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Il calcio dei grandi

Da Loftus-Cheek all’idea di un classe 2007: cosa serve alla nuova Lazio di Sarri

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Maurizio Sarri

Lazio, il nuovo corso di Sarri comincia a prendere forma

“I migliori affari sono quelli che non si fanno”: è stato questo il mantra di Fabiani, Ds della Lazio, negli ultimi mesi di mercato. Adesso però, serve un cambio di marcia sostanzioso e pensato sulle caratteristiche di una vecchia conoscenza: l’arrivo (o meglio, il ritorno) di Maurizio Sarri sulla panchina biancoceleste obbliga quasi ad innestare la sesta e mettersi in corsia di sorpasso, per allestire un gruppo che aderisca come un vestito su misura alle sue idee di calcio.

Lotito

Lotito Lazio (screen)

Il centrocampo ha la priorità su tutto il resto?

I punti fermi

La Lazio ha riavvolto il nastro, cancellando dal proprio percorso l’esperienza Baroni e tornando a puntare su un comandante che a Formello aveva già impresso il proprio marchio. Il secondo mandato di Sarri però, va di pari passo con un mercato che deve tenere le alte frequenze con cui il tecnico proverrà ad imporre il proprio pensiero calcistico: idee che appunto, nell’orbita biancoceleste si conoscono già. Guardando alla conformazione della rosa però, il toscano non troverà alcuni dei suoi punti fermi nella prima avventura e dovrà sostituirli con dei volti nuovi capaci di assorbire i suoi dettami. In particolare, la zona che diventa innesco e catalizzatore biologico del gioco è il centrocampo: non ci sarà probabilmente Cataldi, che con Sarri figura come sesto nella classifica dei più impiegati alla Lazio con 110 presenze.

Chris Rigg Sunderland

Chris Rigg esultanza Sunderland (screen)

Al suo posto però, il vertice basso sarà Rovella: c’è ancora qualcosa da aggiungere nel bagaglio di conoscenze per diventare un “Jorginho 2.0”, ma le letture, la visione e la capacità di rallentare o accelerare tenendo i tempi di gioco in mano, sono caratteristiche che faranno comodo. Accanto a lui, non più Milinkovic-Savic o Luis Alberto (senatori della sua prima Lazio) bensì Guendouzi, interno con muscoli, dinamismo e abilità nella transizione che aveva imparato ad apprezzare proprio nel 23/24. Nel ruolo di seconda mezz’ala, siamo invece davanti ad un bivio: qualità, rifinitura e incisività negli ultimi metri di campo, oppure presenza fisica e atletismo.

Cosa può portare il mercato

Fabbian del Bologna risponde al primo caso, mentre Loftus-Cheek al secondo; anche se l’inglese sembra più complicato. Spunta quindi l’idea di Chris Rigg: classe 2007, può giocare come mezz’ala destra o trequartista e nella scorsa stagione al Sunderland ha collezionato 45 presenze (avete letto bene) con 4 gol 1 assist. Si tratterebbe dunque di una terza opzione di lusso, in grado di alzare la temperatura offensiva e di abbinare un’ottima fase di rottura del gioco avversario.

Difesa e attacco rispondono alle esigenze di Sarri?

Le mosse per la retroguardia

Essendo passato relativamente poco tempo dall’addio al ritorno (circa un anno e tre mesi), il tecnico toscano ritroverà gran parte di quello scheletro di squadra che aveva costruito. Gila ha completato un processo di crescita cominciato proprio con Sarri, e proviene da una stagione da primo ministro difensivo: 85 minuti di media in campo su 32 presenze, conditi dal 55% dei duelli vinti su 285 tentativi totali, e da un 92% di precisione nei passaggi che certifica la sua centralità nei pensieri del tecnico.

Al suo fianco, Romagnoli è un’opzione ancora credibile, ma nelle seconde linee Provstgaard e Gigot potrebbero non bastare: ci si aspetta dunque almeno un colpo al centro della retroguardia. Sulle corsie, Nuno Tavares sarà un’aggiunta interessante alle alternative tattiche, ma potrebbe servire una riserva che possa sopperire ai suoi acciacchi fisici (lo scorso anno il portoghese ha saltato 15 partite per infortunio tra tutte le competizioni). La fascia destra invece avrebbe bisogno di un restyling completo: serve brillantezza, smalto a livello fisico, elementi che Marusic Hysaj non possono più garantire con continuità.

Le opzioni offensive

In attacco invece, Sarri avrà un centravanti di associazione come Castellanos, al quale riservire uno spazio più consistente dei 1469 minuti accumulati dall’argentino nel 23/24. Il nativo di Mendoza è reduce da una stagione da 14 gol e 8 assist in tutte le competizioni, con la prima doppia cifra in Serie A e tanti impulsi tecnici potenzialmente compatibili con la rifinitura che il tecnico chiede al suo “pivot”. Attorno a lui galleggiano: Isaksen, cresciuto molto sotto la sua guida e tra le sapienti mani di Baroni, che lo ha fatto diventare forma e anche sostanza sotto porta; Zaccagni, leader tecnico e carismatico.

In panchina ci si aspetta qualche movimento: Tchaouna Noslin non sembrano aver convinto appieno, mentre Pedro è un utilissimo coltellino svizzero, adatto per qualsiasi dinamica a partita in corso ma non più continuo dal punto di vista fisico. Qualche uscita quindi potrebbe alimentare un’entrata importante, che possa dare impatto e presenza anche con pochi minuti in campo.

Luca Ottaviano

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