Seguici su

Il calcio dei grandi

Pato lascia il calcio: storia di un talento -maledetto-

Pubblicato

il

Pato

Alexandro Pato si ritira: un talento baciato dalla sfortuna

Senza proclami alla “Mamba out”, quasi nell’indifferenza generale e con quel retrogusto amaro per qualcosa che poteva andare diversamente. L’addio al calcio di Alexandre Pato parla direttamente all’io bambino di tante generazioni, che nel talento brasiliano vedevano la nuova stella da esporre nel firmamento mondiale, eclissata fin troppo presto tra sfortuna e tanti guai fisici.

Alexandre Pato

Alexandre Pato nella storica cavalcata al Camp Nou (screen)

La storia di un Icaro moderno

Gli inizi scintillanti

Descrivere Alexandre Pato è forse una delle cose più difficili che si possano chiedere ad un appassionato. Talento purissimo, faccia d’angelo e quella generosa dose di giocate che sembrano appartenere soltanto a quelle latitudini calcistiche. E in effetti, l’impatto che ha avuto “il papero” (soprannome legato a doppio filo a Pato Branco, sua città natale in Brasile) nel Milan, ci spinge a proporre paragoni che per molti somigliano a deliri di dubbia natura. Il classe 1989 però è a tutti gli effetti un Lamine Yamal ante-litteram, e l’assist ce lo confeziona una data in particolare: è il 2 agosto 2007 quando Pato ha davanti la sua prima sliding door di carriera, ovvero l’arrivo in rossonero. Esattamente 20 giorni dopo la nascita del baby fenomeno del Barcellona, con benedizione diretta di Messi come ormai sappiamo.

E in proporzione al clima di attesa che si respirava nei dintorni di San Siro per l’esordio di questo brasiliano atipico, un metro e ottanta di puro istinto, dribbling, primo passo bruciante, siamo veramente dalle parti di qualcosa che avrebbe dovuto cambiare il calcio per sempre. La prima parte di carriera sembra portarci verso l’epilogo anticipato da molti: Pato è incontenibile, è energia e talento in uno stato che manda in estasi il pubblico milanista. Nella primissima avventura in Italia, flirta con la doppia cifra in campionato (9 gol) in 18 presenze, ma nelle successive due stagioni va abbondantemente sopra i 10 gol (rispettivamente 15 12 timbri); a stregare gli occhi di mezza Europa però, sono le due fiammate regalate nei monumenti più scintillanti del calcio mondiale.

I picchi massimi della sua carriera

Altro che “miedo escenico”: Il 21 ottobre 2009 stende il Real Madrid con una folgorante doppietta, in un 2-3 che sa di storia perché regala al Milan la prima vittoria al Bernabeu nella sua storia, al settimo tentativo. Qualche mese più tardi, affonda il colpo anche al Camp Nou: contro i campioni d’Europa in carica del Barcellona, Pato impiega 24 secondi per trovare lo strappo decisivo che lascia sul posto la difesa; freddato Valdes e Milan avanti dopo neanche un minuto di gioco. Lampi di onnipotenza calcistica, che però non si perdono nel contesto generale, visto che il brasiliano regala gioie anche in campionato e nelle coppe nazionali. Il bilancio nel 2012 parla di 1 scudetto e 1 supercoppa da assoluto protagonista, con 143 presenze, 61 timbri 17 assist all’attivo in rossonero.

Il sole comincia a bruciargli le ali

D’improvviso, qualcosa si rompe. Qualcuno ci vede maliziosamente lo zampino di una relazione avuta con la primogenita di Silvio Berlusconi, Barbara Berlusconi. Più verosimilmente però, il calo evidente nella tenuta fisica di Pato coincide con un sovraccarico impressionante nella forbice temporale tra il 2010 e il 2012. Sono tutt’oggi impressionanti le immagini che mettono a confronto il tono muscolare del “papero” prima e dopo i 20 anni di età: addirittura, nel solo anno solare 2010, l’allora ventunenne aveva guadagnato 8 chili di massa muscolare, evidentemente insostenibile per la propria struttura fisica. E’ questa probabilmente l’origine della miriade di acciacchi che porteranno Pato a saltare nella stagione 11/12 ben 31 partite, costringendolo a giocare soltanto il 36% dei match totali, spesso anche a mezzo servizio.

In sostanza, Icaro è arrivato a pochi centimetri dal sole, ma si è scottato fatalmente: il “downfall” è ormai inarrestabile e nell’annata 12/13 arriveranno soltanto 7 apparizioni, con nessun acuto degno di quell’infinito talento che soltanto 18 mesi prima aveva gelato il Camp Nou con una cavalcata devastante. La cessione al Corinthians il 3 gennaio 2013 rappresenta la fine di una parabola fin troppo breve: da lì in poi, Pato si reinventa giramondo e cambia ben 7 squadre, arrivando a giocare in 3 continenti differenti tra Sud e Nord America, Europa e Asia.

24 luglio 2025: Pato si ritira ufficialmente

E’ fermo sostanzialmente dal 21 settembre 2023, giorno dell’ultima manciata di minuti con la maglia dal San Paolo. Così, logorato forse dall’attesa ossessiva per una nuova avventura che non è mai arrivata, “il papero” ha annunciato ufficialmente oggi il suo ritiro dal calcio. E con lui, se ne va una parte consistente dell’infanzia di molti ragazzi, che potranno affermare di essere cresciuti anche con il mito di Alexandre Pato. Il talento prediletto della sfortuna.

Luca Ottaviano

Continua a leggere le notizie di Mondo Primavera e segui la nostra pagina Facebook

Clicca per commentare

Tu cosa ne pensi?

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *