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Il calcio dei grandi

Chi è Rio Ngumoha: il “Wonderkid” che ha battuto tutti i record di precocità del Liverpool

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Rio Ngumoha

Ngumoha, benvenuti nel futuro

Nel calcio moderno, ci sono momenti destinati a segnare un “prima” e un “dopo”. Istantanee che rimangono in eterno nell’immaginario collettivo e nel linguaggio. Ebbene, il momento della rete di Rio Ngumoha, eroe del Liverpool al St. Mary’s Stadium, rientra in quella categoria. Stiamo passeggiando nella storia, e ci sono alcuni ragazzi che la stanno riscrivendo.

Due record da predestinato

E’ un termine leggermente inflazionato, ma da quando è entrato questo concetto nella narrazione sportiva (e forse l’anno zero è rappresentato dalla celeberrima copertina di “Slam” con “The chosen one” sulla schiena di Lebron James), è difficile non utilizzarlo. In questo caso però, il termine predestinato sembra avere diritto di cittadinanza. Non solo per il peso specifico di un gol che vale tre punti al 100′ di una partita che si stava trasformando in un incubo per il Liverpool. Il carico simbolico e la portata storica ce la restituisce una particolare classifica: Rio Ngumoha infatti diventa, a 16 anni, 11 mesi e 27 giorni, il più giovane marcatore nella storia dei “Reds”.

Un evento che non necessariamente rappresenta un certificato di garanzia sul futuro di un giocatore, ma che ci fa percepire al meglio lo straordinario lavoro che Oltremanica sanno fare sui “wonderkid”. Nota a margine: il nativo di Londra diventa anche il secondo esordiente più precoce per il Liverpool, dietro soltanto a Jack Robinson (16 anni e 8 mesi)

La forza delle idee che fa crescere un movimento

E’ evidente infatti come il gap culturale non ci faccia spesso comprendere la portata di certe scelte: Ngumoha arriva ad incidere e tracciare un solco nella storia perché al 96′, con il risultato in parità e dopo aver subìto una folle rimonta, Arne Sloth si gira verso la sua panchina, incrocia lo sguardo con quello di un sedicenne e gioca la sua fiche. Fa sempre bene ripeterlo: è una dinamica non replicabile se non c’è alla base un lavoro continuo verso una direzione chiara, che è la crescita di sistema basandosi sul nuovo che avanza. E non a caso, l’esterno di origine nigeriana può ora sedersi al tavolo dei record-men di Premier League: è infatti il quarto marcatore più giovane da quando esiste la massima serie inglese.

A due giorni dal record personale di Rooney, a cinque da quello di un’altra leggenda moderna in casa “Reds” come James Milner. Nota a margine: sono due gol ampiamente più “vecchi” rispetto allo stesso Ngumoha.

Ngumoha, perché non è un lampo nel buio

Un segnale destinato a non avere seguito? Non ci sembra il caso di questo gol. La motivazione potrà sembrare banale: il classe 2008 ha il potenziale per diventare “the next big thing”, il prossimo baby fenomeno capace di imporsi col suo infinito talento. Citofonare in casa Milan se si vuole ottenere rassicurazioni: in estate, proprio i rossoneri hanno dovuto fare i conti con le sue giocate, i suoi cambi di direzione devastanti e l’estro di un giocatore che non conosce il concetto di timore reverenziale. Gioca con la leggerezza di un adolescente, ma con la consapevolezza e il genio dei più grandi. Potremmo concludere con uno slogan mai scontato: Rio Ngumoha ci sta traghettando verso il futuro, sulle orme di chi lo ha preceduto e anticipando chi arriverà dopo di lui.

Luca Ottaviano

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