Il calcio dei grandi
Locatelli, che lezione sui giovani! Ma cosa dice il Mondiale per Club?
Nel calcio moderno l’età non basta più a spiegare il successo o il fallimento: i giovani non sono un limite, ma uno specchio del progetto. E il centrocampista della Juve lo ha confermato

Giovani come patrimonio, altro che alibi. Le parole di Locatelli e il quadro al Mondiale per Club
Diceva José Ortega y Gasset: “Ogni generazione si crede destinata a rifare il mondo. La mia ha la responsabilità di non distruggerlo”. In un’epoca in cui il talento precoce si scontra quotidianamente con il peso delle aspettative, troppo spesso i giovani diventano il bersaglio comodo quando qualcosa non funziona. Ma come ricordava anche Giorgio Gaber, “i giovani sono come il vento: non li puoi fermare, solo affiancare”. In un mondo del calcio sempre più orientato alla valorizzazione delle nuove leve, continuare a considerare la giovane età come un alibi rischia di diventare una scusa per nascondere errori strutturali, gestionali o semplicemente tecnici. Le parole di Manuel Locatelli a DAZN lo dicono chiaramente: l’età non è il problema.
Giovani non sono un alibi: l’esperienza non spiega tutto
“Se la mancata esperienza è un alibi? Penso che l’esperienza conti, ma abbiamo avuto l’esempio del Psg che ha vinto la Champions e sono giovanissimi. Messi tutti in un grande contesto. Si vede che stanno tutti bene. Non può essere un alibi che siamo giovani, poi è normale che alcune partite si decidono in base all’esperienza, ma non può essere un alibi” – ha detto Locatelli a Dazn.
Il centrocampista della Nazionale ha centrato un punto cruciale: l’età non è una scusa. Troppo spesso i giovani protagonisti vengono imbavagliati dalle critiche, trasformati in capri espiatori di scelte tecniche o strategiche sbagliate. Un attacco in squadra? Colpa dei ragazzini inesperti. Un blackout? Troppe facce nuove, dicono. Ma i risultati parlano chiaro: contesti ben costruiti e strutture solide permettono ai giovani di esprimersi al massimo.
Il caso PSG: la prova inconfutabile
Con una media età intorno ai 23 anni, il PSG si è imposto in Europa, superando avversari molto più “navigati”. Non un fuoco di paglia, ma un progetto che punta su talento fresco, capacità tattica e fiducia — non su scuse legate all’età. Luis Enrique è stato bravo a lanciarli e a unirli. Ci è voluto un po’ di tempo, ma la vittoria della Champions League ha ricompensato l’allenatore spagnolo. L’esperienza di Marquinhos ha fatto da chioccia, ma la squadra per tutta la stagione si è appoggiata su grande freschezza e identità. I francesi hanno dimostrato che si può fare calcio a prescindere dalla carta d’identità.

Kenan Yildiz
Mondiale per Club: Juve linea verde, Inter esperta
- Salisburgo, 22.7 anni di media;
- Manchester City, 24.3 anni di media;
- Juventus, 24.5 anni di media;
- Chelsea, 24.6 anni di media;
- Real Madrid, 24.8 anni di media;
- PSG, 24.9 anni di media;
- Porto, 25.6 anni di media;
- Palmeiras, 26.5 anni di media;
- Pachuca, 27.1 anni di media;
- Benfica, 27.7 anni di media;
- Wydad, 27.7 anni di media;
- Al Ain, 28.2 anni di media;
- Botafogo, 28.4 anni di media;
- Atletico Madrid, 28.4 anni di media;
- Esperance Tunisi, 28.5 anni di media;
- Borussia Dortmund, 28.6 anni di media;
- Al Ahly, 28.7 anni di media;
- Inter Miami, 28.8 anni di media;
- Urawa Reds, 29.0 anni di media;
- Auckland City, 29.1 anni di media;
- Bayern München, 29.2 anni di media;
- LAFC, 29.3 anni di media;
- Seattle Sounders, 29.3 anni di media;
- Al Hilal, 29.3 anni di media;
- Mamelodi Sundowns, 29.4 anni di media;
- Boca Juniors, 29.7 anni di media;
- Flamengo, 30.0 anni di media;
- Inter, 30.0 anni di media;
- River Plate, 30.5 anni di media;
- Monterrey, 30.9 anni di media;
- Fluminense, 31.2 anni di media;
- Ulsan, 31.2 anni di media.
QUI I GIOVANI DA SEGUIRE AL MONDIALE PER CLUB
La giovinezza come specchio, non come scusa
Come ha detto Locatelli, “non può essere un alibi”. Se una squadra giovane fallisce, il problema spesso non sono gli anni, ma il sistema: mancanza di fiducia, metodologia carente, gestione emotiva inesistente. L’aspetto positivo? Dove si investe in struttura, staff e mentalità, la giovinezza diventa forza. Il Mondiale per Club in corso ne è specchio: chi ha preparato progetto e contesto, vola; chi ha puntato su nomi celebri e poca organizzazione, inciampa. L’età non scrive il destino, ma pone le basi: con fiducia, guida e strategie chiare, i giovani possono competere — e vincere anche ai massimi livelli. Usarli come capri espiatori o etichettarli come alibi è un errore. Il lavoro sbagliato, non l’età, è il vero colpevole.
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