porta impresso il suo marchio a fuoco. Situazione leggermente diversa per Popov: partenza a razzo con 4 timbri nelle prime 3 uscite; poi, il 2007 sparisce dai radar dei titolari e torna tra i protagonisti lo scorso martedì, con il graffio dell’1-1 contro la Sampdoria. 807 i minuti giocati dal 19enne in prestito dal Verona, 376 quelli del prodotto delle giovanili dell’Empoli. In ogni caso, tanti impulsi molto interessanti e la consapevolezza che, continuando a fornire questo tipo di prestazioni, la loro consistenza nell’undici titolare potrà solo alzarsi.
Alessio Cacciamani e la prova Juve Stabia
È una stagione ancora da decifrare, quella di Cacciamani a Castellammare. L’ultima uscita di campionato però, gli ha regalato una sliding door che il prodotto del Torino ha sfruttato. Impiegato spesso come jolly sulla corsia di sinistra, a Padova è stata l’uscita prematura di Piscopo a regalargli più di un’ora per dimostrare il suo talento. Detto, fatto: strappi in ripartenza, ottime iniziative in transizione, e il primo gol tra i professionisti per confezionare un punto prezioso in una trasferta che rischiava di diventare fastidiosa. Una rete per aumentare i giri del motore, come iniezione di fiducia dopo 6 presenze e 311 minuti totali in campo.
Dall’aspettativa alla delusione: il confine è sottilissimo
Torniamo sulla terra con alcune situazioni piuttosto complicate. Nella sessione estiva di mercato, il Milan ha spedito fuori dalla propria orbita i tre prodotti più interessanti del proprio vivaio. Camarda è rimasto all’ultimo piano, mentre Comotto e Liberali hanno preso l’ascensore e sono scesi di un livello, con la speranza di trovare un contesto che ne esaltasse le qualità mostrate (col contagocce, viste le chance concesse) in rossonero. Eppure, il risveglio dal sogno è stato brusco: per il centrocampista diciassettenne soltanto 111 minuti spalmati in 5 presenze con il Cesena, mentre il fantasista ha messo piede in campo soltanto in 1 occasione in B col Catanzaro, per un totale di 28 minuti.
Insomma, qualcosa si è inceppato nel meccanismo: in parte, gioca un ruolo determinante il cortocircuito culturale che da sempre è ostacolo per la crescita dei giovani. Eppure, alla base deve esserci anche altro, perché le aspettative su questi due ragazzi sono al momento inversamente proporzionali alle chance che hanno ottenuto per brillare. Mancanza di fiducia, obiettivi e ambizioni che non permettono l’impiego di due “teenager”? Probabilmente c’entrano tutte queste variabili, e anche qualcosa in più. Il rebus è più complesso di quanto sembri. E la soluzione va trovata con urgenza, per non rischiare di eclissare dei potenziali talenti molto appetibili.
Mannini, De Pieri e Rubino: impatto sottotono in Serie B
Concludiamo con un tris di nomi abbastanza noti agli appassionati di Primavera: il primo è stato per anni il coltellino svizzero della Roma; il secondo ha vinto un campionato da protagonista con l’Inter; il terzo ha chiuso la scorsa stagione con l’impressionante bottino di 20 gol e 13 assist in 37 presenze. Eppure, tornando al presente possiamo riscontrarne le difficoltà per imporsi nel campionato cadetto. Mannini ha collezionato finora 109 minuti in 4 gare, mentre De Pieri è fermo a 133 minuti arricchiti da 1 gol; infine, Rubino staziona a 61 giri d’orologio con 1 timbro in Serie B. Cronache di un disastro di sistema oppure soltanto un lento e graduale inserimento in uno scenario complicato? Soltanto il tempo fungerà da cartina di tornasole.
Luca Ottaviano
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