Il calcio dei grandi
Sudamericane inarrestabili, Europee col freno: il Mondiale per Club parla latino, i motivi
Caldo, calendario e fame di gloria: ecco perché le squadre sudamericane stanno dominando il Mondiale per Club negli Stati Uniti, mentre i colossi europei arrancano

Doveva essere la celebrazione del dominio europeo, si sta trasformando in una clamorosa rivincita sudamericana. Il Mondiale per Club sta regalando una grande sorpresa: le squadre della CONMEBOL stanno dominando il torneo, mentre le superpotenze della UEFA faticano a trovare ritmo e risultati. Il Flamengo ha travolto il Chelsea (3-1), il Botafogo ha sorpreso il Paris Saint-Germain (1-0), e Palmeiras e Fluminense hanno fermato Porto e Borussia Dortmund sul pari. I numeri parlano chiaro: in questa edizione allargata a 32 squadre, le sudamericane vanno veloci e hanno perso solo un match: il Boca contro il Bayern Monaco, nonostante i tanti tifosi a supporto degli xeneize.

Danilo, Flamengo, Juve
Mondiale per Club: un calendario amico per le sudamericane
Ma veniamo al dunque: come si spiega questa differenza? Il primo aspetto è fisico. I club europei sono arrivati al torneo con alle spalle una stagione logorante: in media 55-60 partite ufficiali disputate tra campionato, coppe nazionali, Champions League e impegni internazionali. L’Inter ha chiuso la Serie A a fine maggio, il PSG ha festeggiato la Champions League solo tre settimane fa. Al contrario, le squadre sudamericane hanno appena avviato la fase calda della stagione: il Brasileirão, ad esempio, è iniziato a fine marzo, e la Copa Libertadores ha appena concluso la fase a gironi. Risultato? Gambe leggere e intensità elevata.
Clima, condizioni favorevoli e riscatto
Non è solo una questione di forma. Il clima estivo degli Stati Uniti – caldo, umido, afoso – ricorda da vicino quello di Rio de Janeiro o Buenos Aires. Per le squadre europee, abituate a preparazioni invernali e climi più temperati, giocare a mezzogiorno a 35°C rappresenta un ostacolo non da poco. “Siamo esausti dopo 30 minuti”, ha dichiarato lo spogliatoio del Benfica, dopo il pareggio con il Boca. Le squadre sudamericane, invece, sembrano a proprio agio: corrono di più, sbagliano meno, pressano alto fino al novantesimo.
Ma l’elemento più sorprendente è forse quello emotivo. Per i club sudamericani, il Mondiale per Club è un’occasione rara: affrontare le big europee in una vetrina globale, mostrare il valore dei propri giovani, strappare vittorie storiche e magari valorizzare futuri trasferimenti milionari. Per molti club europei, invece, si tratta di una tournée extra, piazzata in calendario per motivi commerciali più che sportivi. L’atteggiamento si riflette in campo: turnover, esperimenti tattici, concentrazione altalenante. I sudamericani, al contrario, giocano come se fosse una finale di Coppa del Mondo. E lo dimostrano i risultati.
Mondiale per Club, i numeri della svolta
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Partite giocate in stagione:
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Club europei: media 58 partite
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Club sudamericani: media 27 partite
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Clima USA giugno/luglio:
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Media 32°C, 70% umidità
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Più simile a San Paolo che a Londra
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