Il calcio dei grandi
In Premier League brilla la… Serie A: da Ndoye a Reijnders, come sono andati gli esordi

Premier League, brillano gli ex Serie A
Basterà per ribaltare la narrazione che vede il nostro movimento arrancare terribilmente rispetto agli altri campionati? E’ fin troppo presto per dirlo, ma i primi segnali che arrivano dalla Premier League ci parlano di un weekend inglese all’insegna degli ex Serie A. Tra dominatori assoluti e match winner inattesi, alcuni al proprio esordio assoluto oltremanica, altri al secondo anno, ma l’equazione rimane vincente.
Un “en plein” clamoroso
Alla faccia del “miedo escenico”: gli ex Serie A illuminano il primo weekend dell’anno in Premier League, grazie ad un impatto folgorante di quattro giocatori risultati decisivi nell’economia del risultato finale. In attesa di Bijol, che potrebbe esordire stasera con il Leeds, 4 degli 8 nuovi arrivati dallo stivale hanno mosso i primi passi nel massimo campionato inglese. Per Tchaouna si tratta di un debutto non proprio esaltante: ingresso al 74′ a risultato già acquisito, con il Burnley ampiamente sotto il livello del mare (3-0 contro il Tottenham). Nel caso di Le Fée, subentrato al 76′, una manciata di minuti in cui il Sunderland mette in ghiaccio una partita già pesantemente indirizzata (3-0 rifilato al West Ham).
Ma i due ruggiti più detonanti, che squarciano il cielo della Premier, arrivano da Reijnders e Ndoye: l’olandese si è già calato perfettamente nel contesto City, piazzando un esordio dominante; una dimostrazione di forza da 1 gol, 1 assist, la giocata che innesca l’1-0, il titolo di MVP del match e una presenza in campo da assoluto accentratore. Lo svizzero invece mette il punto esclamativo nel 3-1 del Nottingham Forest sul Brentford, con una girata di testa che vale il momentaneo 2-0.
Due jolly al primo tavolo del campionato
Le variabili impazzite, che hanno rimescolato le carte, arrivano da Liverpool e da Manchester. I Reds rischiano di cestinare una partita per ampi tratti in controllo, ma è Chiesa ad uscire dalla panchina per piazzare la stoccata decisiva. E se è vero che Sloth avrebbe voluto un ingresso diverso (gli occhi si fanno ancora lucidi per la tragica scomparsa di Jota), ad intercedere per lui è proprio l’ex Juventus. Un gol non banale, per esecuzione e coefficiente di difficoltà: all’88’, con l’ingombrante peso di tutto l’Anfield sulle spalle, riesce in precario equilibrio a trovare un destro al volo che fredda Petrovic. L’uomo del destino, che si diverte a muovere i fili del campionato con il suo primo centro in Premier League.
Per Calafiori invece, la difficoltà non risiede nel gol in sé, quanto nel posizionamento: match winner al debutto di un Arsenal ancora in evidente ricerca della condizione e del tono atletico, il centrale ex Bologna sente l’odore del sangue e, su situazione da corner si apposta sul secondo palo. Il resto lo fa il classico blocco dei “gunners”, che destabilizza la difesa e la presa di Bayindir: il pallone resta a disposizione del classe 2002, che di testa deposita in porta il più facile dei tap-in. Un gol che è un inno alla concretezza, nonostante non esalti nella forma.
Insomma, si completa un quartetto di “match winner” che colorano di forti tinte “tricolori” il campionato più competitivo al mondo. E in questo scenario, si inserisce una dinamica interessante: quelli di Calafiori e Chiesa sono due gol che ci fanno riavvolgere il nastro al 2001. Era infatti da circa 24 anni che due italiani non segnavano contemporaneamente nella prima giornata di Premier: in quel caso, a riuscire nell’impresa furono Ravanelli e Di Canio.
.Luca Ottaviano
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