Il calcio dei grandi
Lennart Karl, il nuovo talento del Bayern che ha bruciato sul tempo Musiala
Chi è Lennart Karl, il nuovo talento classe 2008 del Bayern Monaco che ha bruciato sul tempo perfino Jamal Musiala

Lennart Karl, il classe 2008 che ha spodestato Musiala
C’è un nuovo “fan favourite” dalle parti della Baviera, un ragazzo che si sta ritagliando uno spazio sempre più consistente nel cuore dei tifosi: Lennart Karl si è preso l’Allianz Arena mettendo la prima bandierina in Champions League. E bruciando sul tempo un altro fenomeno che dalle parti di Monaco conoscono molto bene…
Musiala costretto ad abdicare
Al Bayern Monaco c’è la sensazione di aver scoperto un nuovo baby fenomeno, destinato a riscrivere il futuro del club. A 17 anni e 242 giorni, Lennart Karl ha detronizzato Jamal Musiala, diventando il più giovane marcatore nella storia dei bavaresi in Champions League. Un gol non banale, sia per il carico simbolico che per la forma estetica scelta dal ragazzo dell’Accademy. È soltanto la sua seconda notte tra le stelle, ma il classe 2008 ha deciso di far brillare la sua, accecando gli altri 21 in campo: al 5′, riceve un pallone non semplice da Jonathan Tah, lo controlla e si gira per puntare la difesa schierata. A quel punto, succede l’inaspettato: il 17enne aumenta la frequenza dei colpi con le sue gambe, slalomeggiando nel traffico e arrivando al limite dell’area con una naturalezza quasi spaventosa.
Il resto lo fa il suo mancino: mirino sulla porta e pallone incastonato all’incrocio. Esistono modi peggiori per presentarsi al proprio pubblico, specialmente in una competizione così importante. Lui però, ha scelto quello più esaltante di tutti, confezionando un gol che ha frantumato il record di precocità che apparteneva a Musiala (17 anni, 11 mesi e 28 giorni) e che si piazza al 17esimo posto tra i gol più “giovani” nella storia della competizione. D’avanti ad altri predestinati come Rijkaard, Bellingham, perfino Mbappé: “history in the making”, direbbero oltreoceano.
I numeri di un impatto da fuoriclasse
Si utilizza l’appellativo “the next big thing” per riferirsi a qualcosa che è destinato a sparigliare le carte, a creare un “prima” e un “dopo”. Ebbene, con Lennart Karl non ne abbiamo ancora la certezza assoluta, ma il modo con cui entra in campo per dominare è un indicatore di qualcosa di importante. Andando oltre la superficie, ciò che impressiona snocciolando i suoi numeri non si trova nella quantità delle statistiche: in Champions, nelle 2 presenze finora messe a referto, ha tenuto una percentuale del 91% di precisione nei passaggi (su 57 tentativi totali), di cui 5 in zona chiave ma soltanto 1 in area di rigore. In sostanza, è capace di accentrare, rifinire, dominare, anche e soprattutto al di fuori dei 16 metri.
Ed ecco che si inserisce una variabile in questo caso fondamentale per avere un quadro d’insieme più dettagliato: i compagni gli affidano la gestione di 69 possessi di palla in appena 87 minuti giocati. Si fidano ciecamente di lui, forse per cultura, per predisposizione; o semplicemente perché lo vivono negli allenamenti e percepiscono le stesse sensazioni che abbiamo provato tutti noi guardandolo da casa.
L’immediato paragone con Musiala: ma è davvero così simile?
Con Musiala quindi ha in comune due cose: l’impatto detonante nonostante la carta d’identità, e soprattutto il fatto che parlino entrambi una lingua per pochi eletti, quella del talento. A livello di conformazione fisica e di modi di interpretare il ruolo però, siamo agli antipodi: il classe 2003 è più filiforme, grazie a 184 centimetri di altezza abbinati a 72 kg di peso. Karl ha invece il vantaggio del baricentro basso (1 metro e 68 di altezza).
Questo, li porta a ricercare modi diversi per sprigionare il proprio talento: Musiala è incontenibile quando apre la falcata, specialmente quando sfrutta e interpreta gli spazi svuotati dai compagni; al contrario, il classe 2008 si esalta nel traffico, sfruttando l’altissima frequenza dei tocchi di palla durante la conduzione. Insomma, vivono le stesse porzioni di campo, ma in modi diversi. Ed è proprio questo che, in futuro, quando il fenomeno del 2003 si riprenderà dal terribile infortunio rimediato nel Mondiale per Club, forse gli permetterà di incantare insieme.
Luca Ottaviano
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