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Il calcio dei grandi

Luciano Valente, jolly per Gattuso? “Sogno l’Italia”: Koeman lo snobba, Van Persie lo elogia

Il centrocampista del Feyenoord, Luciano Valente, si sta mettendo in mostra in Eredivisie e può scegliere l’Italia: dipende da Gattuso e Koeman

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Luciano Valente, Feyenoord, Italia, Olanda

C’è chi direbbe che la storia di Luciano Valente sembra uscita da un film di Christopher Nolan, uno di quelli in cui il protagonista si trova davanti a due porte, entrambe aperte sul futuro. Da un lato, l’arancione acceso dell’Olanda, la terra dove è nato e cresciuto. Dall’altro, l’azzurro intenso dell’Italia, il Paese del padre e che rappresenta il sogno di una vita. In mezzo, il campo di Rotterdam, dove il centrocampista classe 2003 del Feyenoord sta costruendo la propria identità calcistica, in attesa di capire quale maglia indosserà quando arriverà quella chiamata che può cambiare una carriera.

“Il mio sogno è diventare un calciatore dell’Italia”

Luciano Valente non si nasconde dietro alle mezze parole. Intervistato dal quotidiano olandese De Telegraaf, il giovane centrocampista ha espresso con schiettezza la sua aspirazione più grande: Se la nazionale italiana mi chiamasse prima di quella olandese, lo prenderei in considerazione. Il mio sogno è diventare un calciatore della nazionale. Potrei farlo con l’Olanda, ma se il commissario tecnico dell’Italia mi chiamasse prima, lo prenderei sicuramente in considerazione”.

Nonostante le sue origini miste — padre italiano e madre olandese — Valente ha già vestito l’azzurro fino all’Under 20, salvo poi rispondere alla chiamata dell’Olanda per l’Under 21. Una scelta che non chiude le porte a nessuna delle due strade, ma che oggi assume un sapore particolare: mentre Gattuso, nuovo commissario tecnico azzurro, valuta come ampliare il gruppo con energie fresche, dall’altra parte Ronald Koeman sembra ignorarlo, almeno per ora.

Van Persie lo esalta, Koeman lo ignora

Al Feyenoord, Luciano Valente sta vivendo una crescita costante sotto la guida di Robin van Persie, uno che di talento e dedizione se ne intende. L’ex leggenda del calcio olandese, oggi allenatore del club di Rotterdam, non ha dubbi sul suo pupillo: “Sapevo che Luciano era bravo quando l’abbiamo acquistato dal Groningen, ma ora sta diventando un giocatore fantastico. Ha intuito, è dotato tecnicamente, fa passaggi decisivi e ha una grande voglia di migliorare. Per me è già un giocatore speciale”.

Eppure, nonostante i complimenti di uno dei simboli più luminosi della storia recente degli Oranje, Koeman non sembra intenzionato a dargli spazio, neppure nella prossima sosta di novembre (salvo ripensamenti e consigli dall’alto, visto che già si sono fatti sfuggire Huijsen). Un segnale che potrebbe pesare nella scelta del ragazzo, sempre più attratto dall’idea di vestire l’azzurro e difendere i colori dell’Italia.

Come giocherebbe Valente nell’Italia di Gattuso? 

Centrocampista moderno, dinamico e fisicamente strutturato, Valente rappresenta quel tipo di profilo che ogni allenatore ama avere: utile in più zone del campo e capace di interpretare diversi ruoli a seconda delle esigenze. Gattuso, nel suo nuovo corso azzurro, potrebbe impiegarlo come mediano in alternativa a Tonali e Barella (oltre Locatelli), ma anche in un ruolo più ibrido, partendo defilato a sinistra, lasciando poi spazio a Dimarco, accentrandosi.

Non è da escludere, inoltre, un utilizzo sulla trequarti, dove la sua visione di gioco e la capacità di muoversi tra le linee potrebbero rivelarsi un’arma preziosa. Finora, nella stagione con il Feyenoord, non ha ancora trovato la via del gol, ma il suo contributo in termini di equilibrio e costruzione è evidente. Luciano Valente vive un bivio: due nazioni, due bandiere, un solo sogno. Ma la strada da prendere non dipende solo da lui.

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