Il calcio dei grandi
Italia, meglio Pioli o Ranieri per il post Spalletti?
La Nazionale dopo la deludente prestazione contro la Norvegia, deve rialzarsi. Spalletti è stato sollevato dall’incarico e si valutano Pioli e Ranieri: i pro delle due possibili scelte

Nazionale ko, Spalletti esonerato: Pioli o Ranieri come possibili successori
Luciano Spalletti è arrivato sulla panchina della Nazionale con il carisma del vincente e il peso di una missione difficile: raccogliere l’eredità di Roberto Mancini e portare l’Italia a Euro 2024 dopo lo shock del Mondiale mancato. A poco più di anno dal suo insediamento, però, il bilancio è stato più complesso del previsto. Errori ne sono stati commessi, sia dentro che fuori dal campo tra convocazioni discutibili e una comunicazione che non ha messo tutti d’accordo. Dopo il pesante ko contro la Norvegia la sua posizione è diventata instabile e Gravina ha deciso di sollevarlo dall’incarico, come ha comunicato lo stesso ct in conferenza stampa prima di abbandonarla. Sky Sport ha individuato Pioli e Ranieri come possibili successori.

Luciano Spalletti
Italia, perché scegliere Pioli
Pioli è reduce da un quinquennio al Milan in cui ha dimostrato di saper costruire, valorizzare i giovani e vincere (scudetto 2022), anche se poi non si è lasciato proprio con il sorriso nell’ultimo anno. In Arabia nell’Al Nassr di Cristiano Ronaldo sta vivendo la sua esperienza, ma è anche in attesa di telefonate per fare i bagagli e rientrare in Italia. È un tecnico moderno, capace di adattarsi tatticamente e di creare un gruppo solido. La sua esperienza internazionale, maturata anche in Champions League con risultati spesso oltre le aspettative, gli ha conferito la giusta dose di malizia e pragmatismo.
In ottica Nazionale, Pioli rappresenterebbe continuità rispetto al progetto tecnico di Spalletti: gioco propositivo, cura del collettivo, valorizzazione del talento italiano. È anche un gestore calmo, che sa abbassare i toni nei momenti di tempesta e lavorare sotto pressione, qualità preziosa in un ambiente mediaticamente esigente come quello azzurro. In sintesi, Pioli è il “costruttore moderato”: per chi crede in un progetto a medio termine, con l’idea di rilanciare un ciclo azzurro all’insegna del rinnovamento.
Italia, perché scegliere Ranieri
Dall’altra parte c’è Ranieri, applaudito da tutto il calcio italiano dopo l’ottimo lavoro alla Roma. A quasi 74 anni, è il “nonno” saggio, il condottiero d’esperienza, l’uomo delle imprese impossibili (Leicester docet). La sua scelta alla guida della Nazionale sarebbe emotiva, carismatica, ma non per questo priva di sostanza. Sir Claudio sa come far rendere al massimo i giocatori in tempi brevi. È un motivatore, un equilibrista del modulo e ha il dono rarissimo di essere amato dai giocatori e rispettato dai media, aspetto da non sottovalutare in questi contesti. In un momento storico dove l’Italia cerca più certezze che rivoluzioni, garantirebbe ordine, serenità e una leadership indiscussa. In sintesi, un “traghettatore carismatico”: ideale per chi vuole affidare la Nazionale a mani sicure, anche solo per un biennio, magari fino ai Mondiali 2026. Ma c’è un grande problema: il suo nuovo ruolo dirigenziale alla Roma. Potrebbe rinunciare per le esigenze di un intero popolo? Forse. Non tocca che attendere.
Continua a leggere le notizie di Mondo Primavera e segui la nostra pagina Facebook