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Il calcio dei grandi

Joao Pedro-Thiago Silva, due facce della stessa medaglia: doppi ex agli antipodi

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Doppi ex Joao Pedro

Fluminense-Chelsea nel segno dei doppi ex

In bilico tra l’euforia e un sogno che si sgretola a pochi centimetri dal traguardo finale: Fluminense-Chelsea è anche Thiago Silva-Joao Pedro. Un intreccio tra presente, passato e futuro, che inevitabilmente si tinge di “tricolor” e di “blue”. La “Flu” tradita da un suo figlio calcistico, mentre l’ex leader dei “blues” campioni d’Europa nel 2021 non può far altro che rassegnarsi ad una sentenza amara.

Thiago Silva Fluminense

Thiago Silva Fluminense (screen)

Joao Pedro, quanta poesia nella sua doppietta

Una strana sensazione, a metà tra il sentirsi impostore e l’esaltarsi per essere di fatto diventato l’Mvp della partita. Contro il suo passato, il suo primo impatto con il calcio, il club che gli ha regalato una finestra aperta sulla Premier League. Joao Pedro ha affondato due morsi alla giugulare del Fluminense, prima aprendo il compasso e incastrando il pallone all’incrocio opposto, poi buttando giù la porta dopo una conduzione in ripartenza e una sterzata illeggibile per il difensore. Non esulta, in entrambi i casi, ma sicuramente in testa corrono i pensieri e le emozioni arrivano a bussare alla porta.

Due gol che mandano al tappeto il “tricolor”, che per molto tempo è stata la seconda pelle del classe 2001. Cresciuto nel vivaio della “Flu”, si fa notare nel 2019 quando a 18 anni gioca la sua prima stagione da titolare con i grandi: 36 presenze, 10 gol, 2 assist e tanta voglia di aggredire il futuro. E riprendendo un’immaginaria macchina del tempo, il pensiero non può che andare a quel 19 gennaio 2019, giorno del suo esordio assoluto ancora minorenne nel Campionato Carioca. Oggi, a distanza di quasi 6 anni e mezzo, il destino si è divertito a muovere i fili: la Fluminense è sempre protagonista, ma dalla parte sbagliata della storia, che stavolta è opposta a quella dell’ex Brighton.

Una doppietta folgorante, con cui il brasiliano si presenta al mondo e si toglie dalla schiena il peso di un’etichetta da 60 milioni di sterline, tanto lo ha pagato il Chelsea per prelevarlo dai “seagulls”.

Thiago Silva, senza rimpianti

Il mantra deve essere questo, per un leader senza tempo che a 40 anni ci ha dato una masterclass di come si interpreta il ruolo. Anche contro il Chelsea, club fondamentale nella sua storia personale nonché l’unico con cui è salito sul tetto d’Europa. Sempre però con quella fascia al braccio, motivo d’orgoglio ed eterno certificato di grandezza. E in effetti, anche in una serata che nella sostanza e nella forma non è positiva, Thiago Silva ha fornito una prestazione commovente. In particolare, è nella ripresa che sale in cattedra: di posizione e lettura, devia il destro aperto sul secondo palo di Nkunku, con un colpo di testa a conti fatti decisivo. Ancora più clamoroso il senso della posizione su un altro spunto del francese, con scivolata salva-risultato a pochi passa dalla linea di porta.

Infine, affondo sulla sinistra di Cucurella e offerta nel cuore dell’area: Palmer sta già studiando l’esultanza, ma non fa i conti con l’intervento in emergenza di testa del capitano carioca. L’ennesimo testamento lasciato al mondo del calcio, da parte di una leggenda che ha riscritto il ruolo di difensore centrale e che esce a testa altissima da questo Mondiale per Club. In finale ci vanno i suoi ex compagni, anche se di quel gruppo Campione d’Europa nel 2021 è rimasto soltanto Reece James.

Luca Ottaviano

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