Il calcio dei grandi
Serie A, contratti allungati fino a 8 anni: fino a che punto è positivo e cosa cambia
Il decreto legge approvato dal Governo alza da 5 a 8 anni la durata massima dei contratti nel calcio professionistico. Cosa cambia per club, calciatori e Fair Play Finanziario?

Contratti più lunghi: una nuova era per il calcio italiano
Con l’approvazione del nuovo decreto legge sullo sport da parte del Consiglio dei Ministri, la durata massima dei contratti per gli sportivi professionisti, calciatori in primis, passa da cinque a otto anni. Un cambiamento formale, ma con implicazioni sostanziali nei rapporti di forza tra società, calciatori e agenti.
Questa misura, che diventerà effettiva con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, rappresenta una svolta normativa attesa da tempo da molte società di Serie A. L’obiettivo è chiaro: aumentare la stabilità contrattuale e restituire potere negoziale ai club.

Juventus-Roma (Serie A)
Cosa cambia per i club: più potere e stabilità
La nuova norma permette alle società di vincolare i calciatori più a lungo, trasformando i contratti in asset di lungo termine. Questo rende i rapporti con i giocatori più solidi, almeno sulla carta, e tutela i club dalle pressioni per rinnovi o cessioni anticipate.
Tuttavia, resta invariato il limite contabile: il costo del cartellino, ai fini del Fair Play Finanziario UEFA, potrà essere ammortizzato su un massimo di cinque anni. In pratica, anche con un contratto di otto anni, il club non potrà distribuire il valore del trasferimento oltre quel termine.

Saul Niguez, ex Chelsea
Il precedente Chelsea e la risposta dell’UEFA
Il nuovo scenario italiano non è del tutto inedito. In Premier League, il Chelsea aveva firmato contratti ultra-lunghi (Saul Niguez) per diluire l’ammortamento contabile nel tempo, pratica che ha spinto la UEFA a introdurre nel 2023 un tetto massimo di cinque anni per l’ammortamento. La normativa UEFA resta chiara: anche in presenza di contratti lunghi, il valore del cartellino non può essere ripartito oltre cinque stagioni, salvo proroga, che deve comunque rispettare il nuovo termine quinquennale dalla data della proroga.
Una nuova norma: vantaggi e limiti per i club
I principali beneficiari della riforma saranno le grandi società, dotate di risorse e visione a lungo termine. Tuttavia, anche i club minori potrebbero trarne vantaggio, soprattutto per la gestione dei giovani: legandoli a contratti più lunghi, si evita di perderli a parametro zero e si rafforza la posizione nei trasferimenti. Di contro, non è detto che i giocatori più importanti accettino di firmare accordi così vincolanti. La flessibilità contrattuale ha finora rappresentato un’arma strategica nelle mani degli agenti.

Uefa
Calciatori e agenti: un equilibrio da ridefinire
Negli ultimi anni, la forza contrattuale è passata nelle mani dei calciatori e dei procuratori. La sentenza Diarra, ad esempio, ha dato la possibilità di risoluzione anticipata del contratto con un indennizzo spesso minimo.
Con la nuova norma, i club cercano di riequilibrare la situazione: un contratto di 8 anni offre più stabilità e protezione da pressioni esterne. Tuttavia, il Regolamento FIFA (art. 17) consente comunque la risoluzione unilaterale fuori dal periodo protetto (2-3 anni), dietro indennizzo. Anche un contratto lungo non garantisce blindatura assoluta.
Il nodo FIFA e le sfide future
Un altro aspetto cruciale sarà la posizione della FIFA, che attualmente limita la durata dei contratti a 5 anni, salvo eccezioni previste dalle normative nazionali. Con Italia e Inghilterra che ora consentono intese fino a 8 anni, si rende necessario un aggiornamento dell’articolo 17 e una armonizzazione tra diritto sportivo e ordinamenti statali.

FIFA
Anche in assenza di un intervento immediato da parte della FIFA, la normativa italiana consente comunque accordi di maggiore durata, a condizione che siano conformi alle disposizioni UEFA.
Questa nuova possibilità rappresenta un importante riequilibrio nei rapporti tra club e calciatori, offrendo ai primi maggiore flessibilità gestionale. Tuttavia, non modifica le regole contabili UEFA: i club avranno più margini operativi, ma dovranno comunque rispettare i vincoli imposti dal Fair Play Finanziario. Si tratta quindi di uno strumento utile, non necessariamente adatto a ogni realtà, ma particolarmente vantaggioso per chi dispone di progetti strutturati e una visione a lungo termine.
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