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Danilo gode con il Flamengo, Juve come Cooper nel tesseratto: la lezione brasiliana

Il Flamengo ha staccato il pass per gli ottavi di finale del Mondiale per Club grazie al leader Danilo: la risposta alla Juve e il binomio con Felipe Luis

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Danilo, Flamengo, Juve

Danilo e il paradosso Juve, la risposta arriva con il Flamengo

Non farmi andare via Murph!, come Cooper osservava il suo passato dal tesseratto, ora anche la Juve lo sta rivivendo con Danilo. Non c’è alcun mondo da salvare, ma solo tanta malinconia e un paradosso che non riguarda il tempo, ma le scelte. Il difensore brasiliano contro il Chelsea ha alzato il livello, ha fatto gol e ha staccato il pass per gli ottavi di finale del Mondiale per Club con una giornata d’anticipo. Un cerchio che si chiude dopo il suo addio tormentato in bianconero.

Danilo, leader Flamengo e paradosso Juve

Prima Motta e poi anche Tudor hanno dovuto fare la conta in difesa per schierare una formazione affidabile e senza giocatori fuori ruolo. I gravi infortuni di Bremer e Cabal sicuramente hanno inciso, ma non possono dare alibi alle scelte dirigenziali. Nella politica di ringiovanimento della rosa, Danilo sicuramente strideva. Ma era utile. Quando è stato chiamato in causa ha risposto presente, come contro il Manchester City in Champions League. Non era di certo più fresco e lucido come un ragazzino, ma nel calcio moderno si vedono sempre di più calciatori con un’età non proprio verde e capaci di dire la loro. E allora perché è stato messo da parte senza avere un sostituto? Per mesi i bianconeri si sono ritrovati con una difesa improvvisata (ha dovuto giocare anche Locatelli centrale).

E dal mercato di gennaio sono arrivati due rinforzi solo sul finale: Kelly e Veiga. Rinforzi che però ci hanno messo tempo ad adattarsi e che non hanno convinto, soprattutto l’inglese, che ora Tudor sta cercando di recuperare. E allora forse separarsi con Danilo al termine della stagione sarebbe stato più saggio. Per rispetto della storia e del legame con un giocatore che ha dato tutto alla Vecchia Signora. Nelle scorse ore ha festeggiato con il Flamengo, mentre la Juve si è trovata a schierare una difesa a tre inedita con Kalulu-Savona-Kelly. Un paradosso. Una serie di scelte sbagliate che hanno portato Elkann a scendere in campo in prima persona per rimodellare i vertici dirigenziali.

Felipe Luis-Danilo, un matrimonio verdeoro

Un allenatore giovanissimo, che si affida a un suo ex compagno di nazionale: il binomio Danilo-Felipe Luis ha svoltato la stagione del Flamengo. Il difensore ha già sollevato due trofei e ora spera di rivivere i sogni che ha vissuto da ragazzino, quando nel maggio del 2001 correva e festeggiava tra i vicoli per la vittoria del campionato Carioca. Lo stesso che a distanzi di anni è riuscito a conquistare di nuovo con il club della sua infanzia. Respira rossonero e in campo dà tutto per chi lo difende. Lo ha dimostrato alla Juve e lo sta facendo anche ora con il Fla.

Non c’è nemmeno bisogno di parlare del livello di questo giocatore, lo avete visto oggi, lo avete visto in Nazionale, avete visto la carriera che ha fatto” – ha detto l’allenatore dei brasiliani al termine della partita vinta contro il Chelsea. Poi ha aggiunto: “È un giocatore che sceglie il passaggio giusto, la giocata giusta e non la più difficile, e questo per me è molto importante. E oltre a tutto questo, è un leader, una persona che si comporta da capitano, con una leadership naturale che contagia molti compagni. Quindi, è davvero un privilegio avere uno così in squadra”. Un privilegio, una parola sottovalutata che spiega tutta la stima del proprio mister per un suo quasi coetaneo che però ancora si diverte in campo. La forza della fiducia, quella che Danilo non aveva più a Torino. Ora ha ritrovato la magia. Chiamatelo pure Do Flamingo, citando One Piece. Riesce a manipolare i fili e ora ha in mano la sua nuova giovinezza.

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