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Leao, può essere la punta del Milan? I pro e contro e cosa dicono i dati

Allegri sta plasmando il Milan in vista della prossima stagione: il tecnico sta puntando su un Leao in nuove zone di campo

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Leao, Milan

“L’evoluzione è l’arma di chi vuole restare al vertice.  In casa Milan, il concetto è chiaro: per tornare competitivo ad alti livelli, anche Leao dovrà cambiare pelle. L’ipotesi di vederlo stabilmente da centravanti ha preso forma nelle amichevoli estive – complice l’assenza di un numero 9 di ruolo come Gimenez – ma resta il dubbio: si tratta di un adattamento temporaneo o dell’inizio di una nuova fase della sua carriera? Il gol segnato al Liverpool a campo aperto, una freccia scagliata nella profondità, ha riacceso il dibattito. A tutta velocità, lanciato negli spazi, è devastante. Lo sanno bene gli inglesi, travolti dalla progressione del portoghese. Ma in Serie A, dove le difese si chiudono e gli spazi si restringono, funzionerà?

Leao, Milan

Leao, Milan

Leao centravanti: pro e contro

Nelle squadre di Allegri, che tendono ad abbassarsi e a ripartire in modo feroce, Leao può essere un’arma letale. In questo senso, utilizzarlo come centravanti in certi contesti tattici ha una logica: spalle alla porta, non sarà il Giroud degli anni migliori, ma se può partire in velocità, è difficile da arginare. Il suo profilo si adatta perfettamente a un Milan che sceglie quando e come alzare il ritmo.

Il problema nasce quando il Diavolo deve fare la partita. A oggi, Leao non è un centravanti di manovra. Non ama giocare spalle alla porta, non è un riferimento tecnico nel breve e tende sempre ad allargarsi sulla sinistra, sua zona di comfort. Lo testimoniano i dati della scorsa stagione, con una media tiri inferiore rispetto a quando parte largo (2,2 vs 3,1 a partita). In questo contesto diventa fondamentale il lavoro degli inserimenti: uno come Loftus-Cheek, che ha già mostrato buone qualità nell’attaccare l’area, potrebbe diventare il partner silenzioso perfetto per capitalizzare lo spazio liberato dai movimenti larghi di Leao.

Il ruolo preferito e cosa dicono i dati

Il primo a dirlo era stato proprio Stefano Pioli, ancora nella scorsa stagione: “Leão è devastante quando può partire da sinistra, ma gli piace sempre più giocare vicino alla punta o da seconda punta”. Un’affermazione che oggi torna d’attualità, anche in vista di possibili scelte future di Allegri, uno che ama lavorare su dettagli e adattamenti. Se l’ex tecnico bianconero dovesse sfruttare il numero 10 in un 3-5-2, l’idea di vederlo seconda punta – magari con più libertà di movimento – avrebbe molto più senso. Qui entra in gioco il nodo principale: la concretezza sotto porta.

Sotto il profilo realizzativo, il portoghese ha registrato un Expected Goals (xG) totale di 6,99 – segno che ha leggermente overperformato rispetto alle occasioni effettive avute. Ha effettuato 35 tiri in totale, con una media di 1,8 conclusioni ogni 90 minuti, di cui circa il 63% nello specchio della porta. La sua percentuale di conversione è stata del 17,1%: un gol ogni sei tiri circa. Una precisione che lo pone tra i giocatori più pericolosi della Serie A (93° percentile per xG), ma che lascia ancora margine di miglioramento sotto porta, soprattutto se vorrà affermarsi in modo stabile nel ruolo di prima o seconda punta. Il Milan lo sa: la crescita del portoghese non passa solo dal ruolo, ma da una nuova mentalità. Più fame, più continuità. Solo così Leão potrà davvero completare la sua evoluzione.

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