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Il calcio dei grandi

Borussia Dortmund, con la Juve anche un italiano: Mane, il baby talento di Kovac

Il Borussia Dortmund giocherà la prima giornata di Champions League a Torino contro la Juventus. Tra i convocati anche Mane: dall’esordio in Bundes al sogno Europa

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Filippo Mane, Borussia Dortmund

“I giovani non sanno quello che vogliono, ma lo vogliono ad ogni costo”, scriveva Goethe. E nel mondo del calcio, il desiderio di affermarsi, di emergere, di conquistare spazio non è mai stato tanto impellente quanto per le nuove leve che cercano di farsi largo tra giganti e pressioni. Juventus e Borussia Dortmund, pronte a sfidarsi nella prima giornata della League Phase di Champions, rappresentano due scuole calcistiche che da anni, con approcci diversi ma simili per coraggio, stanno investendo sul futuro.A Torino si è visto con il talento cristallino di Yildiz, oggi uno dei volti più promettenti del calcio europeo, ma anche con gli inserimenti di altri giovani come Adzic, che ha deciso la sfida contro l’Inter.

Il Borussia, invece, ha fatto del talento precoce il proprio manifesto: da Sancho a Bellingham fino ad Haaland, la squadra della Ruhr è da anni fucina e vetrina di giovani promesse. Oggi, tra queste, brilla anche un volto italiano: Filippo Mane, difensore classe 2005. Il destino, beffardo e affascinante, lo porta proprio a Torino – la sua Italia – per il palcoscenico più ambito: la Champions League.

Mane, un talento italiano a Dortmund

Filippo Mane è un difensore che unisce fisicità e tecnica, gli ingredienti del calcio moderno. Alto, strutturato, con un passo lungo e potente, ma sorprende per la pulizia con cui esce dal pressing avversario. Sa giocare la palla, impostare, partecipare alla costruzione. Non è raro vederlo rompere la linea con una conduzione verticale, tipica dei difensori di scuola tedesca. Ha personalità, si fa sentire, nonostante la giovane età. Tuttavia, come ogni 20enne, ha ancora margini di miglioramento: la concentrazione non sempre regge per 90 minuti e talvolta paga l’inesperienza con decisioni affrettate o letture in ritardo. Ma a Dortmund lo sanno bene: i giovani non si aspettano perfetti, si coltivano. E Filippo, in questo, sembra avere il terreno fertile attorno a sé.

L’intuizione Dortmund, lo stage con Mancini e l’esordio in Bundes

Nato a Magenta, nella provincia di Milano, Mane muove i primi passi calcistici al Novara, prima di attirare l’attenzione della Sampdoria, che lo porta nel proprio vivaio a Bogliasco. Ma è qui che la sua storia prende una svolta sorprendente: a fine 2021, ancora minorenne, i blucerchiati lo lasciano partire. Il Borussia Dortmund, che aveva già posato gli occhi su di lui durante un torneo giovanile a Duisburg, non si fa pregare: lo porta in Germania e lo fa firmare a soli 16 anni.

Da quel momento, Mane entra in un percorso di crescita preciso e calibrato. Lavora sul fisico, sulla tattica, sulla mentalità. Nel 2022 riceve anche la chiamata di Roberto Mancini per uno stage con la Nazionale italiana, segno che il talento non passa inosservato. E anche Baldini lo ho già messo in lista U21. Ora, sotto la guida di Kovac, è entrato nelle rotazioni della prima squadra. Anche se l’esordio in Bundesliga, contro il St. Pauli, non è andato secondo i piani.

Kovac e la lezione su Mane, un messaggio all’Italia

Il debutto nel massimo campionato tedesco Mane non lo dimenticherà facilmente, nonostante gli errori. In campo contro il St. Pauli, il Borussia vinceva 3-1, ma un suo intervento in area ha portato a rigore ed espulsione: 3-3 il risultato finale, con il giovane difensore inevitabilmente nel mirino delle critiche. Ma Kovac lo ha difeso pubblicamente. “A mio parere è un rigore netto. Certo che Filippo è deluso, perché quando sei in vantaggio per 3-1, ti danno un cartellino rosso e un rigore, e la partita finisce 3-3, lui si sente in parte responsabile. Ma non è stato solo lui, nessuno di noi oggi è stato abbastanza bravo da portare a casa tre punti“.

Una dichiarazione che suona come un insegnamento ai tanti allenatori italiani che, al primo errore, rispediscono i giovani nel dimenticatoio. Kovac ha invece protetto il suo giocatore, ribadendo la fiducia e la volontà di continuare il suo processo di crescita. Ora Mané sogna l’esordio in Champions, magari proprio nella sua terra, in Italia, contro la Juventus all’Allianz Stadium. Contro i bianconeri già ci ha giocato in estate, ma in palio non c’era nulla. Ora di certo non vuole fermarsi. “I giovani hanno le ali, ma serve qualcuno che insegni loro a volare.” A Dortmund, Filippo Mane sta imparando a volare.

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