Il calcio dei grandi
Koné, perché Gasperini ha messo il veto all’Inter: il motivo e l’idea in stile Atalanta
Il centrocampista francese è tra i protetti della società e dell’allenatore: il perché del no ai nerazzurri e un’idea che richiama la Dea

L’Inter ci ha provato, ma ha trovato un muro. Niente da fare: Manu Koné è intoccabile. La società è stata chiara: il centrocampista francese è centrale nel progetto tecnico di Gasperini e per questo lo ha blindato. Un vero e proprio veto, arrivato forte e deciso nel momento in cui il mercato ha iniziato a muoversi intorno al numero 17 giallorosso. Appena un anno dopo il suo arrivo dal Borussia Monchengladbach, il francese è già diventato un punto fermo giallorosso. Il suo impatto, tanto sul piano atletico quanto su quello tattico, ha convinto anche il neo allenatore a chiudere ogni discorso di cessione. Non una semplice preferenza, ma una scelta strategica che affonda le radici nella visione di calcio che Gasperini ha portato da Bergamo a Trigoria.
Il “nuovo Ederson” alla Roma: Koné è indispensabile
Koné, nel 3-4-2-1 dell’ex tecnico dell’Atalanta, interpreta un ruolo cruciale: quello del centrocampista box-to-box, in grado di coprire campo, rompere le linee, recuperare palloni e accompagnare l’azione fino all’area avversaria. Un identikit che ricorda da vicino quello di Ederson, il brasiliano valorizzato proprio da Gasperini a Bergamo e diventato uno dei mediani più completi del campionato. Il francese ha lo stesso potenziale. Fisico, intensità, progressione palla al piede e senso della posizione: tutto lascia pensare che possa esplodere definitivamente sotto la guida di un allenatore che sa come affinare talenti di questo tipo. Non a caso, nelle prime uscite estive, il francese è stato tra i più utilizzati e ha mostrato una naturalezza sorprendente nei meccanismi della nuova Roma.
Roma, Koné è unico: non ci sono doppioni
Un altro motivo del veto imposto da Gasperini è l’unicità del profilo di Koné. Nella rosa attuale non c’è un altro centrocampista con le sue caratteristiche: la capacità di coniugare aggressività difensiva e qualità nella conduzione è un asset troppo prezioso per essere sacrificato, nemmeno davanti a offerte importanti come 40 milioni di euro e oltre e per di più da parte di una concorrente. Il tecnico lo sa bene: in un sistema che esalta la verticalità, il pressing alto e le transizioni rapide, avere in mediana un giocatore in grado di “fare due fasi” con continuità e personalità può fare la differenza tra una buona squadra e una squadra competitiva per obiettivi importanti.
🚨⚠️ AS Roma owners Friedkin family want to keep Manu Koné after official approach made by Inter on Thursday.
Gasperini told the club he considers Koné as key player for his project.
Inter approach has been rejected. ❌ pic.twitter.com/uZOYUNtV4J
— Fabrizio Romano (@FabrizioRomano) August 15, 2025
La linea della società
La società ha appoggiato in pieno la decisione dell’allenatore. Dopo aver investito su Koné poco meno di 20 milioni la scorsa estate, la Roma sa di avere tra le mani un potenziale patrimonio tecnico ed economico. Cederlo ora, con una stagione da protagonista alle porte, sarebbe stato un errore strategico. Meglio trattenere il giocatore, lasciarlo crescere in un contesto tecnico cucito su misura per lui, e semmai rivalutarne il futuro con altri numeri e altre prospettive.
Gasperini ha costruito grandi squadre su idee forti e uomini giusti. Koné, in questo senso, è già più di una promessa. È un investimento tattico, un pilastro del suo 3-4-2-1 e, potenzialmente, uno di quei nomi che potrebbero cambiare il volto della Roma nella stagione che sta per iniziare. Da qui il no, deciso e condiviso. Il messaggio è chiaro: Manu non si tocca.
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