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Pedro Felipe, le orme di Bremer e uno squillo a Tudor: la rinascita del leader Next Gen

Pedro Felipe si è ripreso la Juve Next Gen dopo un grave infortunio e un lungo calvario: l’appoggio di Bremer e uno squillo a Tudor.

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La rinascita di Pedro Felipe con la Juve Next Gen

“Deus escreve certo por linhas tortas”, dicono in Brasile — Dio scrive dritto anche sulle linee storte. E per Pedro Felipe, giovane difensore classe 2004 della Juve Next Gen, il destino ha preso la penna più imprevista: quella della sofferenza, della resilienza, e infine della rinascita. Dopo 245 giorni lontano dal campo a causa di un grave infortunio al ginocchio, è tornato dove voleva essere. E ora in campionato si è preso già la scena segnando allo scadere contro la Torres. Una notte da predestinato, o meglio, da “guerreiro”, come si dice in Brasile.

Pedro Felipe: duttile, moderno e di nuovo in campo

Classe 2004, brasiliano di sangue e di stile, Pedro Felipe è un difensore moderno: sa fare il centrale ma si esprime al meglio come braccetto in una linea a tre, grazie a piedi educati e una spiccata intelligenza tattica. Dopo quasi otto mesi di stop per una lesione del legamento crociato anteriore del ginocchio — lo stesso tipo di infortunio che ha colpito Bremer — il difensore si è ripreso in mano la Next Gen.

Sul campo si fa notare per la capacità di giocare il pallone, di leggere le situazioni e di accorciare in avanti, caratteristiche fondamentali per un difensore nel sistema della Juve Next Gen, che rispecchia in tutto e per tutto quello della prima squadra. La sua duttilità lo rende una risorsa preziosa: centrale o braccetto, mancino o destro all’occorrenza, Pedro ha le carte in regola per ambire a qualcosa di più della Serie C.

Il sostegno di Bremer: “Boa, irmão!”

Non è un dettaglio da poco: sotto il post del suo ritorno in campo, tra i tanti commenti di compagni e tifosi, è spuntato quello di Gleison Bremer. “Boa, irmão!”, ha scritto il difensore della Juve, condividendo non solo la lingua madre, ma anche la stessa esperienza traumatica. Entrambi hanno dovuto affrontare lo stesso infortunio, lo stesso percorso riabilitativo, lo stesso calvario. E ora, anche la stessa voglia di rinascita. Un gesto semplice, ma significativo: Pedro Felipe non è solo un nome per il futuro, ma un ragazzo che gode già del rispetto e dell’attenzione dello spogliatoio della prima squadra. In casa Juve, dove si parla spesso di “gruppo”, certe connessioni contano. E possono fare la differenza.

 

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Pedro Felipe, il prossimo Next Gen per Tudor?

Con Igor Tudor in panchina, la Juve ha dimostrato di non aver paura di lanciare i giovani. Lo ha già fatto con Adzic, e potrebbe farlo di nuovo con Pedro Felipe. Anche perché il contesto lo permette: il reparto offensivo è colmo, quindi talenti come Okoro e Deme possono crescere con calma, ma in difesa qualche alternativa in più non guasterebbe.

La rosa bianconera, al momento, conta su Bremer, Kalulu, Gatti, Kelly, Rugani e il rientrante Cabal, che all’occorrenza può adattarsi anche come braccetto. Ma con tanti impegni e un sistema di gioco condiviso tra Next Gen e prima squadra, Pedro Felipe potrebbe essere il profilo giusto da aggregare e testare, magari in Coppa Italia potrebbe iniziare a respirare l’aria della prima squadra. L’inserimento sarebbe naturale: conosce già il modulo, è cresciuto in casa, e la personalità — quella sì — non gli manca. Dopo aver vinto la sua battaglia personale contro l’infortunio, adesso Pedro Felipe guarda avanti. E chissà che presto non arrivi anche il premio più grande: una chiamata da Tudor.

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