Il calcio dei grandi
Rennes, Dembelé orgoglio del settore giovanile: i segreti, le strategie e i nuovi talenti
Dal vivaio al Pallone d’Oro: l’esempio Dembelé è la copertina del Rennes. Il club continua a sfornare talenti con un modello sostenibile e vincente, tra formazione interna e scouting d’élite

Se a New York chiamavano i Ghostbusters per eliminare i fantasmi, a Rennes sanno bene come fare a scovare il prossimo fuoriclasse. Niente zaini protonici, solo un settore giovanile d’élite e uno scouting tra i più attenti d’Europa. I francesi non catturano presenze paranormali, ma individuano, formano e lanciano giovani calciatori destinati a diventare protagonisti del calcio internazionale.
L’ultimo esempio, e il più eclatante, è quello di Ousmane Dembélé, cresciuto nel vivaio rossonero e recentemente incoronato Pallone d’Oro. Un successo che il club bretone ha celebrato con orgoglio, pubblicando un messaggio semplice ma carico di significato: “Le notre fierté”, “Il nostro orgoglio”. Un modo per ricordare che, anche se Dembélé oggi brilla in maglia blaugrana, il suo percorso è iniziato proprio lì, tra i campi e le mura di Rennes.
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Una strategia sostenibile e vincente
Il modello Rennes si fonda su una visione chiara, costruita nel tempo e divenuta ormai marchio di fabbrica. Alla base c’è un principio tanto semplice quanto efficace: comprare a poco, valorizzare, vendere bene. Un’applicazione calcistica della filosofia “buy low, sell high”, che il club porta avanti con coerenza e competenza. I dirigenti bretoni puntano su giovani tra i 17 e i 22 anni, preferibilmente di nazionalità francese, con ampi margini di crescita tecnica e mentale.
Una volta arrivati, questi ragazzi vengono inseriti in un contesto che li aiuta a sbocciare. Il Rennes non si limita a lanciare i giovani, ma li circonda con calciatori più esperti, in grado di guidarli nella crescita quotidiana, sia in campo che nello spogliatoio. È una strategia intelligente e sostenibile, che tiene insieme l’ambizione sportiva e l’equilibrio economico, generando plusvalenze fondamentali per il bilancio del club.
Rennes, la fabbrica dei talenti
I risultati di questo approccio sono sotto gli occhi di tutti. Negli ultimi anni, il Rennes è diventato una delle realtà europee più prolifiche nella formazione e valorizzazione dei giovani talenti. Da qui sono passati Eduardo Camavinga, oggi al Real Madrid, e Mathys Tel, finito giovanissimo al Bayern Monaco. Ci sono poi profili come Arnaud Kalimuendo e Desire Doué, che ha già deciso una finale di Champions League, mentre altri come Jeremy Doku, ceduto al Manchester City, o Raphinha, passato per i rossoneri prima di volare al Barcellona, sono la prova tangibile dell’efficacia del modello.
Il merito va anche a una struttura dirigenziale che lavora con visione, senza farsi prendere dalla frenesia del risultato immediato. A Rennes si pensa all’oggi, ma con lo sguardo rivolto al domani. Un equilibrio raro nel calcio moderno.
Meité e Djaoui Cissé: la nuova generazione è già pronta
Anche in questa stagione il Rennes sta confermando la solidità del proprio progetto. I nomi nuovi sono quelli di Kader Meité, classe 2007, e Djaoui Cissé, classe 2004. Due ragazzi che hanno iniziato a ritagliarsi spazio in prima squadra, dimostrando che il club non ha alcuna paura di affidarsi ai giovani, anche quando l’età è appena sufficiente per esordire tra i professionisti.
Le luci del Roazhon Park, così, continuano a illuminare i talenti del futuro. E se c’è un posto in Europa dove un ragazzo può davvero trasformarsi in campione, Rennes è senza dubbio uno dei migliori trampolini. Non a caso, chi cerca il prossimo Dembélé ha già iniziato a guardare da queste parti.
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