Il calcio dei grandi
Frank, il prof dà una lezione a Guardiola: i segreti del nuovo Tottenham e l’ammirazione di Pep
Frank in Manchester City-Tottenham ha espresso tutto il suo calcio, condizionato anche dal suo passato da insegnante

“Questa è la storia del Tottenham“ ha detto Conte sconsolato qualche anno fa, prima di dare l’addio. Una frase semplice e diretta e con un unico obiettivo: la società. La scorsa stagione ha confermato a metà la teoria del tecnico italiano: tante umiliazioni in Inghilterra, ma un grande percorso in Europa League, con la conquista del trofeo. Pericolosi fuori dalla patria. Ai tifosi non basta, vogliono alzare la testa anche contro le rivali. La dirigenza ha condiviso il pensiero della gente. Via Postecoglou, dentro Frank. E chi meglio di un ex insegnante, può far capire agli Spurs come si vince. L’inizio di stagione è di quelli convincenti, ma la strada è lunga.
Manchester City-Tottenham: Frank, che lezione al suo ammiratore Guardiola
Che Guardiola faccia complimenti agli avversari non è una novità, ma per Frank negli scorsi anni ha speso sempre belle parole. Ha elogiato più volte il collega danese, definendolo tra i migliori allenatori in circolazione. Ciò che ha colpito Pep è stata la straordinaria versione camaleontica del Brentford in base alle varie situazioni, rendendo la squadra pericolosa in molteplici fasi: dal pressing alto al gioco aereo, fino alle rapide transizioni. Lo spagnolo aveva previsto che un giorno Frank sarebbe approdato in una grande squadra. Detto, fatto. E ora con gli Spurs ha dato una grande lezione al suo ammiratore: un 2-0 all’Etihad che fa sognare i tifosi del Tottenham, abituati ormai alla normalità, almeno in Inghilterra.

Guardiola, Manchester City-Tottenham
I segreti della crescita di Frank
Dietro al successo di Thomas Frank c’è un percorso formativo particolare. Laureato in educazione fisica, ha studiato anche psicologia dello sport e leadership educativa. Prima di intraprendere la carriera da allenatore, ha lavorato come insegnante, prima in un asilo nel 2004 e poi in una scuola danese. Queste esperienze hanno influenzato profondamente il suo approccio al calcio. Dà grande importanza alla comunicazione, alla psicologia e allo sviluppo personale dei giocatori, ritenendoli aspetti fondamentali per costruire una squadra solida. Le sue doti relazionali e la capacità di creare un ambiente positivo sono state determinanti tanto nel lavoro con le giovanili danesi quanto nei successi ottenuti con il Brentford. E ora sta cercando di portare la stessa filosofia anche al Tottenham. E la squadra la sta assorbendo come una spugna, con la Supercoppa Europea sfiorata contro il Psg. Una delusione, che però il maestro ha trasformato in un’altra lezione.
Il calcio di Frank e il nuovo Tottenham post Son
Il calcio di Frank è un perfetto equilibrio tra pragmatismo e modernità. Si tratta di un approccio altamente adattabile, capace di cambiare volto in base all’avversario e alle esigenze della partita. Al Brentford, Frank ha alternato principalmente due moduli — il 3-5-2 e il 4-3-3 — ma ciò che lo distingue è la sua flessibilità tattica. Ora al Tottenham sta sperimentando un misto tra 4-3-3 e 4-2-3-1 in base agli avversari, compatto ma anche molto propositivo. E sembra sia entrato subito nelle corde dei giocatori. Non era facile dopo l’addio di una bandiera come Son. Lo ha fatto con chiarezza e determinazione. Come quella che Kudus ha messo in campo contro il Manchester City. Tanta qualità in avanti e molti recuperi in difesa, con sei palloni recuperati.Molti per un’ala offensiva. E Porro sullo stesso versante gli ha dato una grande mano.
Spence sul versante opposto ha dominato per intensità e velocità, mentre Bentancur e Palhinha si sono impossessati del centrocampo pur lasciando il possesso ai Citizen. Intelligenza tattica e capacità di ribaltare il campo, con Richarlison e Johnson pronti a rifinire e concludere. Il risultato è un calcio ibrido: strategico, vario, ma sempre ancorato a una chiara identità collettiva. È proprio questa capacità di coniugare rigore tattico e pensiero innovativo che ha conquistato Guardiola. Frank è un allenatore che non si limita a reagire: studia, anticipa, e soprattutto, fa riflettere. E oggi Pep lo farà un po’ di più.
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