Il calcio dei grandi
Atalanta, Retegui re delle plusvalenze? La Top 10 delle cessioni più onerose

Atalanta, Retegui l’ennesima plusvalenza intelligente
Spesso, quando si parla di “modello Atalanta”, si tende ad andare fin troppo superficialmente sull’argomento. Bel calcio, ecosistema in salute e in costante crescita, ma anche tanto altro: a cominciare da un contesto sostenibile anche perché sa quando e come vendere. Senza adeguarsi passivamente alle volontà dei propri giocatori, ma con i tempi giusti per riuscire a crescere insieme e dare continuità ad un progetto che non può fare a meno del talento per rinnovarsi. L’ultimo esempio di un paradigma vincente e di riferimento per il calcio italiano, è l’addio imminente a Retegui, che non a caso entra di diritto tra le 10 plusvalenze più onerose della storia della Dea.

Hojlund (screen)
Una Top 10 che è il giusto mix
Sguardo attento al settore giovanile, visione del talento e investimenti coraggiosi. Nelle cessioni dell’Atalanta c’è il culmine di un metodo che non può fare a meno di un innesco, ovvero la scelta mirata e il saper puntare sulle proprie idee, senza snaturarle o diluirle.
10 – Andrea Conti (Milan, 24 mln)
Si parte riavvolgendo il nastro all’estate 2017: il primo detonante exploit della gestione Gasperini, con un quarto posto che porta l’Europa dopo più di 25 anni di assenza. Uno dei profili che si erano distinti maggiormente, era un ragazzo che con la sua chioma bionda infiammava la corsia di destra con un dinamismo impressionante e tantissimi colpi anche nella metà campo offensiva. Conti ha fruttato alla Dea una plusvalenza piena di 24 milioni, essendo un prodotto del settore giovanile; un investimento che purtroppo non si è tradotto in qualcosa di positivo, complici i vari problemi fisici che hanno limitato la carriera del nativo di Lecco.
9 – Gianluca Mancini (Roma, 24 mln)
Solidità, tante letture e quel temperamento da centrale energico e con buona propensione al duello fisico. La Roma di Fonseca vede in Mancini un leader del futuro, e lo acquista dopo un anno in prestito convincente. L’exploit vero e proprio però, era arrivato nel 2018/19, da ministro difensivo al fianco di Toloi e da grande risorse sulle palle inattive (5 gol in campionato).
8 – Robin Gosens (Inter, 27 mln)
Gosens è quell’eccezione che ti permette di fare una rilettura del testo di una canzone di Cremonini. Perché dal 2019 al 2021, nel mondo di esterni della Serie A tutti volevano essere Robin. Senso del gol impressionante, incursore come pochi in Europa e tremendamente consistente sotto porta. Sfiorata la “doppia doppia” nel 19/20, con una stagione da 9 gol e 8 assist in campionato, centra la doppia cifra di reti nel 20/21 (11 centri e 6 servizi per i compagni). L’Inter ha cercato di replicare le sue medie realizzative anche all’ombra di San Siro, ma quel Gosens spacca-partite con Inzaghi non avrà più quell’intensità.
7 – Bryan Cristante (Roma, 30,6 mln)
Intuizione del “Gasp”, che lo dirotta sulla trequarti e ne esalta le caratteristiche da raccordo, da fluidificante di gioco capace anche di trovare la porta. Nel 17/18, centra il bersaglio in campionato 9 volte e alimenta la rincorsa alla seconda qualificazione consecutiva in Europa. Un jolly tattico che ha rimescolato le carte in casa Dea.
6 – Alessandro Bastoni (Inter, 31,1 mln)
In questo caso l’Atalanta è protagonista indirettamente. A convincere i nerazzurri a farne un perno per la propria difesa del futuro, è la stagione folgorante in prestito a Parma. E lì che il calcio italiano scopre le sue doti da regista aggiunto, oltre alle sue letture molto intelligenti e puntuali. Ed è forse uno dei rapporti qualità-prezzo più vantaggiosi di questa lista, considerando il valore attuale nella sostanza (80 mln) e nella forma (ministro difensivo dell’Inter vicecampione d’Europa).
5 – Franck Kessie (Milan, 32 mln)
Il “Presidente” per molti tifosi rossoneri. Anche a Bergamo, l’ivoriano ha lasciato tracce indelebili del suo passaggio: fondamentale nella doppia fase dell’Atalanta che muoveva i primi passi per sedimentare la propria posizione tra le grandi del campionato italiano. Una sola stagione al Gewiss, ma tante giocate e tonnellate di muscoli e presenza fisica: chiude l’annata 16/17 con 7 gol e 4 assist all’attivo, contribuendo al quarto posto finale.
4 – Dejan Kulusevski (Juventus, 39 mln)
Continuiamo con le plusvalenze in Italia: in questo caso, è la Juventus a rimanere affascinata dal talento dello svedese. Tanto gioco tra le linee, fantasia ed estro in una stagione in prestito a Parma (si conferma una sinergia che produce talento) in cui diventa leader carismatico e tecnico, nonostante la carta d’identità (20 anni). Parentesi di 24 mesi a Torino (74 presenze, 9 timbri e 10 offerte ai compagni), prima di trovare la sua dimensione al Tottenham, dove si è appena laureato campione dell’Europa League.
3 – Christian Romero (Tottenham, 52 mln)
La prima cessione all’estero all’interno di questa classifica. Segno di come nel tempo la Dea abbia consolidato la sua dimensione sempre più internazionale. Solido e roccioso negli interventi, nel 20/21 “el cuti” firma una stagione capolavoro in cui ottiene uno spessore da Big europea. Affondo pesante degli Spurs, che ne fanno il proprio perno centrale di una difesa in ricostruzione.
2 – Teun Koopmeiners (Juventus, 58 mln)
Era veramente un’allucinazione collettiva? Dopo la prima stagione all’Allianz Stadium, tutti hanno ridimensionato la propria opinione sull’olandese, in parte esagerando nell’altro senso e soprattutto condizionate anche dal folle investimento di quasi 60 milioni. Il talento c’è, lo ha dimostrato alla corte di Gasperini: giocate risolutive, indole da curioso ibrido tra fantasista e mezza punta prestata spesso anche alla metà campo. In più, nelle ultime 6 stagioni è sceso sotto la doppia cifra di gol in sole 2 occasioni, una delle quali nel disastroso primo impatto a Torino. Deve quindi esserci ancora fiducia verso un giocatore che in passato ci ha fatto stropicciare gli occhi per come sa trattare il pallone.
? – Retegui (Al Qadsiah, 67 mln)
Il condizionale è ancora d’obbligo, ma l’operazione si può dire di fatto conclusa. L’argentino sta per scuotere il podio di questa graduatoria, con un trasferimento in Arabia che lo farà diventare uno dei tanti paperoni del calcio a quelle latititudini. Circa 67 all’Atalanta, circa 80 in 4 anni al giocatore: un investimento a tre cifre, che poco ha a che fare con le proporzioni di molti club europei.
1 – Rasmus Hojlund (77,5 mln)
E’ una cessione gigante nelle proporzioni economiche, e di conseguenza anche molto controversa. In particolare in relazione all’esito di quel passaggio allo United, finora archiviabile sotto la parola “fallimentare”. In verità, l’investimento sembrava fuori scala anche prima dell’effettiva partenza: il danese era reduce da un’ottima stagione, presentava grandi margini di miglioramento e potenziale. Eppure, nulla sembrava giustificare i circa 80 milioni spesi; togliendo però dall’equazione il fatto che si tratti del Manchester United, club abituato ad inanellare acquisti a cifre gargantuesche che sul campo non rendono.
Continua a leggere le notizie di Mondo Primavera e segui la nostra pagina Facebook