Seguici su

Il calcio dei grandi

“Julian Alvarez? Cambio solo con Messi”: per Simeone è meglio di Haaland. E se avesse ragione…

Julian Alvarez, numeri da top player: perché l’attaccante argentino dell’Atletico potrebbe scalzare Haaland. E il Barcellona “chiama” Messi

Pubblicato

il

Julian Alvarez

Dicono in Sud America che qualcosa è “bello come un gol all’ángulo”, o che “baila con la pelota” chi gioca con classe. E allora Julian Álvarez non corre: danza. Non segna: incanta. Gioca con il pallone come con una compagna fedele, a ritmo di tango e col fuoco di chi ha fatto della strada una scuola di calcio e della porta avversaria una casa da conquistare ogni volta.

Non ha i muscoli da supereroe, ma l’ironia del destino vuole che lo chiamino proprio così: “La Araña”, il ragno. Esulta come Spider-Man, ma quando gioca sembra più un artista in equilibrio tra tecnica, ferocia e istinto. Dopo le parole di Simeone – “Julian Álvarez lo cambio solo con Messi” – il dubbio non è più se esagerasse, ma quanto avesse ragione.

Simeone non scherzava: Julian Álvarez è un attaccante totale

Quando Diego Simeone ha detto pubblicamente che Julian Álvarez lo cambierebbe solo con Messi, in molti hanno alzato un sopracciglio. Ma oggi il campo gli sta dando ragione. In 8 partite tra Liga e Champions League, 7 gol e 3 assist: numeri da top player, ma soprattutto da giocatore totale.

Julian segna in ogni modo possibile: da fuori area con una tecnica sopraffina, di testa pur essendo alto solo 1,70, su punizione con la precisione di un regista, o da vero rapinatore d’area, pronto a punire ogni sbavatura. Álvarez è il giocatore che tiene insieme l’attacco, quello che si muove, costruisce, pressa, e segna. Un po’ alla Aguero, il suo illustre predecessore argentino: basso, compatto, letale. Ma con una visione e un’intelligenza tattica che lo rendono indispensabile anche quando non tocca palla per dieci minuti. Un attaccante moderno, ma con l’anima del numero 10 di una volta.

E se fosse meglio di Haaland?

Provocazione? Forse. Ma neanche troppo. Haaland è un mostro da gol, devastante negli spazi e nell’uno contro uno. Ma se togli i gol, resta molto meno. Julian Álvarez, invece, gioca per sé e per gli altri. Non è solo un finalizzatore: è regista offensivo, rifinitore, incursore e anche cacciatore d’area. Certo, il norvegese è più decisivo in termini assoluti, soprattutto nei grandi appuntamenti, ma se parliamo di completezza tecnica, varietà di soluzioni e intelligenza calcistica, Julian gli sta mettendo fiato sul collo. E senza i riflettori puntati addosso. Un “falso nueve” che però segna come un bomber puro. E se la Araña continuerà così, il paragone col norvegese non sarà più blasfemo: sarà inevitabile.

La benedizione di Messi e il futuro possibile al Barcellona

Il mondo ha scoperto la vera grandezza di Julian Álvarez al Mondiale del 2022, quando Lionel Scaloni lo ha promosso titolare, lasciando in panchina Lautaro Martínez. Il risultato? 4 gol, movimenti da veterano e una semifinale contro la Croazia da fuoriclasse. Lì, accanto a Messi, ha trovato la consacrazione.

E proprio Messi, che lo stima profondamente e lo considera uno dei giovani più forti con cui abbia mai giocato, potrebbe essere decisivo per il suo futuro post-Atletico. In Spagna già si sussurra di un Barcellona pronto a muoversi per lui come erede di Lewandowski. Il club blaugrana ha bisogno di attaccanti intelligenti, versatili e capaci di legarsi con la squadra.. Un tandem Yamal–Álvarez con la benedizione della Pulga? Sarebbe il passaggio di testimone più naturale possibile per un calcio argentino che non smette mai di produrre magia. E forse, la vera eredità di Messi non è nei piedi di chi lo imita, ma in quelli di chi gioca con lo stesso spirito.

Continua a leggere le notizie di Mondo Primavera e segui la nostra pagina Facebook

Clicca per commentare

Tu cosa ne pensi?

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *