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Il calcio dei grandi

In finale è sempre più “Cold” Palmer: l’inglese si prende il Mondiale per Club

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Cole Palmer

“Piacere, Palmer, Cold Palmer”

“Cold” Palmer, tonnellate di talento e sguardo glaciale da protagonista di una famosa saga Spy inglese. Oggi però, quell’attitudine da “bad guy” si è abbattuta con una forza devastante sui campioni d’Europa in carica. L’ennesima masterclass di un fenomeno che alza la temperatura quando la posta in gioco si alza.

Palmer esultanza

Palmer esultanza (screen)

E’ l’uomo delle finali

Avete presente quegli eroi che hanno bisogno di mantenere un’identità segreta, alimentando il proprio doppio e mostrando alla gente una faccia sempre diversa della stessa medaglia? Ebbene, Cole Palmer non ha bisogno né di maschere, né di cliché vuoti e privi di significato. E’ fortissimo, ne è pienamente consapevole e lo mostra senza paura che il karma gli presenti il conto. E soprattutto, non agisce col favore delle tenebre, magari nascondendosi nei momenti di massima urgenza: non a caso, si sta creando anche una narrazione da uomo delle finali. In ben 5 atti conclusivi, c’è il suo marchio impresso a fuoco: gol contro l’Arsenal in Community Shield nel 2023graffio anche in finale di Supercoppa Europea nello stesso anno contro il Siviglia.

Si inventa il momentaneo pareggio contro la Spagna ad Euro 2024, tira fuori 2 jolly dal mazzo in Conference League, confezionando 2 assist contro il Betis. Infine, orienta il Mondiale per Club con doppietta e assist. La definizione più calzante di “killer instinct”, di quell’innata capacità di scalare le marce nei momenti giusti, scegliendo quando affondare il morso alla giugulare della partita. E oggi, non contento dei due assoli di stordente bellezza, disegna una traccia verticale che vede solo lui e il compagno che attacca la profondità per presentarsi a tu per tu con Donnarumma.

Non a caso, Joao Pedro gli mette simbolicamente la corona in testa durante l’esultanza. Investitura quasi d’obbligo, dopo un pallone in verticale visionario, che ricorda un altro “Diez” proveniente da latitudini diverse. Un assist che è una sinfonia mortale per il PSG, al tappeto dopo 43 minuti di una finale che ha un solo padrone: “Cold” Palmer.

Tre colpi che mandano in tilt la squadra migliore d’Europa

Abbiamo parlato, nel caso di Palmer, del suo senso dell’urgenza e del suo saper scegliere i momenti. Ebbene, permetteteci di dire che il blackout nervoso ed emotivo di Luis Enrique, Donnarumma e tutto il Psg non è degno di una squadra che sul campo si è mostrata in tutta la sua meravigliosa potenza. Una discreta caduta di stile, che ci restituisce però la portata gigantesca dell’impresa del Chelsea di Maresca. Palmer e compagni hanno incatenato i parigini tatticamente e nella proposta, costringendoli a fare i conti con i loro fantasmi e colpendoli nelle uniche situazioni in cui i campioni d’Europa hanno dimostrato di poter prestare il fianco. Tenere costantemente in tensione la linea difensiva è stato il vero innesco di tutto, con i continui strappi e gli attacchi in profondità a destabilizzare i quattro lì dietro, per l’occasione in tenuta bianca.

E quando hai un direttore d’orchestra come quel ragazzo con la 10, tutto questo diventa meno proibitivo di quanto non sembrasse alla vigilia. Oltre ai colpi che entrano nel tabellino, il classe 2002 ha disegnato il suo personale capolavoro con la gestione dei ritmi, sgasando quando serviva e allentando la tensione con maestria. Perfetto nel palleggio, mortifero nella rifinitura e nel cercare gli spazi aperti: insomma, una partita a cinque stelle, da parte di un fuoriclasse a cinque stelle.

Luca Ottaviano

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