Il calcio dei grandi
Juve, difesa contata ma avevi Muharemovic: il rischio Huijsen e come evitare il rimpianto
Il talento svedese del Sassuolo, ex Next Gen, brilla in Serie A e manda segnali alla Juve: ignorarlo sarebbe un nuovo caso Huijsen. Comolli ha una sola possibilità
C’è chi risponde al telefono e chi invece lo fa squillare, come Tarik Muharemovic. Mano all’orecchio, sguardo fisso verso la telecamera e quell’espressione che sembra dire tutto: “Mi state chiamando?” Una chiamata che, tra le note di “Se telefonando”, sembra arrivare da Torino, dove la Juventus è alle prese con una difesa in emergenza e una domanda che torna prepotente: perché lasciar andare un talento così? Il difensore svedese classe 2003, oggi protagonista al Sassuolo di Fabio Grosso, non sta solo rispondendo sul campo, ma lanciando un messaggio forte e chiaro a chi lo ha cresciuto.
Muharemovic, il muro del Sassuolo che squilla fino a Torino
Al suo primo anno in Serie A, Muharemovic è una delle rivelazioni del campionato. In un Sassuolo neopromosso che viaggia sorprendentemente all’ottavo posto, il centrale svedese ha già vinto più volte il premio MVP come migliore in campo. Fisico da corazziere, tecnica pulita e una naturalezza nel gestire il pallone che lo rende moderno e affidabile: può giocare in una difesa a quattro, ma anche come braccetto sinistro in una retroguardia a tre, ruolo che aveva già interpretato ai tempi della Next Gen. Grosso lo ha reso un pilastro della sua retroguardia, ma il suo passato bianconero non è un dettaglio: lo svedese conosce l’ambiente, si è allenato con la prima squadra e ha condiviso il percorso con Yildiz. E ora, mentre la Juve fatica a trovare certezze dietro, il suo nome torna d’attualità.
Juve, difesa da ricostruire: Spalletti (e la società) con i centrali contati
Spalletti, alle prese con una difesa da reinventare, ha gli uomini contati: Bremer (al momento infortunato) resta l’unico punto fermo, mentre Gatti e Rugani non offrono la continuità necessaria. E la scelta di Koopmeiners braccetto ha per il momento coperto il buco, anche se le intenzione dell’allenatore sono probabilmente di passare alla difesa a quattro. La Juventus, che negli ultimi anni ha prodotto qualche talento offensivo ma pochi difensori pronti per la prima squadra, si ritrova a rimpiangere scelte di mercato discutibili. Il caso Huijsen, cresciuto in casa e poi ceduto al Bournemouth (prima di volare al Real Madrid), brucia ancora. E il rischio è che la storia possa ripetersi: la cessione di Muharemovic al Sassuolo ha portato in cassa appena 5 milioni di euro, ma i bianconeri hanno mantenuto il 50% sulla futura rivendita — un dettaglio che, di fatto, consentirebbe di riacquistarlo a metà prezzo.
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Una chiamata da non ignorare: il rischio del “caso Huijsen 2.0”
La “Tarik style” — il gesto del telefono che squilla — è ormai diventata un’icona nello spogliatoio del Sassuolo. Un’esultanza che racconta più di mille parole: c’è qualcuno dall’altra parte della linea che, forse, farebbe bene a rispondere. Per la Juventus, che non trova stabilità nel post Barzagli–Bonucci–Chiellini, non sfruttare un altro difensore cresciuto in casa sarebbe un errore difficile da giustificare. Comolli e la nuova dirigenza hanno l’occasione di intervenire in tempo, riportando a casa un giocatore pronto, formato e perfettamente integrabile nel progetto tecnico. Muharemovic, nel frattempo, continua a giocare, vincere e… chiamare. Il telefono squilla: Torino, rispondi.
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